ISTRUZIONI TECNICHE LAVORI IN QUOTA
L'entrata in vigore il D.P.G.R. n. 62/R del 23-11-05 comporta novità di rilievo destinate a lasciare una profonda traccia nel settore. Le "tecniche sulle m...
L'entrata in vigore il D.P.G.R. n. 62/R del 23-11-05 comporta
novità di rilievo destinate a lasciare una profonda traccia nel
settore.
Le "tecniche sulle misure preventive e protettive che consentano, nella successiva fase di manutenzione degli edifici, l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza" interessano ogni proprietario di immobile in occasione dei lavori di manutenzione non ordinaria delle coperture e per le nuove costruzioni.
Committenti e professionisti si trovano di fronte a nuove incombenze: la norma prevede la predisposizione di un "elaborato tecnico della copertura", vero e proprio progetto della sicurezza per l'accesso e la manutenzione della copertura, e la conseguente adozione di tutti i dispositivi permanenti da installare e predisporre per l'accesso ed il transito degli operatori in sicurezza.
Il nuovo elaborato, che si integra con il "fascicolo dell'opera", ove ne sia prevista la redazione ai sensi del decreto legislativo n. 494/1996, deve prevedere la realizzazione, in occasione di manutenzioni non ordinarie delle coperture o di nuove opere, di percorsi permanenti per l'accesso alle coperture ed il relativo movimento in sicurezza sulle stesse.
Specificando caratteristiche prestazionali e tipologiche di ogni elemento, ed in particolare:
In passato i nostri avi, orfani della attuale tecnologia, predisponevano fori ("buche pontaie") nelle facciate per poter manutenzionare le facciate con ponteggi a sbalzo realizzati inserendo assi in legno e tavole; le nostre vecchie case avevano "abbaini" (vietati, fino ad oggi, da quasi tutti i regolamenti edilizi.) per l'accesso orizzontale alle coperture, e talvolta erano anche dotate di camminamenti protetti.
Oggi scorrettamente viziati dalla tecnologia utilizziamo piattaforme o quant'altro, abbandonato le importanti predisposizioni.
Ma la mortalità sui luoghi di lavoro, ed in particolare per le cadute dall'alto, continua in un crescendo impressionante, con oneri sociali elevati. Per questo fine, ma anche per i minor costi delle successivi manutenzioni, deve essere apprezzato il nuovo regolamento realizzato anche con il positivo contributo di un valido gruppo di lavoro di professionisti.
Le "tecniche sulle misure preventive e protettive che consentano, nella successiva fase di manutenzione degli edifici, l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza" interessano ogni proprietario di immobile in occasione dei lavori di manutenzione non ordinaria delle coperture e per le nuove costruzioni.
Committenti e professionisti si trovano di fronte a nuove incombenze: la norma prevede la predisposizione di un "elaborato tecnico della copertura", vero e proprio progetto della sicurezza per l'accesso e la manutenzione della copertura, e la conseguente adozione di tutti i dispositivi permanenti da installare e predisporre per l'accesso ed il transito degli operatori in sicurezza.
Il nuovo elaborato, che si integra con il "fascicolo dell'opera", ove ne sia prevista la redazione ai sensi del decreto legislativo n. 494/1996, deve prevedere la realizzazione, in occasione di manutenzioni non ordinarie delle coperture o di nuove opere, di percorsi permanenti per l'accesso alle coperture ed il relativo movimento in sicurezza sulle stesse.
Specificando caratteristiche prestazionali e tipologiche di ogni elemento, ed in particolare:
- dimensioni dei percorsi e degli accessi alle coperture, per garantire il passaggio dei materiali per la manutenzione di eventuali apparati presenti in copertura;
- illuminazione dei percorsi interni;
- caratteristiche delle zone di trasbordo sulla copertura;
- tipologie delle linee vita, caratteristiche tecniche ed il dimensionamento degli ancoraggi: le certificazioni dei materiali.
In passato i nostri avi, orfani della attuale tecnologia, predisponevano fori ("buche pontaie") nelle facciate per poter manutenzionare le facciate con ponteggi a sbalzo realizzati inserendo assi in legno e tavole; le nostre vecchie case avevano "abbaini" (vietati, fino ad oggi, da quasi tutti i regolamenti edilizi.) per l'accesso orizzontale alle coperture, e talvolta erano anche dotate di camminamenti protetti.
Oggi scorrettamente viziati dalla tecnologia utilizziamo piattaforme o quant'altro, abbandonato le importanti predisposizioni.
Ma la mortalità sui luoghi di lavoro, ed in particolare per le cadute dall'alto, continua in un crescendo impressionante, con oneri sociali elevati. Per questo fine, ma anche per i minor costi delle successivi manutenzioni, deve essere apprezzato il nuovo regolamento realizzato anche con il positivo contributo di un valido gruppo di lavoro di professionisti.
a cura di Davide Crovetti
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