Superbonus 110%: misura efficace ma troppo costosa
Nella nuova relazione sul PNRR, la Corte dei Conti evidenzia tempi di ritorno dell'investimento lunghissimi, che vanno da 24 a 35 anni
Sebbene il Superbonus abbia contribuito oltre ogni aspettativa al raggiungimento degli obiettivi segnalati nel PNRR per la riqualificazione energetica degli edifici, il Governo ha fatto bene a stoppare la misura, tenendo conto dei tempi lunghissimi di ritorno dell'investimento, che vanno dai 24 ai 35 anni secondo la tipologia di intervento eseguito e di spesa sostenuta.
PNRR: la relazione semestrale della Corte dei Conti "rimanda" il Superbonus
A confermarlo è la Corte dei Conti nella Relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR, che fornisce un quadro complessivo dell’avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in riferimento ai seguenti aspetti:
- progressi registrati nel conseguimento di milestone e target semestrali;
- evoluzione della spesa e della relativa rendicontazione;
- quadro complessivo dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti ferroviari;
- descrizione della strategia antifrode e del relativo livello di implementazione da parte delle Amministrazioni titolari di intervento.
La relazione contiene inoltre tre approfondimenti tematici relativi a:
- contributo del Piano nell’affrontare il problema del disagio abitativo;
- misure di efficientamento energetico degli edifici;
- ammodernamento delle infrastrutture energetiche.
Il report sull'avanzamento del Piano
Secondo i magistrati contabili, risultano tutti conseguiti i 39 obiettivi europei in scadenza al primo semestre 2024, raggiungendo così un tasso di avanzamento del 43% nel percorso complessivo (+6 punti rispetto al semestre precedente).
Particolarmente significativi gli avanzamenti segnati da alcuni degli obiettivi conseguiti, con una riduzione di circa il 10% dei tempi intercorrenti tra aggiudicazione ed esecuzione dell'opera nel caso dei contratti pubblici, una riduzione di oltre il 90% dell’arretrato giudiziario presso la giustizia amministrativa rispetto al 31 dicembre 2019. Si tratta sicuramente di segnali importanti rispetto all’impatto di riforme e investimenti del PNRR sull’efficienza del sistema italiano.
Per quanto riguarda il II semestre 2024, continua il percorso per il conseguimento di altri 67 obiettivi, in linea con la programmazione: a metà ottobre 11 obiettivi risultavano già raggiunti, mentre per la quasi integralità di quelli ancora in corso le Amministrazioni titolari hanno escluso la presenza di ostacoli al conseguimento entro i termini stabiliti.
L’avanzamento finanziario è invece “fuori sincrono”: al 30 settembre 2024, il livello della spesa ha superato i 57,7 miliardi, pari al 30% delle risorse del Piano e corrispondenti a circa il 66% di quelle programmate entro il 2024. L’incremento registrato nel corso dei primi 9 mesi del 2024 è di 12,6 miliardi, il 30% di quanto previsto per l’anno nel cronoprogramma finanziario e circa il 60% delle stime più contenute del DPB di ottobre 2024.
Allo stadio iniziale invece la procedura di rendicontazione della spesa: i tempi medi richiesti per l’approvazione dei primi rendiconti da parte delle Amministrazioni centrali titolari delle relative misure si sono finora attestati a circa tre mesi, di cui poco più di due mesi per verifiche di tipo formale (circa 73 giorni) e per la quota restante ai controlli sostanziali esercitati su base campionaria (oltre 19 giorni).
Secondo la Corte, si tratta di tempistiche coerenti con le esigenze sia di assicurare il rispetto dei principi di legalità e regolarità della spesa, che di consentire una celere erogazione di liquidità ai soggetti attuatori per l’ulteriore avanzamento delle iniziative.
Da questo punto di vista, la futura intensificazione delle rendicontazioni di progetto e dei relativi controlli potrebbe comportare il rischio di una dilatazione delle relative tempistiche.
Lo stato di attuazione delle riforme
Alla fine del I semestre 2024, risultava ultimato il percorso degli obiettivi europei da raggiungere per il 63% delle 72 misure di riforma (a fronte del dato del 6% degli investimenti). Questa quota salirà al 66% con il conseguimento degli ulteriori 17 obiettivi europei associati a riforme del II semestre 2024.
Alla fine del III trimestre 2024, rispetto al totale delle risorse associate, la spesa sostenuta si attesta al 4% (circa 278 milioni su 6,9 miliardi). In 3 casi su 7 la spesa sostenuta è stata pari a zero, mentre nei restanti casi il dato si è attestato a valori inferiori al 31%.
Inoltre, una parte significativa della Relazione prende in esame lo sviluppo della strategia generale antifrode per il PNRR e il relativo livello di implementazione da parte delle Amministrazioni titolari di intervento, negli specifici documenti strategici settoriali, quali presidi essenziali per assicurare il rispetto del principio di sana gestione finanziaria. Da questo punto di vista, i magistrati contabili hanno individuato alcuni margini di miglioramento, formulando specifiche raccomandazioni che potranno essere prese in considerazione nei cicli di aggiornamento periodico delle strategie settoriali.
Edilizia residenziale pubblica e sociale: gestione delle risorse problematica
Il primo approfondimento tematico della relazione riguarda l'analisi delle risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica e a quella sociale, volte ad incidere sul problema della tensione e del disagio abitativo.
Nel dettaglio, si tratta delle risorse rientranti prevalentemente nel Piano innovativo per la qualità dell’abitare, c.d. PINQuA (2,8 miliardi), ai quali si aggiunge, in parte, la dotazione del Piano Nazionale Complementare per la misura Sicuro, verde e sociale (2 miliardi). Queste misure hanno evidenziato difficoltà realizzative nel caso di molti progetti: in particolare, oltre un terzo di quelli rientranti nel PINQuA, presentano ritardi rispetto alla relativa programmazione temporale, di cui oltre l’80% nelle fasi precedenti l’avvio dei lavori.
Efficientamento energetico degli edifici: Superbonus efficace, ma troppo costoso
Altro punto fondamentale, l’efficientamento energetico degli edifici attraverso le risorse per il finanziamento del Superbonus 110%. Dai dati ancora parziali pubblicati dall’ENEA, è possibile stimare che gli obiettivi della misura, in termini di risparmio energetico e di emissioni di CO2, siano stati ampiamente superati.
Tuttavia, da un’analisi costi-benefici, fatta sia a livello aggregato che a livello di singola tipologia di intervento incentivato, il tempo di ritorno dell’investimento del Superbonus è abbastanza elevato (circa 35 anni), non coerente con l’orizzonte di vita utile degli interventi incentivati.
Si tratta di una conclusione che trova sostanziale conferma anche considerando un costo per lo Stato al netto delle maggiori entrate fiscali generate dalla misura, con un ritorno dell’investimento pari a circa 24 anni).
Proprio per questo, la Corte guarda con favore alla scelta del Governo di rivedere, in netta riduzione, la portata agevolativa della misura, valutando l’opportunità di prevedere detrazioni differenziate in ragione della forte eterogeneità, quanto ad anni di ritorno, tra i singoli interventi.
Il PNRR e le infrastrutture energetiche
Infine, il PNRR ha destinato 5,5 miliardi di euro all’ammodernamento delle infrastrutture energetiche.
Delle 8 misure previste, spiega la Corte, risulta attivata la ripartizione per 53 progetti, con un grado di avvicinamento ai target assegnati pari al 5,7%: si tratta di un valore ancora basso, a motivo del fatto che il cronoprogramma del Piano prevede la chiusura della fase di selezione dei progetti entro il 2024, per poi concentrarne la fase esecutiva nel biennio 2025-26.
Questa tipologia di finanziamenti è comunque riservata a operatori altamente specializzati e con elevata capacità di spesa e ciò, concludono i magistrati contabili, dovrebbe rappresentare una garanzia per la tempestiva conclusione dei progetti.
Documenti Allegati
Relazione