Salva Milano: soluzione o nuovo caos normativo?

Dalle interpretazioni autentiche alle norme spot: il Salva Milano rilancia il dibattito sulla necessità di una riforma organica del Testo Unico Edilizia e delle regole urbanistiche.

di Gianluca Oreto - 14/03/2025

Se vedrà mai la luce o se finirà per essere l’ennesima perdita di tempo, lo dirà la storia. Fatto sta che il 12 marzo 2025 era la data prevista per la presentazione degli emendamenti al DDL n. 1309 (“Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia”), già approvato dalla Camera dei Deputati. Ma degli emendamenti, per ora, nessuna traccia.

Salva Milano: presentazione emendamenti rinviata

Dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente del Senato è emersa la necessità di rinviare il termine per la presentazione degli emendamenti, in seguito alle pressioni delle forze di opposizione. Un rinvio che, secondo Agostino Santillo (M5S), potrebbe preludere a un definitivo accantonamento del provvedimento:

Il rinvio del termine emendamenti sul Salva-Milano, che verrà fissato in un prossimo ufficio di presidenza della commissione Ambiente del Senato, è il preludio a un altro rinvio sine die, cioè potrebbe non venire mai. Il MoVimento 5 Stelle ribadisce la forte necessità di cestinare definitivamente una legge sbagliata, illegittima ed estremamente pericolosa”.

E rincara la dose:

I parlamentari devono avere la forza di riconoscere gli errori quando si fanno, e il testo approvato alla Camera è oggettivamente una vergogna, come ripetiamo da mesi. Le cronache giudiziarie e politiche di questi giorni a Milano ce lo hanno confermato. Sull'urbanistica bisogna legiferare in maniera opposta rispetto a quanto fatto finora in questa legislatura, partendo dagli interessi dei cittadini e non da quelli degli speculatori del mattone”.

Dal Salva Casa al Salva Milano: il filo conduttore di un metodo sbagliato

A prescindere dai suoi contenuti (condivisibili o meno a seconda di chi li analizza), il Salva Milano rappresenta solo l’ennesima conferma di un modo di legiferare che continua a rincorrere l’emergenza, anziché risolvere i problemi alla radice. Si creano soluzioni specifiche spacciandole per riforme generali, con il risultato di aggravare il caos normativo in materia edilizia e urbanistica.

È la stessa logica del Salva Casa, che ha rimaneggiato numerose disposizioni del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) senza affrontare il vero problema: la necessità di una riforma organica dell’intero impianto normativo.

L’urbanistica e l’edilizia in Italia sono regolate da una selva di norme stratificate dal primo ‘900, modificate e rattoppate nel tentativo di adattarle a una realtà completamente diversa da quella per cui erano state pensate. Il Testo Unico Edilizia, nato nel 2001, era costruito sulla nuova edificazione, mentre oggi il tema centrale è la rigenerazione urbana, il recupero del patrimonio esistente e la semplificazione delle procedure.

Eppure, invece di affrontare il problema, si continua con norme spot: prima il Salva Casa, ora il Salva Milano, senza un’idea chiara di dove si voglia arrivare.

Salva Milano: cosa prevede il DDL approvato alla Camera?

Il DDL "Salva Milano" introduce disposizioni di interpretazione autentica in materia edilizia e urbanistica, con l’obiettivo di sbloccare progetti di demolizione e ricostruzione in aree già urbanizzate senza necessità di un piano attuativo.

Tra le principali novità:

  • l’eliminazione dell'obbligo di piano attuativo per interventi in aree urbanizzate, anche con aumenti di volume e altezza, purché non vi sia un concreto e attuale interesse pubblico a limitarli;
  • l’ampliamento della nozione di ristrutturazione edilizia, includendo interventi che modificano sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, purché in linea con le previsioni regionali e comunali.

L’obiettivo dichiarato è velocizzare i processi autorizzativi, ma il rischio concreto è l’ennesima deregulation senza criteri chiari. In particolare, il DDL scarica sugli enti locali la responsabilità di accertare l’interesse pubblico senza fornire strumenti oggettivi per valutarlo.

Conseguenze? Un far west normativo in cui:

  • ogni Comune interpreta le regole a modo suo, creando disparità di trattamento tra territori;
  • professionisti e imprese che dovranno destreggiarsi tra regole in continua evoluzione, con maggior incertezza e rischio di contenziosi;
  • amministrazioni locali, già in difficoltà per carenza di risorse e competenze, si troveranno a gestire situazioni sempre più complesse.

Dove si dovrebbe intervenire davvero?

Come ho scritto più volte, non servono pezzi di normativa messi insieme per risolvere problemi specifici. Servono regole chiare, stabili e applicabili ovunque. Migliaia di sentenze (riportate e analizzate su queste pagine) hanno ormai dimostrato che bisogna concentrarsi sui livelli essenziali prestazionali (LEP), evitando la tentazione di normare ogni dettaglio senza guardare l’insieme.

Invece di moltiplicare regole e deroghe, si dovrebbe partire da un piano chiaro per la riforma dell’edilizia e dell’urbanistica:

  • mappare le norme edilizie e urbanistiche esistenti, eliminando le contraddizioni;
  • analizzare lo stato del patrimonio edilizio, per capire quali strumenti normativi servano davvero;
  • definire gli obiettivi di lungo periodo, evitando provvedimenti emergenziali privi di visione;
  • riformare il Testo Unico Edilizia, introducendo una disciplina chiara per il recupero edilizio e la rigenerazione urbana;
  • creare un sistema di regole uniformi, basate sui LEP, su tutto il territorio nazionale, che non lasci spazio a interpretazioni discrezionali e garantisca certezza del diritto;
  • definire un piano di formazione e rinnovamento degli uffici della P.A.

Conclusioni

Il Salva Milano è solo l’ennesima conferma di una politica urbanistica che naviga a vista. Se davvero si vuole sbloccare l’edilizia e favorire la rigenerazione urbana, non servono norme tampone, ma una riforma strutturale.

Fino a quando non si avrà il coraggio di affrontare una vera riforma dell’urbanistica e dell’edilizia, continueremo a oscillare tra immobilismo normativo e provvedimenti spot, con buona pace di professionisti, imprese e cittadini.

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