Riforma bonus edilizi: a che punto siamo?
Presentato in Commissione Ambiente il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi fiscali in materia edilizia
Dopo due anni dall’inizio dei lavori, è stato messo ai voti della Commissione Ambiente alla Camera il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia, tra cui naturalmente il Superbonus, al vaglio adesso della Commissione Ambiente alla Camera.
Riforma incentivi edilizi: tra le possibili nuove regole e criticità aperte
L’indagine condotta dalla Commissione ha consentito di affrontare numerose tematiche riguardanti il complessivo sistema degli incentivi in materia edilizia e l’esigenza di un loro riordino, alla luce dell’impatto ambientale degli interventi agevolati e delle criticità emerse dal punto di vista economico e fiscale.
Punto fondamentale, anche alla luce dei recenti aggiornamenti delle Direttive EED e EPBD, l’importanza del miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici quale strumento per raggiungere gli obiettivi energetici e di riduzione delle emissioni fissati a livello europeo e nazionale, tenuto conto della rilevante quota di emissioni prodotta dal settore edilizio anche a causa di un patrimonio immobiliare vetusto, in larga parte antecedente al 1976.
Riqualificazione energetica: il ruolo del Superbonus
Impossibile quindi non tenere conto dell'impulso dato dagli strumenti di incentivazione, a partire dall’avvio dei meccanismi nel 2007 e con un’accelerazione negli ultimi anni in corrispondenza del Superbonus.
Superbonus che, come sappiamo bene, è stato oggetto di numerose critiche ed è stato progressivamente ridimensionato: tra le critiche, il fatto che abbia riguardato solo il 3% dei 12 milioni di edifici che necessiterebbero di interventi di efficientamento e il fatto che in termini di costi, la riduzione di CO2 ottenuta col superbonus è costata circa 10 volte il valore di riferimento sul mercato ETS.
Secondo quanto rilevato in un’audizione della Banca d’Italia, i benefici ambientali del superbonus ripagherebbero i costi finanziari in circa quaranta anni.
In via generale, nel corso dell’attività conoscitiva svolta dalla Commissione è emersa l’esigenza di una razionalizzazione del sistema di incentivi, per renda economicamente ed ecologicamente sostenibile l’investimento in termini di rapporti costi-benefici, tenuto conto della revisione dei regimi fiscali di detrazione e delle questioni legate all’impatto economico.
Direttiva Green e PNIEC: l'occasione per la revisione del sistema di bonus
Il tutto tenendo conto:
- del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC), con un approccio integrato ed efficiente delle opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti che superi la frammentazione delle varie detrazioni, e porti a una riforma generale che dovrà avere una durata almeno decennale, prevedendo una modulazione dei benefici in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità.;
- degli obiettivi europei di riduzione del 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030 e l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia.
Proprio la Direttiva Green, che dovrebbe essere attuata nell’ordinamento nazionale entro il 29 maggio 2026, pur fissando un percorso che attribuisce un margine maggiore di discrezionalità agli Stati membri nel perseguimento degli obiettivi da qui al 2050, richiederà un intervento consistente su edifici residenziali ancora in larghissima parte ricadenti nelle classi energetiche peggiori, con oneri eccessivi in assenza di incentivi finanziari adeguati
Anche per questo è necessario pensare a misure di sostegno per l’adeguamento del patrimonio edilizio alle regole e alle scadenze previste dalla direttiva, ferma restando la necessità di una revisione mirata della direttiva stessa al fine di assicurarne una maggiore gradualità nel perseguimento degli obiettivi.
Le proposte
Sulla base degli elementi conoscitivi acquisiti e delle proposte avanzate nel corso delle audizioni sotto il profilo dell’impatto ambientale, sono stati formulati dei punti da tenere in considerazione per la revisione dei bonus edilizi:
- definire un quadro di strumenti stabile, al fine di evitare distorsioni sui prezzi, assicurando una maggiore sostenibilità nel tempo degli investimenti e tutelando l’affidamento di famiglie e operatori economici;
- razionalizzare i meccanismi di incentivazione, considerato che alcune tipologie di spese sono agevolabili nell’ambito di vari regimi di sostegno;
- semplificare la normativa accorpando la disciplina delle agevolazioni in un testo unico oltre che gli adempimenti a carico degli utenti finali;
- valutare una modulazione delle aliquote di incentivazione o dei meccanismi di finanziamento, che potrebbero tenere conto della situazione di povertà energetica dei beneficiari, del carattere più o meno energivoro degli edifici, oltre che del risparmio energetico generato ad esempio in termini di miglioramento di classi energetiche ovvero dell’energia primaria fossile risparmiata in linea con quanto previsto nella citata direttiva;
- indirizzare gli incentivi in modo più mirato al raggiungimento degli obiettivi climatici, di risparmio energetico, di promozione dell’autonomia energetica da fonti rinnovabili, quale strumento di implementazione delle politiche di decarbonizzazione in un’ottica di maggiore connessione con il PNIEC; per esempio utilizzare criteri che si concentrano sul livello di emissioni risparmiato per metro quadrato;
- riconfigurare il sistema degli incentivi su tessuti edilizi ed urbanistici più ampi, anche al fine di massimizzarne l’impatto ambientale, sociale e di messa in sicurezza e di ricollegarne la funzione a finalità di autoproduzione energetica attraverso le comunità energetiche; da questo punto di vista, le operazioni di demolizione e ricostruzione potrebbero svolgere un ruolo importante per finalità di miglioramento energetico e di rigenerazione urbana;
- prestare particolare attenzione alla qualità degli interventi agevolabili, tenendo conto di materiali e dei loro utilizzi nella riqualificazione e nella messa in sicurezza degli edifici;
- continuare a dare grande importanza alle agevolazioni Sismabonus, di cui andrebbe valutato in modo più accurato l’impatto e il miglioramento della classe sismica;
- procedere quanto prima alla revisione del conto termico al fine di incrementarne l’utilizzo, e monitorare il nuovo strumento previsto all’interno del PNRR per migliorare l'accesso ai finanziamenti per le ristrutturazioni energetiche dell'edilizia pubblica anche residenziale e sociale.