SEGNALAZIONE A GOVERNO E PARLAMENTO
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), nella riunione del 9 giugno 2008, ha approvato la segnalazione AS453 inviata al Governo e al ...
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
(Antitrust), nella riunione del 9 giugno 2008, ha approvato la
segnalazione AS453 inviata al Governo e al Parlamento l’11 giugno
scorso nella quale vengono esaminati i settori economici più
importanti per il Paese ed evidenziati gli aspetti limitativi
della concorrenza nei diversi mercati.
Il documento, al quale sono allegate alcune schede settoriali, rappresenta un contributo di analisi tecnica che l’Autorità ha messo a disposizione del legislatore.
Nella segnalazione vengono indicati i settori dove mancanza di concorrenza e lentezza del processo decisionale pubblico rappresentano un freno per la crescita del Paese: infrastrutture, energia, servizi pubblici locali, trasporti, distribuzione commerciale, carburanti, professioni e servizi finanziari costituiscono per l’Antitrust i comparti dove occorre intervenire.
Per quanto concerne il settore delle professioni, l’Autorità precisa che il legislatore è di recente intervenuto, introducendo alcune misure di promozione della concorrenza, come l’abrogazione delle disposizioni legislative e regolamentari che prevedono l'obbligatorietà di tariffe fisse o minime, ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti; l’eliminazione del divieto, anche parziale, di diffondere pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni; l’abrogazione del divieto di fornire all’utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti.
A tali provvedimenti, tuttavia, ha fatto seguito l’adozione di interventi normativi speciali in contrasto con i principi delineati, si pensi alle tariffe dei notai e nel settore dei lavori pubblici; inoltre, alcuni organismi rappresentativi dei professionisti hanno, di fatto, interpretato in senso restrittivo le nuove disposizioni.
L’indagine conoscitiva svolta dall’Autorità, proprio allo scopo di verificare lo stato del recepimento delle regole pro-concorrenziali sopra richiamate, mostra una realtà non confortante, caratterizzata dalla diffusa permanenza di una sostanziale impermeabilità dei codici deontologici alle esigenze di modernizzazione.
L’accesso alla professione deve essere, in linea di principio, libero.
Il prezzo dei servizi dovrebbe essere stabilito d’intesa tra le parti. In alcune circostanze, le esigenze di tutela dei consumatori possono giustificare la previsione, in via eccezionale, di tariffe massime che devono però essere concretamente stabilite in modo più trasparente e immediatamente percepibile per il consumatore, specie con riferimento agli atti standardizzati.
È auspicabile l’istituzione di corsi scolastici e universitari che consentano di conseguire direttamente l’abilitazione.
L’imposizione dell’esame di Stato va valutata secondo le circostanze. L’eventuale periodo di tirocinio deve essere proporzionato alle esigenze di apprendimento pratico delle diverse professioni e potersi svolgere non solo presso il professionista, ma anche presso strutture, pubbliche e private.
Vanno abrogate le limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come per esempio nel caso dei notai e dei medici del servizio sanitario nazionale.
Gli ordini devono tutelare la correttezza degli iscritti nello svolgimento della prestazione professionale e l’aggiornamento.
I codici deontologici devono prevedere unicamente norme di tipo etico, a garanzia degli interessi dell’utente e della libertà e autonomia del professionista.
Il documento, al quale sono allegate alcune schede settoriali, rappresenta un contributo di analisi tecnica che l’Autorità ha messo a disposizione del legislatore.
Nella segnalazione vengono indicati i settori dove mancanza di concorrenza e lentezza del processo decisionale pubblico rappresentano un freno per la crescita del Paese: infrastrutture, energia, servizi pubblici locali, trasporti, distribuzione commerciale, carburanti, professioni e servizi finanziari costituiscono per l’Antitrust i comparti dove occorre intervenire.
Per quanto concerne il settore delle professioni, l’Autorità precisa che il legislatore è di recente intervenuto, introducendo alcune misure di promozione della concorrenza, come l’abrogazione delle disposizioni legislative e regolamentari che prevedono l'obbligatorietà di tariffe fisse o minime, ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti; l’eliminazione del divieto, anche parziale, di diffondere pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni; l’abrogazione del divieto di fornire all’utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti.
A tali provvedimenti, tuttavia, ha fatto seguito l’adozione di interventi normativi speciali in contrasto con i principi delineati, si pensi alle tariffe dei notai e nel settore dei lavori pubblici; inoltre, alcuni organismi rappresentativi dei professionisti hanno, di fatto, interpretato in senso restrittivo le nuove disposizioni.
L’indagine conoscitiva svolta dall’Autorità, proprio allo scopo di verificare lo stato del recepimento delle regole pro-concorrenziali sopra richiamate, mostra una realtà non confortante, caratterizzata dalla diffusa permanenza di una sostanziale impermeabilità dei codici deontologici alle esigenze di modernizzazione.
L’accesso alla professione deve essere, in linea di principio, libero.
Il prezzo dei servizi dovrebbe essere stabilito d’intesa tra le parti. In alcune circostanze, le esigenze di tutela dei consumatori possono giustificare la previsione, in via eccezionale, di tariffe massime che devono però essere concretamente stabilite in modo più trasparente e immediatamente percepibile per il consumatore, specie con riferimento agli atti standardizzati.
È auspicabile l’istituzione di corsi scolastici e universitari che consentano di conseguire direttamente l’abilitazione.
L’imposizione dell’esame di Stato va valutata secondo le circostanze. L’eventuale periodo di tirocinio deve essere proporzionato alle esigenze di apprendimento pratico delle diverse professioni e potersi svolgere non solo presso il professionista, ma anche presso strutture, pubbliche e private.
Vanno abrogate le limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come per esempio nel caso dei notai e dei medici del servizio sanitario nazionale.
Gli ordini devono tutelare la correttezza degli iscritti nello svolgimento della prestazione professionale e l’aggiornamento.
I codici deontologici devono prevedere unicamente norme di tipo etico, a garanzia degli interessi dell’utente e della libertà e autonomia del professionista.
A cura di Paolo
Oreto
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