Mercato delle costruzioni: i dati del nuovo Rapporto Cresme
I risultati del XXXVII Rapporto Congiunturale e Previsionale: scenari, dati e prospettive per il settore edilizio nel 2025 e sul medio termine
Parla di “montagne russe” e “forza inerziale” il CRESME per descrivere le dinamiche del settore delle costruzioni, con cicli di crescita senza precedenti seguiti da rapide contrazioni.
Mercato delle costruzioni: il nuovo rapporto CRESME, tra PNRR e fine degli incentivi fiscali
È questa in sintesi la fotografia del XXXVII Rapporto Congiunturale e Previsionale recentemente presentato dal Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell'edilizia.
Se negli ultimi anni, il mercato delle opere pubbliche ha registrato una crescita impressionante, passando da un valore medio annuale di 15 miliardi di euro per le gare aggiudicate tra il 2014 e il 2020, alle cifre di 50 miliardi nel 2021, 59 nel 2022 e addirittura 95 nel 2023, tuttavia, nella prima metà del 2024, si è assistito a un drastico calo del 64% nelle aggiudicazioni.
L’espansione è stata sicuramente sostenuta dai progetti del PNRR, ma adesso è ora di passare all’esecuzione dei lavori, con una pianificazione che richiede tempi di realizzazione serrati.
Non solo. Il vero grande interrogativo da porsi è cosa accadrà dopo il 2026. Quanto sarà sostenibile questo slancio, una volta esauriti gli stimoli straordinari?
Riqualificazione privata: l’effetto del Superbonus e il calo successivo
Al mercato delle opere pubbliche, sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha fatto da contraltare nell’ambito privato la riqualificazione edilizia, supportata invece da incentivi fiscali come il Superbonus e il Bonus Facciate. Anche qui l’andamento del mercato ha visto una crescita esponenziale, dopo dati sostanzialmente stabili tra il 2013 e il 2020, quando i bonus attivavano mediamente 28 miliardi di euro di lavori ogni anno.
Dal Decreto Rilancio in poi, il volume degli interventi è schizzato a 67 miliardi nel 2021 e 94,6 miliardi nel 2022, per poi calare a 83,7 miliardi nel 2023. Nei primi mesi del 2024, la contrazione si è fatta evidente: da 14,5 miliardi nel primo trimestre a soli 59 milioni ad agosto.
Senza supporti straordinari il mercato ha quindi subito una correzione drastica, evidenziando la difficoltà di mantenere livelli elevati in assenza di incentivi. E anche qui la domanda si ripete: quale futuro è possibile per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche alla luce della Direttiva Green?
Mentre il settore pubblico è in piena attività, il mercato della riqualificazione affronta quindi una fase di contrazione, dovuta ai numerosi paletti imposti dal 2023 ad oggi, cominciando dalla riduzione delle aliquote di detrazione per continuare con il blocco della cessione dei crediti fiscali.
Tuttavia, spiega il Cresme, i numeri del 2024 mostrano una certa resilienza complessiva, con l’occupazione nelle costruzioni in aumento del 4%, grazie soprattutto al boom delle opere pubbliche. Dall’altra parte, si dimezzano le vendite di caldaie e condizionatori, senza la spinta degli incentivi.
Gli altri fattori che influenzano il mercato
Altri fattori da tenere in considerazione sono le trasformazioni che stanno interessando il settore, come l’introduzione dell’obbligo del BIM per i progetti pubblici, il nuovo Regolamento europeo sui prodotti da costruzione, la digitalizzazione e l’industrializzazione dei processi rappresentano sfide e opportunità per l’intero comparto.
Altro tema importante è poi la casa, al centro dei dibattiti tra rigenerazione urbana e riqualificazione edilizia. Da questo punto di vista, il rapporto permette di avere una panoramica completa sullo staus quo del settore, ma anche per comprendere verso quali direzioni ci si muoverà, alla luce delle variabili di mercato, fiscali e socioeconomiche che possono influenzarlo: