Decreto PA 2025: la nota ANCI per gli enti locali

Focus dell'Associazione sulle nuove misure per il reclutamento, la mobilità e il rafforzamento delle Pubbliche Amministrazioni. Ecco le principali indicazioni

di Redazione tecnica - 19/03/2025

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.L. n. 25/2025, recante “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento delle pubbliche amministrazioni”, c.d. “Decreto PA 2025”, ANCI ha pubblicato una nota sintetica contenente le misure del provvedimento maggiormente rilevanti per Comuni e Città metropolitane.

Assunzioni, mobilità ed efficienza: la nota ANCI sul Decreto PA

Il decreto-legge introduce infatti una serie di disposizioni volte a rafforzare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, con particolare attenzione al reclutamento di giovani diplomati ITS, alla stabilizzazione del personale precario, alla mobilità tra enti pubblici e al superamento dei limiti sui trattamenti economici accessori.

Questi gli aspetti affrontati nel documento redatto da ANCI:

  • Misure urgenti per l’attrattività della pubblica amministrazione per i giovani (Art. 1)
  • Disposizioni urgenti per il superamento del precariato dei giovani nella pubblica amministrazione (Art. 2)
  • Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Art. 3)
  • Misure urgenti in materia di reclutamento (Art. 4)
  • Misure urgenti per la funzionalità della Commissione RIPAM (Art. 7)
  • Misure urgenti per gli enti locali, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano (Art. 8)
  • Disposizioni urgenti in materia di segretari comunali (Art. 9)
  • Misure urgenti per la funzionalità della pubblica amministrazione (Art. 12)
  • Misure urgenti per la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici delle amministrazioni centrali e delle Agenzie (Art. 14)

 

Reclutamento di diplomati ITS Academy nell’Area Funzionari

Uno dei principali interventi riguarda il potenziamento del reclutamento di giovani diplomati degli ITS Academy nelle amministrazioni locali. La norma, richiesta dall’ANCI, integra l’art. 3-ter del D.L. 44/2023, convertito dalla L. 74/2023, con l’obiettivo di attrarre giovani tecnici altamente specializzati nei Comuni e nelle Città Metropolitane.

In particolare, il decreto stabilisce che gli enti locali potranno destinare il 10% delle proprie capacità assunzionali all’inserimento di diplomati presso gli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) e dai percorsi formativi previsti dal DPCM 25 gennaio 2008.

Questa percentuale si aggiunge a quelle già previste per:

  • apprendistato (20%), disciplinato dal primo comma dell’art. 3-ter;
  • contratti di formazione-lavoro (20%), ai sensi del secondo comma del medesimo articolo.

I giovani selezionati saranno assunti con contratti a tempo determinato e inquadrati nell’Area Funzionari. Al termine del periodo di lavoro, in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego (compresa la laurea) e di una valutazione positiva, i contratti potranno essere convertiti a tempo indeterminato, nel limite delle facoltà assunzionali già autorizzate.

A sostegno del percorso formativo, il decreto prevede inoltre l’accesso al progetto "PA 110 e lode", che consente di completare gli studi universitari in parallelo all’attività lavorativa.

Mobilità obbligatoria prima dei concorsi: il nuovo regime dal 2026

Un’altra innovazione di rilievo riguarda la mobilità del personale pubblico, che viene profondamente riformata dal nuovo art. 30, comma 2-bis, del D.Lgs. 165/2001.

Il decreto stabilisce che, prima di bandire un concorso, le amministrazioni devono destinare almeno il 15% delle facoltà assunzionali alla mobilità volontaria. Ciò significa che, in via prioritaria, i posti disponibili dovranno essere assegnati a dipendenti pubblici già in servizio, che:

  • prestano servizio in comando o fuori ruolo presso l’amministrazione da almeno 12 mesi;
  • hanno presentato domanda di trasferimento;
  • hanno ottenuto una valutazione della performance positiva.

La riforma entrerà in vigore dal 2026, grazie a una deroga contenuta nel D.L. n. 202/2024, convertito dalla Legge n. 15/2025, che consente agli enti di programmare con gradualità l’attuazione della nuova disciplina.

Inoltre, il decreto introduce misure sanzionatorie per chi non rispetta le nuove regole:

  • se un ente non attiva la mobilità, le facoltà assunzionali per l’anno successivo saranno ridotte del 15%.
  • i comandi in essere cesseranno automaticamente dopo sei mesi, e non potranno essere riattivati per 18 mesi, neppure per personale diverso da quello cessato.

Secondo ANCI, questa norma potrebbe creare difficoltà ai piccoli Comuni, che hanno esigenze assunzionali molto limitate e potrebbero essere penalizzati dal meccanismo rigido imposto dal decreto.

 

Concorsi pubblici: nuove regole per graduatorie e scorrimenti

Il decreto introduce una serie di modifiche per rendere più flessibile l’utilizzo delle graduatorie concorsuali negli enti locali:

  • ripristino della durata triennale delle graduatorie (art. 91 TUEL), per garantire un orizzonte temporale più ampio per le assunzioni;
  • maggiore libertà nello scorrimento delle graduatorie, eliminando il vincolo che lo permetteva solo in caso di rinuncia, mancato superamento della prova o dimissioni entro sei mesi;
  • possibilità di utilizzare graduatorie di altre amministrazioni, tramite accordi specifici tra enti.

Un’altra modifica significativa riguarda la sospensione della norma "taglia-idonei": per i concorsi banditi nel 2024 e 2025, sarà possibile attingere alla graduatoria senza il limite del 20% dei posti messi a concorso.

Misure urgenti per la funzionalità della Commissione RIPAM

Il comma 2 dell’art. 7 del decreto introduce un incremento delle risorse a disposizione di Formez PA, con l’obiettivo di supportare lo svolgimento dei concorsi pubblici per i Comuni medi e piccoli.

Questa misura intende facilitare l’accesso alla Pubblica Amministrazione per i territori con meno capacità organizzativa e gestionale, riducendo i tempi di selezione e migliorando l’efficacia dei processi concorsuali.

 

Riassegnazione risorse per assunzione di personale  e trattamento economico dei segretari comunali

L’art. 9, comma 2, disciplina la riassegnazione delle risorse finanziarie non utilizzate, originariamente destinate all’assunzione di personale a tempo determinato per l’attuazione del PNRR e al trattamento economico dei segretari comunali.

Secondo il decreto, tali risorse saranno redistribuite dal Ministero dell’Interno ai Comuni già individuati ma non beneficiari, in base a una graduatoria. Tuttavia, l’ANCI ha evidenziato diverse criticità, segnalando che la misura non corrisponde pienamente alle esigenze degli enti locali.

Uno dei principali problemi riguarda il vincolo di utilizzo delle risorse nel medesimo esercizio finanziario, mentre secondo la Circolare DAIT n. 84/2023, le somme non utilizzate dovrebbero essere riversate entro il 31 marzo dell’anno successivo.

Inoltre, molti Comuni chiedono maggiore flessibilità nella gestione dei fondi, soprattutto per il pagamento dei segretari comunali, i cui incarichi spesso restano vacanti per mancanza di candidati disponibili. Il rischio concreto è che, senza modifiche in fase di conversione, questa misura rimanga di difficile applicazione.

Superamento dei limiti sui trattamenti economici accessori

L’art. 14 del decreto prevede la rimozione dei limiti al trattamento economico accessorio per il personale dipendente e dirigente dello Stato.

L’ANCI, tuttavia, sottolinea che la misura trascura completamente il comparto delle funzioni locali, dove il personale è generalmente meno retribuito rispetto alle altre categorie della PA, nonostante il crescente carico di responsabilità e funzioni.

L’associazione dei Comuni chiederà correttivi in sede di conversione, per garantire un’armonizzazione retributiva che includa anche il personale degli enti locali.

 

Le criticità

Sebbene il Decreto PA 2025 introduca misure significative per rafforzare la capacità assunzionale della Pubblica Amministrazione, snellire le procedure concorsuali e valorizzare il capitale umano del settore pubblico, secondo ANCI alcuni punti restano critici.

In particolare, secondo ANCI permangono problemi in relazione a:

  • riforma della mobilità, che potrebbe penalizzare i piccoli Comuni in difficoltà nella gestione delle nuove regole, rispetto ad amministrazioni medio-grandi, che sviluppano annualmente una capacità assunzionale ampia e articolata;
  • disparità retributive tra amministrazioni centrali e territoriali nel caso del superamento dei limiti sui trattamenti accessori;

L’efficacia del provvedimento, secondo ANCI, dipenderà dalla sua attuazione concreta, dall’adeguamento delle amministrazioni e dagli eventuali correttivi che saranno introdotti in sede di conversione.

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