Credito d'imposta e trasferibilità: nuove prospettive per finanziare il futuro
Da strumento innovativo a volano per la transizione energetica e la crescita economica: un confronto tra le esperienze italiane e il modello statunitense dell'I.R.A.
In uno scenario economico poco felice per l’Europa, in cui interi settori industriali sono coinvolti da crisi di mercato dai risvolti imprevedibili, è naturale porre l’attenzione a quegli strumenti finanziari che possano invertire la rotta o, almeno, tamponare le falle che potrebbero crearsi nei prossimi mesi. Facile immaginare che le iniziative proposte dai singoli Stati non possano essere sufficienti. Anzi, iniziative poco coordinate avrebbero un effetto contrario e creerebbero degli squilibri tra economie dei Paesi UE che nessun governatore auspica. Occorre, dunque, che gli interventi siano coesi e univoci.
Dagli strumenti tradizionali a quelli innovativi
Probabilmente, si comincerà a pensare agli strumenti tradizionali che, a volte, non sono più idonei a risolvere il problema a monte oppure hanno l’effetto del farmaco dai potenti effetti che guariscono la malattia ma che ne provocano altre. È il caso recente degli interventi di politica monetaria della Banca Centrale Europea che ha alzato in pochissimo tempo il costo del denaro a fronte di un’inflazione pericolosamente in crescita, ma che, come effetto opposto, ha ridotto fortemente il ricorso al finanziamento da parte delle imprese con immediata riduzione degli investimenti.
Inoltre, il riflesso più pericoloso per le micro e piccole imprese del mancato accesso al credito è l’ingresso in una fase di sofferenza che spesso sfocia nel default, con ricorso alla disoccupazione o alla cassa integrazione per i dipendenti nei casi più fortunati.
Non è da trascurare l’aumento dei mutui e prestiti a tassi variabili che hanno messo in ginocchio migliaia di famiglie.
Ecco allora che l’innovazione degli strumenti in campo finanziario può portare a soluzioni inattese. Tralasciando per ora lo strumento dei crediti fiscali conosciuti dalla massa con i bonus edilizi, l’utilizzo dei crediti d’imposta non è una novità per l’Italia che ha già sperimentato con successo negli anni passati la forma della compensazione delle imposte con i crediti maturati sugli investimenti in beni produttivi. Esempi virtuosi sono stati la L. 8 agosto 1994 n. 489, l’art. 8 della L. 23 dicembre 2000 n. 388 e, soprattutto, la “Tremonti bis” di cui alla L. 18 ottobre 2001 n. 383 che hanno dato un forte impulso all’economia. Oggi siamo nell’era della Transizione 5.0 con risultati tutti da verificare.
L’innovazione vera e propria, però, è stata la trasferibilità dei crediti che ha permesso a molti imprenditori e privati di monetizzare il credito maturato e rientrare immediatamente dall’investimento spostando l’obbligo di compensazione con le imposte dovute ad altri soggetti fiscalmente capienti.
L’eccesso di crediti sorti a causa dell’utilizzo spesso distorto dello strumento finanziario nel campo dell’edilizia privata di cui all’art. 119 del D.L. 34/2020, ha costretto i recenti governi italiani a ridurne l’uso fino alla sua cancellazione.
Mentre l’Italia stava per abolire lo strumento finanziario della trasferibilità dei crediti con i decreti legge 11/2023 e 39/2024, negli Stati Uniti il 16 agosto 2022 veniva approvata dal 117° Congresso degli Stati Uniti la “legge sulla riduzione dell'inflazione” (d’ora in poi denominata I.R.A.), che ha creato e modificato 20 crediti d'imposta sul reddito legati all'energia, quasi tutti trasferibili.
Questi crediti sovvenzionano la produzione di energia pulita o efficiente e l'utilizzo da parte di privati e aziende.
L'I.R.A. ha anche creato due meccanismi di erogazione del credito che estendono il valore complessivo dei crediti I.R.A. alle organizzazioni con poca o nessuna responsabilità fiscale portando benefici alle entità non tassate e alle imprese con basse passività fiscali.
Un interessante report dell’analista in finanza pubblica Nicholas E. Buffie, qui di seguito riportato, spiega nel dettaglio come funziona e come viene erogato il credito d’imposta.
Pagamenti diretti (in contanti)
I crediti d'imposta federali per le imprese statunitensi sono stati tradizionalmente non rimborsabili; ciò significa che, se i crediti di un'azienda superano i debiti fiscali, l'impresa non può ricevere la differenza a titolo di rimborso. Ad esempio, se un'azienda deve $ 4.000 di imposte sul reddito ma ha diritto a $ 7.000 di crediti, quei crediti riducono le imposte sul reddito dell'azienda a $ 0. Tuttavia, il governo federale non invia all'azienda un rimborso per i restanti $ 3.000.
Ciò presenta delle sfide per le entità non tassate come governi statali e locali, distretti scolastici e organizzazioni non profit. Poiché queste organizzazioni non pagano imposte federali sul reddito, implicitamente non possono beneficiare di crediti d'imposta non rimborsabili. I legislatori hanno a volte modificato il codice dell'imposta sul reddito per incentivare determinati comportamenti (ad esempio, investimenti più elevati) tra aziende e individui, ma le organizzazioni non profit e altri gruppi esenti dall'imposta sul reddito non rispondono a tali incentivi. Per incentivare gli investimenti in energia pulita in una gamma più ampia di organizzazioni, l'I.R.A. consente a determinate entità non tassate di ricevere pagamenti diretti in contanti di valore pari a 12 crediti d'imposta non rimborsabili:
- il credito di rifornimento di veicoli a carburante alternativo (AFVRPC; Internal Revenue Code [IRC] §30C);
- il credito d'imposta sulla produzione (IRC §45);
- il credito per la riduzione dell'ossido di carbonio (IRC §45Q);
- il credito per la produzione di energia nucleare a zero emissioni (IRC §45U);
- il credito per la produzione di idrogeno pulito (IRC §45V);
- il credito per veicoli puliti commerciali qualificati (IRC §45W);
- il credito per la produzione di prodotti manifatturieri avanzati (IRC §45X);
- il credito per la produzione di elettricità pulita (IRC §45Y);
- credito per la produzione di combustibile pulito (IRC §45Z);
- credito d'imposta per investimenti (IRC §48);
- credito per proprietà energetiche avanzate qualificanti (IRC §48C);
- credito per investimenti in elettricità pulita (IRC §48E).
Le organizzazioni che ricevono pagamenti diretti devono presentare una dichiarazione all'IRS alla scadenza della dichiarazione dei redditi (con possibili proroghe). I pagamenti vengono emessi solo dopo che le dichiarazioni sono state elaborate. Le entità non tassate idonee per i pagamenti diretti sono:
- qualsiasi entità del settore privato esente da imposte sul reddito federali, comprese le organizzazioni come ospedali e college privati;
- governi statali e relative suddivisioni politiche (compresi governi cittadini, governi di contea e distretti scolastici) e governi tribali indiani;
- Tennessee Valley Authority;
- Alaska Native Corporations;
- cooperative elettriche rurali.
Le organizzazioni che non sono esenti da tassazione possono anche scegliere di richiedere pagamenti diretti al posto dei crediti per la riduzione dell'ossido di carbonio, la produzione di idrogeno pulito e la produzione manifatturiera avanzata. Possono farlo per cinque anni, a partire dall'anno in cui un impianto viene messo in servizio. Questa scelta non può essere fatta dopo il 2032.
Trasferimenti di crediti
Le entità non idonee per i pagamenti diretti possono trasferire uno qualsiasi dei crediti elencati nella sezione precedente, ad eccezione del credito per veicoli puliti commerciali qualificati.
I trasferimenti di crediti si verificano quando un'azienda vende i propri crediti a un'altra a un prezzo concordato in cambio di denaro.
Tali trasferimenti comportano due potenziali vantaggi per le aziende. In primo luogo, le aziende possono vendere i propri crediti a un prezzo compreso tra il valore massimo del credito e l'imposta sul reddito dell'azienda. In secondo luogo, mentre i tradizionali crediti d'imposta vengono richiesti solo dopo che le aziende hanno presentato la dichiarazione dei redditi, i trasferimenti possono avvenire in qualsiasi momento, a partire dall'anno in cui viene generato il credito d'imposta. Tuttavia, le aziende possono assumere impegni anticipati per acquistare o vendere crediti in futuro.
Le aziende che hanno bisogno di liquidità possono vendere i loro crediti invece di contrarre prestiti, il che è particolarmente importante quando i tassi di interesse sono elevati.
Secondo le normative dell'IRS, se un'azienda viene ritenuta non idonea per un credito che ha già venduto, la responsabilità ricade sull'acquirente del credito. Ciò potrebbe far sì che i crediti trasferibili vengano scambiati a un valore inferiore al loro pieno valore se gli acquirenti considerano queste potenziali perdite nelle loro decisioni di acquisto.
Spiega inoltre perché la copertura assicurativa è integrata nella maggior parte dei contratti di acquisto di crediti. Nel 2023, il 74% dei trasferimenti di crediti includeva la copertura assicurativa per l'acquirente. La ricerca ha scoperto che i crediti d'imposta trasferiti in genere vendevano a 89-95 centesimi per dollaro nel 2023 e a valori leggermente più alti all'inizio del 2024. I valori di negoziazione differivano significativamente in base alle dimensioni dell'accordo. Nel 2023, i crediti acquistati per meno di $ 10 milioni venivano scambiati a 89 centesimi per dollaro, mentre gli acquisti superiori a $ 100 milioni venivano scambiati a una media di 95 centesimi per dollaro. Non è chiaro quanto della differenza tra i prezzi di vendita dei crediti e i loro valori massimi fosse attribuibile a preoccupazioni di responsabilità, alla preferenza per denaro immediatamente disponibile o ad altri fattori.
Il credito per veicoli puliti (IRC §30D) e il credito per veicoli puliti usati (IRC §25E) sono idonei per uno speciale tipo di trasferimento del credito dai consumatori ai concessionari di automobili. Tali trasferimenti sono discussi in CRS In Focus IF12570, Clean Vehicle Tax Credit Transfers to Car Dealers, di Nicholas E. Buffie.
Intersezione dei due meccanismi
Le entità idonee al pagamento diretto non possono vendere i propri crediti, ma la legge non impedisce loro di acquistare crediti e ricevere pagamenti diretti per tali crediti. L'IRS ha affermato che tale "concatenamento" di crediti potrebbe portare a "frodi e abusi" e ha optato per vietare la pratica nei suoi regolamenti finali.
Costi fiscali
Nella sua stima dei costi di agosto 2022, il Joint Committee on Taxation (JCT) ha stimato che il governo federale emetterà 36 miliardi di dollari di pagamenti diretti tra l'anno fiscale 2022 e l'anno fiscale 2031 per i cinque crediti indicati nella Tabella 1. Il JCT ha affermato che i pagamenti diretti sarebbero stati "trascurabili" per altri cinque crediti e non ha fornito stime dei costi per le quote di pagamento diretto dell'AFVRPC e il credito per veicoli puliti commerciali qualificati.
Le stime dei pagamenti diretti lordi nella Tabella 1 potrebbero sovrastimare leggermente i costi netti dei pagamenti diretti. Ciò potrebbe verificarsi, ad esempio, se le disposizioni sui pagamenti diretti incentivano un'entità non tassata a effettuare un investimento in energia pulita che altrimenti sarebbe stato effettuato da una società soggetta a imposta.
In questo caso, i pagamenti diretti all'entità non tassata sposterebbero semplicemente i crediti d'imposta tradizionali che altrimenti sarebbero stati richiesti da una società soggetta a imposta. Sebbene il modello di punteggio dinamico di JCT includa tali spostamenti nelle sue stime dei costi totali (mostrate nella colonna “Costi totali”), le stime dei pagamenti diretti non distinguono tra i nuovi costi sostenuti a causa del pagamento diretto e i costi spostati dai crediti tradizionali al pagamento diretto. Se il meccanismo di pagamento diretto venisse abrogato, il JCT presumibilmente stimerebbe i risparmi netti per il governo inferiori all'importo previsto dei pagamenti diretti emessi.
Il JCT non ha pubblicato stime dei costi fiscali della trasferibilità del credito.
Tabella 1. Costo legale dei pagamenti diretti in contanti I.R.A.
Dollari in miliardi, FY2022-FY2031
|
PAGAMENTI DIRETTI |
TOTALE COSTI |
PAGAMENTO DIRETTO |
Advanced Manufacturing Production Credit |
$14.7 |
$30.6 |
48.0% |
Zero-Emission Nuclear Power Production Credit |
$14.4 |
$30.0 |
48.0% |
Clean Hydrogen Production Credit |
$5.3 |
$13.2 |
40.4% |
Credit for Carbon Oxide Sequestration |
$1.6 |
$3.2 |
48.0% |
Clean Electricity Production Credit |
$0.03 |
$11.2 |
0.2% |
Fonte: Joint Committee on Taxation.
Applicazione ad altre aree problematiche
Solo alcuni crediti d'imposta per l'energia sono idonei per pagamenti diretti e trasferibilità. Esistono vari motivi specifici per cui questi meccanismi possono aiutare gli utenti e i produttori di "energia pulita". Ad esempio, i distretti scolastici hanno iniziato a utilizzare pagamenti diretti per finanziare installazioni di pannelli solari e acquisti di autobus elettrici. Allo stesso modo, poiché i grandi fornitori di energia elettrica spesso effettuano grandi investimenti iniziali quando non sono ancora redditizi, sono idonei per grandi crediti d'imposta non rimborsabili (IRC §§48, 48E) proprio quando non possono utilizzarli; tuttavia, la trasferibilità aiuta questi fornitori consentendo loro di vendere i loro crediti ad altre aziende.
In futuro, il Congresso potrebbe prendere in considerazione la possibilità di modificare i crediti idonei per pagamenti diretti e trasferimenti. Da un lato, se questi meccanismi si rivelassero efficaci nell'aumentare gli investimenti in energia pulita, il Congresso potrebbe estenderli ad altri settori, come l'edilizia abitativa. Dall'altro, se questi meccanismi si rivelassero inaspettatamente costosi, il Congresso potrebbe limitarli o eliminarli nel tentativo di diminuire il deficit di bilancio federale.
Gli effetti ottenuti
L’effetto positivo dell’I.R.A. a tutt’oggi è dato dal notevole aumento dei progetti nel campo dell’energia e delle tecnologie pulite, nonché degli investimenti nel settore manifatturiero. In particolare, la produzione di tecnologie pulite, destinata alla produzione di batterie e componenti per pannelli solari, ha registrato un aumento del 60%, superando i 114 miliardi di dollari, contribuendo di conseguenza alla creazione di circa 80.000 nuovi posti di lavoro.
Il premio Nobel Joseph E. Stiglitz ha affermato che “la Legge per la Riduzione dell’Inflazione del 2022, si misura non solo con l’inflazione ma con vari problemi cruciali di lunga durata che sono di fronte alla nostra economia ed alla nostra società.
C’è un dibattito che non si placa sulle cause dell’inflazione odierna; ma a prescindere dallo schieramento nel quale ci si colloca, questa proposta di legge rappresenta un passo in avanti. Per coloro che sono preoccupati di una domanda eccessiva, ci sono più di 300 miliardi di dollari di riduzione del deficit. E sul fronte dell’offerta, la proposta mobiliterebbe 369 miliardi di dollari di investimenti nella sicurezza energetica e nella decarbonizzazione. Questo contribuirà ad abbattere il costo dell’energia – una dei principali fattori della attuale crescita dei prezzi – e collocherà l’America sulla strada di ridurre le sue emissioni di anidride carbonica di circa il 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2005).
Questi investimenti genereranno rendimenti su vasta scala. I costi degli eventi connessi con il clima (incendi, uragani, tornado e inondazioni) ridurranno i nostri livelli di vita ancora più dell’inflazione odierna, e saranno in modo sproporzionato sopportati dalle famiglie a basso reddito, dalle persone di colore e dalle future generazioni. Questi costi sono più ampi e più difficili da correggere dei costi dei deficit.
Inoltre, rafforzare la sicurezza energetica è diventato essenziale. Per troppo tempo, i leader autoritari dei petrostati sono stati nelle condizioni di tenere in ostaggio il resto del mondo. Il Presidente russo Vladimir Putin ci ha ricordato ancora una volta che le interdipendenze energetiche comportano rischi seri (qualcosa su cui misi in guardia più di 15 anni orsono). Il clima può essere variabile, ma i dittatori dei combustibili fossili sono inaffidabili e del tutto pericolosi”.
Nell’era della moneta virtuale e dell’intelligenza artificiale capaci di modificare radicalmente il modo di agire e produrre, non si può ancora pensar male di uno strumento intelligente e male interpretato qual è la trasferibilità del credito d’imposta, idoneo a schivare lecitamente una volta per tutte le tradizionali fonti di approvvigionamento del denaro da sempre strettamente connesse al mondo bancario.
A cura di Dott. Luciano
Ficarelli
Dottore Commercialista
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Esperto in bonus edilizi
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