Conto Termico 3.0: ANCI chiede al Governo di accelerare
Il presidente scrive al MASE: il ritardo nella pubblicazione del nuovo schema di decreto ostacola la programmazione energetica degli enti locali
Il Conto Termico si conferma uno strumento fondamentale per l’efficientamento energetico del patrimonio pubblico, ma il suo aggiornamento normativo – ormai atteso da mesi – rischia di subire ulteriori rallentamenti.
A sollevare il problema è stato il presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, in una lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e al viceministro Vannia Gava, chiedendo un intervento urgente.
Conto Termico 3.0: ANCI scrive al MASE
Il nodo riguarda l’iter di approvazione del nuovo Conto Termico 3.0, atteso aggiornamento del decreto MISE 16 febbraio 2016 che regola gli incentivi per interventi di piccola taglia, destinati ad aumentare l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Uno stallo non ulteriormente sostenibile, tenendo anche conto:
- degli obiettivi climatici fissati dal PNIEC e dal Green Deal europeo;
- della scadenza dei fondi PNRR e delle opportunità legate al ciclo di programmazione FESR 2021–2027;
- delle esigenze impiantistiche e tecnologiche in molte strutture comunali come scuole, palestre, municipi e biblioteche.
Cos’è il Conto Termico
Il Conto Termico è un incentivo economico che sostiene interventi per aumentare l’efficienza energetica e per produrre calore da fonti rinnovabili (come sole, biomassa, pompe di calore), soprattutto negli impianti di piccole dimensioni.
A beneficiarne sono:
- pubbliche amministrazioni, comprese cooperative sociali, cooperative di abitanti e società pubbliche;
- privati cittadini e imprese, anche attraverso società ESCO certificate (secondo la norma UNI CEI 11352).
I fondi disponibili ammontano a 900 milioni di euro/anno, di cui 400 milioni riservati alle PA.
Sono ammessi i seguenti interventi:
- isolamento termico, sostituzione infissi, caldaie, pompe di calore;
- installazione di solare termico, sistemi di domotica, ecc.
- riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati.
Come si accede
La richiesta può essere effettuata tramite:
- accesso diretto, entro 60 giorni dalla fine
lavori con:
- iter semplificato se si usano dispositivi presenti nel Catalogo GSE;
- incentivo in un’unica rata se ≤ 5.000 €, altrimenti in rate annuale.
- prenotazione dell’incentivo (solo per
PA/ESCO):
- possibile prima dell’inizio dei lavori;
- è necessaria la diagnosi energetica o contratto con ESCO, o atto di assegnazione lavori.
L’erogazione avviene in circa 2 mesi, con un importo massimo per una rata unica è di 5.000 euro.
Le richieste di ANCI
Nel suo intervento, il presidente dell’ANCI ha sottolineato come il Conto Termico sia ampiamente utilizzato dai Comuni, sia per interventi autonomi sia in funzione complementare al PNRR e ai fondi FESR. In molti casi, infatti, le misure europee impongono una quota di cofinanziamento o un supporto finanziario a carico degli enti locali, che spesso trovano nel Conto Termico un alleato strategico per garantire sostenibilità economica e tempi certi.
“Il Conto Termico ha costituito una leva utile per gli interventi PNRR e continua ad essere considerato tale nei diversi contesti regionali” - spiega Manfredi - “in cui le misure FESR richiedono un cofinanziamento e un supporto ulteriore”.
La mancata pubblicazione del nuovo schema di decreto, che dovrebbe adeguare lo strumento agli attuali obiettivi climatici e normativi, sta generando un crescente malcontento tra i sindaci, in particolare in regioni come Veneto ed Emilia-Romagna, dove è forte la pressione per l’avvio di nuovi progetti energetici sugli edifici pubblici.
La richiesta dell’ANCI: sbloccare il decreto e valorizzare il ruolo dei Comuni
Il nuovo schema di decreto è stato oggetto di una consultazione pubblica già nel maggio 2024, ma solo recentemente – nella seduta tecnica della Conferenza Unificata del 7 marzo 2025 – è stato condiviso formalmente. In quell’occasione, l’ANCI ha presentato osservazioni e proposte emendative, puntando a una semplificazione delle procedure di accesso e a una maggiore adattabilità delle misure alle reali esigenze degli enti locali.
Nonostante questi avanzamenti, l’approvazione definitiva tarda ad arrivare, bloccando di fatto la possibilità per i Comuni di programmare nuovi interventi con la certezza dell’incentivo.
Da qui la richiesta di intervento per un’accelerazione dell’iter di approvazione e che tenga conto delle istanze degli enti locali trasmesse dall’Associazione.