Pagelle 2024: tra emergenze normative e prospettive per il futuro

Una valutazione sui principali ambiti normativi per il settore edilizio e dei lavori pubblici: luci, ombre e aspettative per il 2025

di Redazione tecnica - 24/12/2024

Il 2024 è stato un anno di transizione per il settore edilizio e dei lavori pubblici, caratterizzato da provvedimenti spesso emergenziali e poco organici, che hanno modificato molte delle regole senza l'opportuna valutazione degli effetti a breve e lungo termine.

I principali provvedimenti del 2024

Nel corso del 2024, sono stati introdotti diversi provvedimenti normativi di rilievo nei settori dell'edilizia, dell'urbanistica, degli appalti pubblici e dei bonus edilizi. Ecco una sintesi dei principali interventi:

Oltre a questi occorre certamente considerare:

  • il c.d. Decreto Salva Milano;
  • il correttivo al Codice dei contratti pubblici;
  • il Milleproroghe;
  • la Legge di Bilancio 2025.

Nell’attesa che gli ultimi provvedimenti approdino in Gazzetta Ufficiale, è già possibile dare una valutazione dei settori principali.

Edilizia e Urbanistica

Voto: 4,5

Il Decreto Salva Casa, pur rappresentando un tentativo apprezzabile di risolvere situazioni di emergenza abitativa, presenta ancora diversi nodi irrisolti. Tra questi, la necessità della modulistica unificata che consenta l’aggiornamento delle piattaforme digitali e il coordinamento tra le norme statali con quelle regionali.

Sul fronte urbanistico, si attendeva un maggiore impulso alla rigenerazione urbana e una semplificazione normativa che invece restano temi accennati ma non pienamente sviluppati. Il Decreto Salva Milano, pur nato con l’intento di risolvere una problematica specifica legata alla città di Milano, non offre ancora una visione organica che possa essere estesa a livello nazionale.

Ancora una volta, siamo di fronte a provvedimenti emergenziali che perdono di vista l’obiettivo principale: una revisione organica e strutturata delle norme che regolano l’edilizia e l’urbanistica.

Da rivedere gli interventi del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e del suo Ministero. Il comparto è in attesa della mini-guida/circolare applicativa-attuativa-esplicativa/bigino, necessario per la chiara attuazione delle norme contenute nel Decreto Salva Casa.

Appalti pubblici

Voto: 5

Il correttivo al Codice dei Contratti Pubblici è ormai stato approvato. Resta solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un provvedimento normativo (un Decreto Legislativo) nato sotto i peggiori auspici. Il parere del Consiglio di Stato lascia, infatti, ampi margini di dubbio in merito alla possibile illegittimità formale di un correttivo che sostanzialmente sta seguendo procedure differenti rispetto a quelle dell’approvazione del D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici).

Intanto, a partire dal 1° gennaio 2025 diventeranno operative alcune importanti disposizioni che riguardano il BIM e la digitalizzazione, segnando la fine del periodo transitorio per i microaffidamenti. Il 2025 sarà un anno cruciale per valutare l’efficacia di queste modifiche sul campo.

Da rivedere le scelte del Governo e le tempistiche con cui sta arrivando questo correttivo che difficilmente potranno seriamente prendere in considerazione i pareri emessi dal Consiglio di Stato, dalla Conferenza unificata e dalle Commissioni parlamentari.

Bonus Edilizi

Voto: 3

La gestione dei bonus edilizi, in particolare del Superbonus, continua a soffrire di incertezze normative e di una complessità tecnica che ne ha compromesso l’efficacia nel 2024. I continui correttivi introdotti per contenere il costo fiscale e prevenire abusi hanno reso il quadro normativo sempre più complicato, allontanando i cittadini e scoraggiando i professionisti del settore.

La bozza di legge di Bilancio 2025 (ormai in corso di approvazione anche al Senato) introdurrà un paletto cruciale per l'accesso al Superbonus nel 2025, destinato a restringere ulteriormente la platea dei beneficiari. La proposta di modifica all’art. 119 del D.L. n. 34/2020, con l’aggiunta del comma 8-bis.2, prevede che la detrazione del 65% sarà consentita esclusivamente per gli interventi che, entro il 15 ottobre 2024, soddisfino determinate condizioni:

  • presentazione della CILAS per lavori diversi da quelli effettuati dai condomìni;
  • delibera assembleare condominiale che approvi i lavori e presentazione della CILA per gli interventi nei condomìni;
  • presentazione dell’istanza per il titolo abilitativo nel caso di interventi che comportano demolizione e ricostruzione.

Tale disposizione, se confermata, comporterà l’esclusione dal Superbonus 2025 di tutti quei soggetti che abbiano avviato lavori o presentato documentazione tra il 15 ottobre 2024 e la data di pubblicazione della Legge di Bilancio, creando un vuoto normativo che espone la norma al rischio di incostituzionalità. Una regolamentazione così rigida, oltre a penalizzare chi si trova in questa finestra temporale, rischia di bloccare molti interventi già programmati, con un impatto negativo sia sulle imprese del settore edilizio che sull’efficienza energetica e la sicurezza del patrimonio immobiliare.

In aggiunta, la progressiva riduzione delle aliquote per altri bonus edilizi (come Bonus Casa, Ecobonus e Sismabonus) manca di una visione strategica a lungo termine. La mancanza di stabilità normativa continua a rappresentare un ostacolo per la pianificazione efficace e il pieno sfruttamento degli incentivi.

Bocciati gli interventi del Governo sui bonus edilizi, vittime incolpevoli di un pregiudizio su questi strumenti che negli ultimi anni sono riusciti a tenere a galla il comparto delle costruzioni. Nessun giudizio sulla gestione della problematica legata al blocco della cessione del credito in considerazione della totale assenza di qualsiasi intervento riparatore.

Sicurezza cantieri

Voto: 6,5

La patente a crediti, introdotta dal Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 19 (Decreto PNRR) e convertita in legge con modifiche dalla Legge 29 aprile 2024, n. 56, rappresenta una novità significativa per il settore edile. Il sistema, basato su un meccanismo di crediti, mira a premiare le imprese virtuose che rispettano la normativa sulla sicurezza, sulla qualità del lavoro e sugli standard ambientali. Per ogni infrazione accertata, vengono decurtati punti dalla patente, con il rischio di sospensione o esclusione dalle gare pubbliche per le imprese meno virtuose.

Questa misura si inserisce nell’obiettivo più ampio di garantire una maggiore trasparenza e sostenibilità nel settore dei lavori pubblici, rappresentando un passo avanti per il miglioramento della qualità complessiva dei cantieri. Tuttavia, non mancano alcune criticità:

  • applicazione pratica: le modalità di verifica e attribuzione dei crediti restano complesse e potrebbero gravare sulle imprese, soprattutto quelle di dimensioni ridotte;
  • uniformità territoriale: la capacità di implementazione potrebbe variare significativamente tra le regioni, rischiando di creare disparità nell’applicazione delle norme;
  • effetti di lungo periodo: è ancora presto per valutare l’efficacia reale della misura nel promuovere un cambiamento strutturale nei comportamenti delle imprese.

In sintesi, la patente a crediti rappresenta un’innovazione interessante e potenzialmente rivoluzionaria per il settore edile. Tuttavia, il successo della misura dipenderà dalla sua effettiva implementazione e dalla capacità di garantire equità e semplicità nel sistema di monitoraggio e valutazione.

Conclusioni

Il 2024 si chiude come un anno di alti e bassi per il settore edilizio e dei lavori pubblici. Le speranze per il 2025 si concentrano su un maggiore coordinamento tra gli interventi normativi e una visione strategica che metta al centro la sostenibilità, la semplificazione e la certezza normativa. Sarà cruciale monitorare gli effetti delle nuove misure sul campo per capire se rappresenteranno un vero progresso o solo un ulteriore appesantimento burocratico.

Un aspetto che non può essere ignorato è l'utilizzo distorto dello strumento del Decreto Legge, ormai divenuto prassi per affrontare questioni anche ordinarie, spesso a scapito di una visione organica e stabile. Gli operatori del settore auspicano un ritorno a un Parlamento che legiferi principalmente attraverso leggi ordinarie, capaci di garantire maggiore stabilità e qualità normativa. Solo una normativa chiara, coerente e duratura nel tempo può offrire agli operatori e ai cittadini un quadro certo su cui basare pianificazioni e investimenti.

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