SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE A TODI
Il Tempio di Santa Maria della Consolazione è un edificio chiave per comprendere l?architettura rinascimentale italiana. Situato al di fuori della cinta mura...
Il Tempio di Santa Maria della Consolazione è un edificio chiave
per comprendere l?architettura rinascimentale italiana. Situato al
di fuori della cinta muraria posta a protezione della città
medioevale, si staglia con le sue cupole sul fondale della campagna
umbra, dalla quale emerge come monumento isolato.
La storia della chiesa prende le mosse dalla vicenda di alcune guarigioni miracolose avvenute nei pressi di un?edicola raffigurante la Madonna. Da qui la volontà di realizzare un tempio mariano che fosse meta di pellegrinaggio per i malati. La costruzione ebbe inizio nel 1508 e si protrasse per più di cento anni, fino al 1607. L?attribuzione della paternità dell?opera presenta qualche difficoltà: si parla certamente di Bramante, sebbene il suo nome non figuri nei documenti di cantiere. Più agevolmente si ritrovano tra i direttori dei lavori Cola di Caprarola, Baldassarre Peruzzi, il Vignola e Antonio da Sangallo il Giovane.
La ricerca di unità dello spazio ha portato all?adozione di una pianta a croce greca, con quattro absidi che si concludono in altrettante semicupole. Queste racchiudono il volume sul quale si impostano una terrazza quadrata, il tamburo e la grande volta di coronamento, che porta l?altezza complessiva dell?edificio a più di sessanta metri. L?impianto centrale e l?essenzialità delle forme geometriche testimoniano non solo uno stile architettonico, ma una precisa concezione del mondo che guidò per più di un secolo le arti e il pensiero filosofico in Italia.
La scelta tipologica della chiesa, se da un lato fu paradigmatica in quanto rifletteva appieno gli ideali del Rinascimento, da un punto di vista pratico determinò non pochi problemi. La mancanza di una navata e conseguentemente di un asse principale rendeva difficile la collocazione dell?altare in rapporto all?assemblea dei fedeli. Inoltre, la chiesa mancava di un adeguato spazio utilizzabile come sacrestia. Ciò determinò l?aggiunta di una volumetria esterna in grado di assolvere a tale funzione, minando però l?armonia complessiva del progetto. Solo nel 1862, su richiesta della stessa popolazione di Todi, l?incongruo volume fu fatto demolire.
Fonte: www.agenziademanio.it
La storia della chiesa prende le mosse dalla vicenda di alcune guarigioni miracolose avvenute nei pressi di un?edicola raffigurante la Madonna. Da qui la volontà di realizzare un tempio mariano che fosse meta di pellegrinaggio per i malati. La costruzione ebbe inizio nel 1508 e si protrasse per più di cento anni, fino al 1607. L?attribuzione della paternità dell?opera presenta qualche difficoltà: si parla certamente di Bramante, sebbene il suo nome non figuri nei documenti di cantiere. Più agevolmente si ritrovano tra i direttori dei lavori Cola di Caprarola, Baldassarre Peruzzi, il Vignola e Antonio da Sangallo il Giovane.
La ricerca di unità dello spazio ha portato all?adozione di una pianta a croce greca, con quattro absidi che si concludono in altrettante semicupole. Queste racchiudono il volume sul quale si impostano una terrazza quadrata, il tamburo e la grande volta di coronamento, che porta l?altezza complessiva dell?edificio a più di sessanta metri. L?impianto centrale e l?essenzialità delle forme geometriche testimoniano non solo uno stile architettonico, ma una precisa concezione del mondo che guidò per più di un secolo le arti e il pensiero filosofico in Italia.
La scelta tipologica della chiesa, se da un lato fu paradigmatica in quanto rifletteva appieno gli ideali del Rinascimento, da un punto di vista pratico determinò non pochi problemi. La mancanza di una navata e conseguentemente di un asse principale rendeva difficile la collocazione dell?altare in rapporto all?assemblea dei fedeli. Inoltre, la chiesa mancava di un adeguato spazio utilizzabile come sacrestia. Ciò determinò l?aggiunta di una volumetria esterna in grado di assolvere a tale funzione, minando però l?armonia complessiva del progetto. Solo nel 1862, su richiesta della stessa popolazione di Todi, l?incongruo volume fu fatto demolire.
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