Come scrivere un curriculum per lavorare come project manager nel settore edilizio

Lavorare come project manager nel settore edilizio è un’ambizione piuttosto diffusa. In questo articolo vediamo come preparare un curriculum vitae efficace per inviare la candidatura perfetta

di Redazione tecnica - 08/01/2025

 Come scrivere un curriculum per lavorare come project manager nel settore edilizio

Quello dell’edilizia è uno dei settori in grado di assorbire più agevolmente tutti i potenziali contraccolpi legati a congiunture economiche non troppo favorevoli. Anche per questo motivo, un’occupazione in questo ambiente di lavoro rappresenta un traguardo ambito da tante figure professionali, dai più giovani ai più esperti. Nello specifico, un ruolo per sua stessa natura affascinante e dinamico è quello del project manager, ovvero della persona incaricata della supervisione di tutte le fasi di un progetto: dallo studio e dall’elaborazione iniziale fino alla fase di realizzazione e monitoraggio.

Lavorare come project manager nel settore edilizio: come scrivere un curriculum efficace

Per chiunque intenda percorrere questo tipo di strada, il punto di partenza non può che essere la stesura di un buon curriculum vitae, in grado di garantire il giusto equilibrio fra un buon livello di dettaglio, sempre indispensabile, e una certa efficacia anche al colpo d’occhio. In questo articolo scendiamo nel dettaglio e vediamo come preparare un CV perfetto per un project manager nel settore edilizio, con uno sguardo ai principali modelli di curriculum di CV maker.

Partiamo dalle basi: quali dati inserire?

Può sembrare banale, ma vi assicuriamo che non è così: l’efficacia di un curriculum vitae è strettamente connessa con le informazioni fornite e, quindi, con la capacità di distinguere i dettagli necessari da quelli superflui. A differenza del nome e dell’età, per esempio, l’indirizzo potrebbe essere anche omesso, ma è utile per fornire un’indicazione sulla zona preferita. Non si può, invece, mai prescindere dal numero di telefono e da un indirizzo email che dia una sensazione di professionalità: scegliere l’indirizzo creato in adolescenza potrebbe rivelarsi un autogol. Nel caso in cui siano aggiornati e pertinenti con l’offerta per la quale ci si sta candidando, i profili dei social dedicati al mondo del lavoro potrebbero rappresentare una spinta in più, mentre, per chiunque abbia già maturato un qualche tipo di esperienza nel settore, il suggerimento è quello di inserire un link a un portfolio o un sito web: non c’è modo migliore per dimostrare le proprie conoscenze e competenze.

Il profilo professionale

In alcuni casi, specialmente per i più giovani o per le persone che non possono contare su un corposo bagaglio di esperienza, può essere utile inserire un profilo professionale o un obiettivo, ovvero una breve descrizione per riassumere competenze e motivazioni. In questo senso, è utile sviscerare tutte quelle qualità che possono essere comprovate e che possono giovare al profilo di un project manager: qualche riferimento alla capacità di coordinamento o di rispettare le scadenze, di saper affrontare in maniera costruttiva i problemi e di sapersi porre in relazione con chi collabora è senza dubbio utile. Si tratta, comunque, di una voce opzionale: un project manager di lungo corso potrebbe anche scegliere di omettere questa voce e di “lasciar parlare” le esperienze professionali realizzate lungo il cammino. In ogni caso, bisogna saper essere sintetici al punto giusto nella stesura del profilo professionale.

Esperienze professionali

Si tratta di una delle sezioni di un curriculum vitae più importanti in assoluto: le esperienze professionali sono in grado di suggerire competenza nel settore, ma, in maniera ancor più importante, anche l’adeguatezza al ruolo per cui ci si candida. Le esperienze professionali devono essere indicate in ordine cronologico inverso, vale a dire con la più recente in alto e la più datata in basso, e devono essere complete di alcune informazioni: il “nome” del lavoro, ovvero della mansione, in testa, ma anche il nome dell’azienda o della realtà all’interno della quale è stato ricoperto l’incarico; il periodo di impiego, con il dettaglio di mese e anno. Infine, il suggerimento è quello di utilizzare un elenco puntato per descrivere in maniera chiara e concisa anche le responsabilità e i risultati ottenuti. Molto probabilmente, sono informazioni che verranno sviscerate in maniera più approfondita in sede di colloquio. Esperienze professionali particolarmente brevi o poco rilevanti possono anche essere omesse: l’obiettivo deve essere quello di alimentare l’interesse del recruiter, per cui dettagli troppo specifici su esperienze molto lontane del tempo o riferite ad altri settori possono essere evitati senza ansie.

La formazione è sempre importante

Quando si prepara un curriculum vitae, qualsiasi sia il settore di interesse, bisogna sempre ricordare che la formazione non può essere omessa. Il focus sulla scuola secondaria di secondo grado non è importante, ma l’istruzione a livello accademico assume un ruolo centrale per dimostrare un primo livello di adeguatezza ai recruiter. Perché sia efficace, questa sezione deve comprendere il titolo di studio e l’anno di completamento del percorso, ovvero fornire un’informazione chiara e immediatamente riconoscibile sul livello raggiunto, ma può essere dettagliata anche con il titolo della tesi e, specialmente per chiunque abbia avuto interazioni con figure particolarmente autorevoli del settore, anche con il nome del relatore. Il livello di dettaglio, in questo senso, può andare di pari passo con le esperienze professionali già realizzate: i più giovani hanno bisogno di porre l’accento sulla propria formazione proprio perché la sezione relativa ai lavori passati, inevitabilmente, tende a essere più scarna. I master e tutti gli altri corsi di specializzazione relativi al mondo del project management o anche semplicemente del settore edilizio vanno inseriti senza la minima esitazione.

Competenze tecniche e soft skills

In ogni curriculum che si rispetti, ampio spazio deve essere concesso alle competenze tecniche, ovvero a tutte quelle conoscenze legate al settore di riferimento e che, in alcuni casi specifici, possono essere comprovate anche attraverso certificazioni. Un aspirante project manager conosce diversi software dedicati al project management e alla progettazione in senso lato, ma possiede anche dimestichezza con i contratti edilizi e le normative, dai regolamenti locali al codice degli appalti e a tutto quello che riguarda il tema della sicurezza sul lavoro. Allo stesso modo, è utile menzionare le competenze nell’uso di strumenti per la pianificazione economica e la gestione delle risorse. Ma non è tutto: anche le soft skills sono fondamentali. Trattandosi di competenze trasversali, esse rappresentano un “pacchetto” di tratti caratteriali, attitudini e competenze legate all’intelligenza emotiva che possono fare la differenza in qualsiasi settore e in qualsiasi ambiente. Per un project manager, la capacità di comunicare in maniera efficace è importante tanto quanto la leadership o l’abilità nel problem solving.

Referenze e progetti rilevanti

Le referenze sono un aspetto spesso trascurato ma di grande rilevanza, specialmente per settori come quello edilizio, in cui la collaborazione con altre figure professionali è essenziale. Per un project manager o aspirante tale, è molto utile poter contare sulle testimonianze dirette di altre persone incontrate lungo il percorso formativo o professionale: si tratta di un ottimo modo per dimostrare competenze e adeguatezza al profilo per cui ci si candida. Poiché inserirle all’interno di un curriculum vitae potrebbe essere complicato per mere ragioni di spazio, il suggerimento è quello di valutare anche l’inserimento della voce “referenze disponibili su richiesta”. Un’altra sezione opzionale, ma potenzialmente molto utile, è quella sui progetti rilevanti: il project manager che può vantare la partecipazione in progetti corposi e apprezzati dovrebbe cogliere l’occasione per descriverli brevemente nel proprio CV, aggiungendo qualche dettaglio sul titolo e sul tipo di progetto, ma magari anche sulla dimensione del budget e delle risorse coinvolte.

Lingue straniere

Il project manager nel settore edilizio potrebbe lavorare con una certa frequenza con attori stranieri e committenti internazionali. I recruiter di realtà di respiro ampio e dalla vocazione internazionale sono molto attenti a questo aspetto e tendono a cercare persone che conoscano anche qualche lingua straniera. L’inglese rappresenta un capitolo a parte, essendo un requisito ormai indispensabile per qualsiasi settore professionale, ma la conoscenza di altre lingue molto parlate su scala globale come lo spagnolo o il francese può essere un plus. Nella sezione dedicata alla conoscenza delle lingue straniere, il project manager del settore edilizio deve prestare attenzione a specificare il livello di competenza, possibilmente utilizzando come riferimento il Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) e, se necessario, anche sottolineando eventuali differenze fra lo scritto, l’ascolto e il parlato: questo modello è accettato in tutta Europa e rappresenta un ottimo modo per validare le informazioni fornite.

Occhio alle certificazioni

In alcuni contesti e in alcune realtà professionali, il possesso di una certificazione specifica potrebbe fare una grande differenza nell’assunzione di un project manager. Questo è persino più evidente nel campo dell’edilizia e, per questo motivo, raccomandiamo di dedicare un’apposita sezione del curriculum vitae anche alle certificazioni: è importante includere tutte quelle che sono più rilevanti per il ruolo, senza la necessità di dedicare troppo spazio, anche perché esse non hanno bisogno di essere spiegate ai recruiter che conoscono molto bene i propri settori di riferimento.

 

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