LINEE DI INTERVENTO: QUALITÀ ARCHITETTONICA, RISPETTO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
"In Emilia Romagna rispetteremo il territorio, i beni storico-culturali e l’ambiente. Centrale negli interventi edilizi l’elevata qualità architettonica, l’u...
"In Emilia Romagna rispetteremo il territorio, i
beni storico-culturali e l’ambiente. Centrale negli
interventi edilizi l’elevata qualità architettonica, l’utilizzo di
fonti di energia rinnovabili nonché materiali e impianti
rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale".
Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale della Gian Carlo Muzzarelli presentando le linee generali di intervento che la Regione Emilia-Romagna metterà in campo nelle prossime settimane dopo la firma dell’accordo tra le Regioni e il Governo.
L’accordo tra Regioni e Governo fissa i punti di riferimento per l’azione regionale e concorda un’azione comune di Stato, Regioni ed Enti locali per una reale semplificazione delle procedure amministrative che consenta ai cittadini e alle imprese di attivare gli interventi edilizi con tempi rapidi e certi, garantendo livelli alti della gestione del territorio e dell’edilizia di qualità. Sono esclusi dai provvedimenti i centri storici e le aree pregiate.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale della Gian Carlo Muzzarelli presentando le linee generali di intervento che la Regione Emilia-Romagna metterà in campo nelle prossime settimane dopo la firma dell’accordo tra le Regioni e il Governo.
L’accordo tra Regioni e Governo fissa i punti di riferimento per l’azione regionale e concorda un’azione comune di Stato, Regioni ed Enti locali per una reale semplificazione delle procedure amministrative che consenta ai cittadini e alle imprese di attivare gli interventi edilizi con tempi rapidi e certi, garantendo livelli alti della gestione del territorio e dell’edilizia di qualità. Sono esclusi dai provvedimenti i centri storici e le aree pregiate.
<<b>Gli interventi
Si prevedono interventi straordinari di qualificazione e recupero funzionale dei tessuti urbani di non elevata qualità edilizia, individuate dai Comuni secondo le indicazioni generali della Regione: quindi elevata qualità architettonica che utilizzi fonti di energia rinnovabili, nonché materiali e impianti rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale.
Gli interventi potranno essere inseriti in progetti di riqualificazione dei quartieri per trasformarli in luoghi più vivibili, che offrano ai cittadini servizi e infrastrutture adeguate e ambienti di vita più sani e sicuri.
In particolare saranno regolamentati interventi di ampliamento – anche attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni - per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali mono e bifamiliari o comunque palazzi di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, con un limite massimo dell’incremento volumetrico complessivo pari a 200 metri cubi.
Inoltre, saranno anche disciplinati interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici residenziali entro il limite del 35% della volumetria esistente, anche in questo caso con l’utilizzo delle migliori tecnologie per avere qualità architettonica ed ecologica degli interventi. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici a destinazione residenziale e edifici non abusivi.
In Emilia Romagna è stimato che gli edifici residenziali mono e bifamiliari superino il mezzo milione (su un totale di quasi 900 mila immobili), mentre complessivamente gli appartamenti sono oltre 2 milioni. Di questi appartamenti uno su quattro ha una superficie tra 80 e 100 metri quadrati ( il 21% è tra i 60 e 80 mq e 16 per cento tra 100 e 120 mq) e oltre 625 appartamenti hanno quattro stanze.
Per quanto riguarda modalità e tempi di questi interventi la Regione sono già al vaglio proposte per migliorare le norme urbanistiche ed edilizie per ottenere la semplificazione del rilascio dei permessi di costruzione e di approvazione dei piani urbanistici (Psc, Poc e Rue).
Si tratta di una revisione della legislazione regionale vigente (leggi 20/2000 e 31/2001), alla luce dell’esperienza applicativa, diretta a ridurre i tempi di elaborazione dei piani, semplificare i contenuti degli elaborati tecnici, definire il ruolo dei diversi livelli istituzionali (Regione, Province e Comuni) per evitare duplicazioni e sovrapposizioni e per avere tempi più celeri per l’avvio dei lavori.
La Regione, inoltre, ha chiesto al Governo di realizzare un vero proprio Piano casa per rispondere alle esigenze di chi una casa non ha, predisponendo programmi di incremento dell’edilizia residenziale sociale. In Emilia-Romagna, infatti, sono circa 30 mila le famiglie che sono lista d’attesa per ricevere un alloggio pubblico mentre nel 2008 sono state ammesse a ricevere un contribuito a sostegno dell’affitto oltre 52 mila famiglie.
Si prevedono interventi straordinari di qualificazione e recupero funzionale dei tessuti urbani di non elevata qualità edilizia, individuate dai Comuni secondo le indicazioni generali della Regione: quindi elevata qualità architettonica che utilizzi fonti di energia rinnovabili, nonché materiali e impianti rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale.
Gli interventi potranno essere inseriti in progetti di riqualificazione dei quartieri per trasformarli in luoghi più vivibili, che offrano ai cittadini servizi e infrastrutture adeguate e ambienti di vita più sani e sicuri.
In particolare saranno regolamentati interventi di ampliamento – anche attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni - per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali mono e bifamiliari o comunque palazzi di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, con un limite massimo dell’incremento volumetrico complessivo pari a 200 metri cubi.
Inoltre, saranno anche disciplinati interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici residenziali entro il limite del 35% della volumetria esistente, anche in questo caso con l’utilizzo delle migliori tecnologie per avere qualità architettonica ed ecologica degli interventi. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici a destinazione residenziale e edifici non abusivi.
In Emilia Romagna è stimato che gli edifici residenziali mono e bifamiliari superino il mezzo milione (su un totale di quasi 900 mila immobili), mentre complessivamente gli appartamenti sono oltre 2 milioni. Di questi appartamenti uno su quattro ha una superficie tra 80 e 100 metri quadrati ( il 21% è tra i 60 e 80 mq e 16 per cento tra 100 e 120 mq) e oltre 625 appartamenti hanno quattro stanze.
Per quanto riguarda modalità e tempi di questi interventi la Regione sono già al vaglio proposte per migliorare le norme urbanistiche ed edilizie per ottenere la semplificazione del rilascio dei permessi di costruzione e di approvazione dei piani urbanistici (Psc, Poc e Rue).
Si tratta di una revisione della legislazione regionale vigente (leggi 20/2000 e 31/2001), alla luce dell’esperienza applicativa, diretta a ridurre i tempi di elaborazione dei piani, semplificare i contenuti degli elaborati tecnici, definire il ruolo dei diversi livelli istituzionali (Regione, Province e Comuni) per evitare duplicazioni e sovrapposizioni e per avere tempi più celeri per l’avvio dei lavori.
La Regione, inoltre, ha chiesto al Governo di realizzare un vero proprio Piano casa per rispondere alle esigenze di chi una casa non ha, predisponendo programmi di incremento dell’edilizia residenziale sociale. In Emilia-Romagna, infatti, sono circa 30 mila le famiglie che sono lista d’attesa per ricevere un alloggio pubblico mentre nel 2008 sono state ammesse a ricevere un contribuito a sostegno dell’affitto oltre 52 mila famiglie.
a cura di www.regione.emilia-romagna.it
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