Correttivo Codice Appalti: ecco il parere della conferenza unificata

La Conferenza Unificata ha emanato il suo parere sullo schema di D.Lgs. recante disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici

di Gianluca Oreto - 10/12/2024

Nella seduta dello scorso 3 dicembre, la Conferenza Unificata ha emesso il Parere n. 153/CU recante “Parere ai sensi dell’articolo 1, comma 4, della legge 21 giugno 2022, n. 78, sullo schema di decreto legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36””.

Il parere della Conferenza Unificata

Come per il Consiglio di Stato, il parere della Conferenza Unificata è “favorevole” ma “condizionato”:

  • ad una serie di proposte prioritarie formulate dalle Regioni e dalle province autonome;
  • all'accoglimento delle proposte emendative formulate da ANCI;
  • all'accoglimento delle osservazioni e delle proposte emendative da parte di UPI.

Si tratta di 109 pagine di proposte e osservazioni che, considerate le tempistiche, potranno:

  • non sortire alcun effetto nei confronti del Governo e del MIT che hanno ormai chiaro il futuro del D.Lgs. n. 36/2023;
  • condizionare i pareri delle Commissioni parlamentari permanenti (come per il parere del Consiglio di Stato) e dare un impulso affinché si possa ulteriormente modificare il testo entro fine marzo 2025 (data di scadenza concessa dalla legge delega per il correttivo).

In allegato il parere della conferenza unificata.

Perché serve il parere

Il parere della Conferenza Unificata è espressamente previsto all’art. 1, comma 4, della Legge delega n. 78/2022 che ha dato la facoltà al Governo di correggere il Codice dei contratti, utilizzando la stessa procedura e nel rispetto dei medesimi princìpi e criteri direttivi utilizzati per la predisposizione del D.Lgs. n. 36/2023.

Tema sul quale si discute dopo che il Consiglio di Stato ha avanzato il dubbio sulla necessità di utilizzare “la stessa procedura” che ha visto la nascita del D.Lgs. n. 36/2023 (e quindi affidare il correttivo nelle mani del Consiglio di Stato stesso), oppure semplicemente utilizzare una delle procedure indicate all’art. 1, comma 4, della legge delega.

Al momento il dubbio non sembra aver sortito particolari effetti sulla volontà del Governo di arrivare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro fine anno.

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