PIANO CASA: LA SITUAZIONE REGIONE PER REGIONE
Piano casa: crescono le tensioni tra Governo e Regioni che, con i loro rispettivi portavoce, continuano le loro botta e risposta. Ricordiamo, infatti, che lo...
Piano casa: crescono le tensioni tra Governo e Regioni che, con
i loro rispettivi portavoce, continuano le loro botta e risposta.
Ricordiamo, infatti, che lo scorso 31 maggio il Presidente
Berlusconi aveva affermato: ”Nelle regioni
governate dal centrodestra, la legge sul piano casa è pronta. I
proprietari che hanno case mono e bifamiliari senza pratiche
burocratiche potranno incrementarle del 20% e del 35% della
cubatura, se applicano nuove tecnologie. Da un sondaggio fatto, dai
30 ai 100 miliardi di euro, che ora riposano in banca, verranno
così presi e immessi sul mercato edilizio, tante sono le richieste.
Spero che anche le regioni della sinistra possano produrre entro
luglio le loro leggi per andare incontro alle esigenze delle
famiglie italiane”.
Alle affermazioni del Presidente del Consiglio ha risposto il
presidente della Conferenza delle Regioni, Errani,
il quale ha affermato: ”Vedo che Berlusconi continua a fare
propaganda, tutte le regioni stanno predisponendo le leggi sul
piano casa e l’unica che l’ha approvata è quella Toscana, ad
amministrazione di centrosinistra. Il problema invece è che da 5
settimane stiamo aspettando dal Governo il decreto di
semplificazione, che preveda l’adeguamento alle norme antisismiche.
Da parte nostra abbiamo chiesto che si preveda la detrazione
d’imposta del 55 per cento delle spese documentate, anche in
funziona anticiclica. Ed è questo decreto del Governo che le
Regioni aspettano da 5 settimane”.
Intanto la situazione reale vede nella Toscana
l’unica regione ad avere approvato (lo scorso 5 maggio) la legge
regionale sulla casa (in vigore fino al 31 dicembre 2010). Tramite
una semplice DIA (dichiarazione di inizio attività) da presentarsi
entro il 31 dicembre 2010 in Toscana sarà possibile effettuare:
- interventi straordinari di ampliamento di edifici abitativi a tipologia mono o bifamiliare (o a tipologia diversa ma con superficie utile lorda non superiore a 350 mq) fino al 20% della superficie utile lorda di ciascuna unità immobiliare per un massimo complessivo dell’edificio di 700 mq;
- interventi straordinari di demolizione e ricostruzione di edifici abitativi, con aumento fino al 35% della superficie utile lorda esistente e legittimata da titoli abitativi alla data del 31 marzo 2009.
Non sono consentiti interventi in edifici che risultino:
- eseguiti in assenza o difformità del titolo abilitativo;
- collocato all’interno di centri storici;
- definiti di valore storico, culturale o architettonico dalla pianificazione comunale;
- vincolati quali immobili di interesse storico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio;
- collocati in aree di in edificabilità assoluta;
- collocati in parchi e riserve nazionali e regionali;
- collocati in aree soggette a piano attuativo dalla pianificazione urbanistica comunale.
Unità immobiliari e edifici soggetti agli interventi devono
risultare regolarmente accatastati al 31 marzo
2009 (o devono risultare pervenute in tale data le idonee
dichiarazioni alle Agenzie del territorio); le superfici
precedentemente condonate o oggetto di sanzioni saranno detratte
dagli ampliamenti realizzabili. Per quanto concerne
l’efficienza energetica, negli ampliamenti è obbligatorio
rispettare un indice del 20% inferiore ai parametri fissati come
valore-limite del 2010 per la climatizzazione invernale; per
demolizioni e ricostruzioni tale indice deve essere inferiore del
50% al parametro del 2010, e la prestazione energetica per il
raffrescamento estivo deve essere inferiore a 30 kW/h per mq
annuo.
Analizziamo la situazione regione per regione .
BASILICATA, CALABRIA, MOLISE, SARDEGNA - Come sottolineato
dalla segreteria della Feneal-Uil, la Basilicata (insieme a
Calabria, Molise e Sardegna) sembra essere la Regione più in
ritardo riguardo alla presentazione e all’approvazione delle nuove
norme sull'edilizia, non avendo adottato un provvedimento specifico
perché in attesa del varo del decreto legge di semplificazione
edilizia.
CAMPANIA - Il disegno di legge approvato a fine maggio
prevede un aumento del 20% delle volumetrie per villette mono e
bifamiliari e del 35% per gli edifici abbattuti e ricostruiti
secondo le norme più avanzate, sicurezza abitativa contro il
rischio sismico, riqualificazione e cambio di destinazione per
capannoni industriali dismessi da destinare ad abitazioni,
riqualificazione degli immobili Iacp. Ogni ampliamento delle
volumetrie dovrà essere accompagnato da un fascicolo dell'edifico.
Non sarà possibile costruire su terreni destinati ad altro uso.
EMILIA ROMAGNA - La Regione del Presidente Errani presenterà
ai primi di giugno una proposta di legge (di cui non si conoscono i
contenuti) in cui verranno posti paletti più stringenti per quanto
concerne sicurezza e risparmio energetico.
FRIULI VENEZIA GIULIA - Dovrebbe essere approvato entro
l’estate un Codice dell’Edilizia che prevede semplificazione e
riduzione di tempi e costi per quanti si apprestano ad acquistare
una casa o un appartamento.
LAZIO, MARCHE - La proposta del piano casa dovrebbe
approdare in giunta entro il mese di giugno.
LIGURIA - Entro luglio dovrebbe essere varata la legge
regionale che avrà criteri molto più rigorosi di tutela del
territorio.
LOMBARDIA - La Giunta regionale ha varato il 3 giugno il
progetto di legge per il rilancio dell'edilizia, proposto dal
presidente Roberto Formigoni, di concerto con l'assessore al
Territorio e Urbanistica, Davide Boni. “Azioni straordinarie per
lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed
urbanistico della Lombardia” è il titolo completo del
testo.
Il progetto di legge individua quattro tipi di intervento:
- recupero e riutilizzo di volumetrie abbandonate o sottoutilizzate;
- ampliamento fino al 20% (e comunque per non più di 300 metri cubi) del volume complessivo di edifici mono e bifamiliari, ovvero di edifici almeno trifamiliari con volumetria non superiore a 1.000 metri cubi;
- demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi, con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente, aumentabile al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde, cioè una dotazione arborea che copra almeno il 25% del lotto;
- riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica.
La legge ha carattere di straordinarietà (la sua applicazione avrà durata di 18 mesi) e contiene idee guida e disposizioni mirate alla sicurezza dei cittadini e del territorio, della qualità degli insediamenti e dell'ambiente. In particolare:
- rispetto delle condizioni di inedificabilità per vincoli ambientali, idrogeologici, paesaggistici e monumentali;
- inapplicabilità della legge nelle aree naturali protette;
- per i parchi, riduzione di un terzo degli aumenti di volumetrie consentiti (quindi +13,3% anziché +20% per l'ampliamento di edifici esistenti e 20% anziché 30% nel caso di demolizione-ricostruzione);
- previsione di particolari requisiti per il risparmio energetico negli interventi ammessi (nel caso di ampliamento, riduzione certificata del 10% del consumo energetico; nel caso di sostituzione di edifici, consumo energetico ridotto del 30% rispetto agli standard previsti in generale);
- applicazione del codice civile e delle normative in materia di sicurezza, igiene, paesaggio e beni culturali;
- inapplicabilità delle disposizioni della legge per quanto concerne gli edifici abusivi.
PIEMONTE - La Giunta regionale ha adottato il 25 maggio
scorso il disegno di legge Snellimento delle procedure in
materia edilizia ed urbanistica, che anticipa il piano casa
governativo e che verrà ora passato all’esame del Consiglio
regionale. Tra le misure più importanti, la possibilità di
realizzare interventi edilizi anche in deroga agli strumenti
urbanistici vigenti, a condizione che si utilizzino tecnologie
volte al risparmio energetico (da quantificare tramite la
riduzione del 40% del fabbisogno di energia dell'unità edilizia per
il solo ampliamento o per la demolizione e ricostruzione,
attraverso la progettazione e l'utilizzo di tecnologie volte a
conseguire un significativo miglioramento della pratica corrente in
riferimento a qualità ambientale ed energetica dell'edificio), al
miglioramento della qualità architettonica, della sicurezza delle
strutture e dell'accessibilità degli edifici.
Attenendosi a questi criteri, sono consentiti interventi di
ampliamento, nel limite massimo del 20 per cento della volumetria
esistente, o di demolizione e ricostruzione, con un incremento
massimo del 35 per cento della volumetria esistente, anche in
deroga agli strumenti urbanistici, per le unità edilizie uni e
bi-familiari o comunque di volumetria complessiva non superiore ai
mille metri cubi.
Anche sugli edifici di edilizia residenziale sovvenzionata a totale
proprietà pubblica sono permessi interventi di ampliamento in
deroga, nel limite del 20 per cento della volumetria esistente, e
interventi di demolizione e ricostruzione con un ampliamento del 35
per cento della volumetria esistente. La norma è applicabile ad
edifici fatiscenti, per i quali è più conveniente demolire che
conservare.
Gli interventi non potranno in ogni caso essere realizzati su
edifici o ambiti individuati dai piani regolatori come centri
storici o aree esterne d'interesse storico e paesaggistico ad essi
collegati, singoli edifici, civili o di architettura rurale, di
valore storico-artistico, ambientale o documentario e in aree di
inedificabilità assoluta; per le aree in cui la norma è applicabile
sono in ogni caso stati fissati limiti inderogabili, quali
l'altezza massima, l'indice di permeabilità del suolo e le distanze
dai confini, dalle strade e dagli edifici.
PUGLIA - Il ddl è allo stadio di bozza ma da indiscrezioni
dovrebbero essere esclusi dagli interventi le aree di pregio
paesaggistico e storico-culturale. Per il premio di cubatura del
35% destinato agli interventi riguardanti le demolizioni e le
ricostruzioni, la Regione ha approvato una legge nel 2008, che
prevede incentivi per promuovere trasformazioni del territorio
eco-sostenibili e bio-compatibili.
SICILIA - Due i ddl presentati: ambedue prevedono la
possibilità di aumentare la cubatura degli edifici tra il 20 e il
30%, anche in deroga ai regolamenti comunali; demolire e
ricostruire edifici vecchi rispettando gli standard di
sicurezza.
TRENTINO ALTO ADIGE - La normativa in Alto Adige corrisponde
già in grandi linee alle indicazioni che dovrebbero arrivare dal
Governo.
UMBRIA - Il disegno di legge è in discussione alla
commissione regionale, saranno definite le norme per l’aumento di
cubatura degli immobili, assicurando sostenibilità ecologica,
sicurezza, efficienza e funzionalità degli insediamenti e qualità
del paesaggio.
VALLE D’AOSTA - Dopo aver varato il ddl regionale che
prevede la possibilità di ampliare fino al 40 per cento la
superficie di alberghi e di alcune categorie di ristoranti anche in
deroga ai piani regolatori generali dei Comuni, la Giunta ha
all'esame una bozza di ddl anche sull'edilizia abitativa.
VENETO - Il testo è stato approvato dalla giunta il 21
aprile scorso. Tra gli interventi previsti in deroga ai Piani
Regolatori:
- quello che consente l’ampliamento degli edifici esistenti nei limiti del 20% del volume;
- il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente mediante la demolizione e ricostruzione, anche in area diversa se a ciò destinata dagli strumenti urbanistici e territoriali, degli edifici realizzati anteriormente al 1989 che necessitano di essere adeguati agli attuali standard qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici e di sicurezza. Per incentivare questi ultimi interventi è anche previsto un aumento della cubatura fino al 30% del volume esistente o del 35% in caso di utilizzo delle tecniche costruttive della bioedilizia o delle fonti di energia rinnovabile.
Il ddl prevede che non concorrono a formare la cubatura
dell’edificio le pensiline e le tettoie realizzate su abitazioni
esistenti finalizzate a favorire l’installazione di impianti
fotovoltaici. Per quanto riguarda gli oneri, il contributo di
costruzione, ove dovuto, è commisurato al solo ampliamento ridotto
del 20%, mentre la riduzione è pari al 60% nell’ipotesi di edificio
o unità immobiliare destinati a prima abitazione del proprietario o
dell’avente titolo. Per quanto riguarda gli interventi per
l’installazione di impianti fotovoltaici il contributo sarà pari
all’80% per la parte eseguita in ampliamento e del 20% per la parte
ricostruita e in entrambi i casi ridotta del 50% in caso di
edificio o unità destinata a prima abitazione.
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