CAM e appalti di servizi: pubblicato il nuovo decreto del MASE

In Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto che aggiorna i CAM per i servizi di ristoro e distribuzione di acqua di rete. Ecco tutte le novità operative per stazioni appaltanti ed enti concedenti

di Redazione tecnica - 29/04/2025

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 2025, n. 96, il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 9 aprile 2025 che definisce i nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) applicabili agli affidamenti relativi ai servizi di ristoro e alla distribuzione di acqua di rete a fini potabili, in attuazione dell’art. 57, comma 2, del d.lgs. n. 36/2023 (nuovo Codice dei Contratti Pubblici).

Il provvedimento entrerà in vigore il 26 maggio 2025, abrogando contestualmente i precedenti decreti del 6 novembre 2023 e del 17 maggio 2024.

CAM servizi di ristoro: ambito di applicazione e soggetti coinvolti

I nuovi CAM si applicano obbligatoriamente a:

  • servizi di ristoro con installazione e gestione di distributori automatici di alimenti, bevande e acqua;
  • gestione del punto di ristoro (servizio bar);
  • preparazione e somministrazione di panini;
  • fornitura, installazione e gestione di case dell’acqua o lavori per la realizzazione di punti di accesso all’acqua di rete per uso potabile.

Il decreto integra gli obblighi ambientali vigenti derivanti da regolamenti europei o normative nazionali e specifica che i soggetti obbligati sono le stazioni appaltanti, gli enti concedenti e i concessionari.

Finalità dei CAM

Con l’entrata in vigore dei nuovi CAM si rafforza il ruolo degli appalti pubblici come leva di sostenibilità ambientale e innovazione sociale. La PA è chiamata a svolgere un ruolo proattivo nella transizione ecologica, incidendo in modo significativo su:

  • modelli produttivi e distributivi;
  • consumo consapevole di alimenti e bevande;
  • riduzione degli impatti ambientali lungo tutta la filiera.

In particolare, i nuovi CAM mirano a:

  • ridurre l’impatto ambientale lungo il ciclo di vita dei servizi di ristoro;
  • promuovere l’efficienza nell’uso della materia, riducendo il ricorso agli imballaggi e l’impatto del trasporto dei prodotti;
  • migliorare la qualità ambientale dei prodotti offerti, incentivando l'uso di prodotti freschi, biologici, equosolidali e a chilometro zero;
  • favorire l’economia circolare e l'efficientamento energetico;
  • incoraggiare modelli alimentari più sani e sostenibili, anche attraverso il supporto al marketing orientato alla tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione.

L’approccio adottato consente di contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, sostenendo un modello produttivo agricolo e agroalimentare meno impattante e più equo.

Come applicare i nuovi CAM: ruolo delle stazioni appaltanti

Il decreto sottolinea che le stazioni appaltanti devono introdurre nei documenti di gara almeno le specifiche tecniche e le clausole contrattuali previste dai CAM, ai sensi dell’art. 57 del Codice dei Contratti Pubblici; sono indicati anche i criteri premianti che posono eventualmente essere inseriti dalle stesse SA.

Tale obbligo mira a:

  • sostenere modelli di consumo responsabili;
  • prevenire la produzione di rifiuti e l’uso eccessivo di imballaggi;
  • favorire la riduzione dell’impronta climatica del sistema alimentare e logistico.

La relazione CAM e la verifica in fase di esecuzione

Particolare attenzione viene posta agli strumenti di verifica della conformità. Gli operatori economici devono infatti redigere una Relazione CAM, che documenti in modo chiaro la conformità sia ai criteri obbligatori sia a quelli premianti, se previsti, mentre la SA è chiamata a verificare il rispetto dei criteri ambientali sia in fase di valutazione delle offerte che durante l’esecuzione del contratto.

In caso di inadempienze sono previste sanzioni e, ove necessario, la risoluzione del contratto.

 

I Criteri Ambientali Minimi nel Codice dei Contratti: quadro normativo e finalità operative

In attuazione del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione, il Ministero dell’Ambiente ha emanato una serie di decreti volti a integrare esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto pubblico per specifiche categorie merceologiche.
Queste misure sono conosciute come Criteri Ambientali Minimi (CAM), strumenti fondamentali per individuare - tenendo conto della disponibilità del mercato - le soluzioni progettuali, i prodotti o i servizi migliori dal punto di vista ambientale, valutati sull’intero ciclo di vita.

Finalità dei CAM: sostenibilità, economia circolare e occupazione

Dal punto di vista operativo, i CAM si pongono obiettivi ambiziosi e multilivello:

  • promuovere l’economia circolare, favorendo il riuso, il riciclo e la valorizzazione locale delle materie prime;
  • minimizzare gli impatti ambientali derivanti dalla logistica, incoraggiando ad esempio approvvigionamenti di prossimità;
  • incentivare modelli produttivi e di consumo più sostenibili, improntati sulla riduzione degli impatti lungo il ciclo di vita dei prodotti e servizi;
  • favorire la crescita occupazionale nei settori della green economy, sostenendo filiere produttive improntate alla sostenibilità ambientale.

L’inquadramento dei CAM nel nuovo Codice dei Contratti 

Il Codice dei contratti pubblici attribuisce ai CAM un ruolo centrale e trasversale, richiamandoli espressamente in più disposizioni. 

Particolare rilievo ha l’art. 57, comma 2, che stabilisce il principio della trasversalità dei CAM, rendendoli obbligatori per ogni tipologia di appalto, e imponendo di tenerne conto anche nella determinazione dei criteri di aggiudicazione di cui all’art. 108, commi 4 e 5, del Codice.

Inoltre, i CAM trovano collocazione anche nella parte regolamentare del Codice, ovvero negli allegati legislativi:

  • Allegato I.7, art. 3, comma 1, lettere n) e v): come indicazioni da inserire nel Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) e tra i criteri di approvvigionamento dei materiali;
  • Allegato I.14, art. 3, comma 6, lettera d): come documentazione richiesta per la rilevazione dei costi di commessa.
  • Allegato II.8, sul costo del ciclo di vita: nella valutazione delle offerte, le stazioni appaltanti possano richiedere informazioni sui consumi di energia e risorse oltre che sui costi di raccolta, smaltimento e riciclo dei rifiuti generati e sui costi associati alle esternalità ambientali.
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