Variante in aumento entro il quinto d'obbligo per convenzioni Consip: chiarimenti dal MIT

Il Supporto Giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiarisce quando è possibile approvare una variante entro il quinto d'obbligo nei contratti derivati da convenzione Consip

di Redazione tecnica - 29/04/2025

Quando un contratto derivato da convenzione Consip può essere modificato? È possibile approvare una variante suppletiva entro il quinto d'obbligo se il plafond della convenzione è esaurito?

Variante in aumento e convenzioni Consip: il parere del MIT

Ha risposto a queste domande il Supporto Giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) che, con il parere n. 3427 del 3 aprile 2025, ha fornito utili indicazioni operative per gli enti alle prese con la gestione dei contratti derivati da tali convenzioni.

Non è un mistero, infatti, che la complessità delle regole sugli appalti pubblici si manifesti anche nei casi in cui l'ente contraente, aderendo a una convenzione centralizzata come quelle gestite da Consip, si trovi a dover intervenire sul contratto per esigenze sopravvenute. Nel caso di specie, viene chiesto al MIT se, in presenza di un contratto discendente da convenzione Consip – ancora valido fino al 2028, ma con plafond ormai esaurito – sia legittimo procedere all'approvazione di una variante in aumento, entro il limite del quinto d'obbligo, in attesa di attivare una nuova procedura di affidamento.

La situazione è resa ancor più delicata dal fatto che, secondo quanto riferito dall'ente, il plafond della convenzione non risulta più modificabile.

L'analisi del Supporto giuridico del MIT

Il nuovo intervento del MIT ha chiarito alcuni principi fondamentali:

  • disciplina dei contratti derivati: i contratti stipulati dalle amministrazioni aderenti a convenzioni Consip sono regolati dalle condizioni stabilite nella documentazione di gara della convenzione stessa;
  • verifica delle clausole contrattuali: prima di procedere a qualsiasi modifica, l’amministrazione deve accertare se nella convenzione o nella documentazione di gara sia stata prevista la possibilità di aumentare le prestazioni contrattuali, purché nel rispetto delle condizioni poste;
  • limiti e condizioni della modifica: l’eventuale variante, anche nei limiti del quinto d’obbligo, deve essere compatibile con quanto previsto dagli atti di gara originari e, più in generale, con la normativa applicabile alle modifiche contrattuali (oggi disciplinata dall'art. 120 del d.lgs. n. 36/2023).

In sintesi, non è automaticamente legittimo procedere a una variante e l'ente dovrà esaminare attentamente la convenzione per verificare se essa consente l'incremento delle prestazioni contrattuali e a quali condizioni.

Il quadro normativo di riferimento

La possibilità di modificare i contratti in corso d’esecuzione è regolata, nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), dall'articolo 120, che disciplina in maniera analitica le ipotesi e le condizioni di modifica dei contratti senza nuova gara. In particolare:

  • le varianti in aumento entro il quinto d'obbligo sono consentite, senza necessità di nuova procedura, purché non alterino la natura generale del contratto;
  • in presenza di contratti derivanti da convenzioni Consip, l'amministrazione è vincolata alle condizioni pattuite all'origine.
  • in caso di convenzioni a "plafond chiuso" e ormai esaurito, potrebbe non essere possibile ampliare l’importo contrattuale senza superare i limiti fissati dalla convenzione, salvo diversa previsione negli atti di gara.

Conclusioni

Gli enti che intendano approvare una variante suppletiva su un contratto discendente da una convenzione Consip devono:

  • verificare espressamente se nella documentazione di gara e nella convenzione sia prevista la possibilità di modifiche in aumento;
  • accertare che le condizioni fissate per eventuali modifiche siano rispettate;
  • assicurarsi che l'incremento rientri nei limiti normativi (quinto d'obbligo) e non comporti alterazione della natura del contratto.

In assenza di tali presupposti, la variante non potrebbe essere legittimamente disposta e si renderebbe necessario procedere con un nuovo affidamento secondo le procedure ordinarie.

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