PIANO CASA. PRESENTATO A MELARA IL PROVVEDIMENTO REGIONALE
"Sono veramente poche le amministrazioni comunali che ancora non hanno adottato il Piano casa e di questo ringrazio quelle amministrazioni comunali, che, in ...
"Sono veramente poche le amministrazioni comunali che ancora
non hanno adottato il Piano casa e di questo ringrazio quelle
amministrazioni comunali, che, in una logica di collaborazione
istituzionale, hanno condiviso lo spirito di una legge nata con il
solo scopo di sostenere l’economia e in particolare il settore
edilizio, che più di altri soffre gli effetti della crisi". Lo
ha ribadito l’Assessore all’Urbanistica e alle Politiche per il
Territorio della Regione del Veneto Renzo Marangon intervenuto a
Melara per la presentazione a professionisti, tecnici,
amministratori e cittadinanza del Piano Casa.
"Si tratta - ha ricordato - di un provvedimento che si pone l’obiettivo prioritario di promuovere il rilancio dell’attività edilizia attraverso l’ampliamento degli edifici esistenti e il contestuale miglioramento della qualità architettonica". Riferendosi poi all’applicazione del Piano, Marangon si è detto preoccupato dal fatto che molti tecnici comunali e professionisti hanno la tendenza a interpretare la legge con una visione restrittiva, vedendo vincoli ed ostacoli inesistenti. "Capisco la preoccupazione di chi è investito di certe responsabilità - ha precisato - non vorrei però che scrupoli eccessivi frenassero le grandi opportunità date dal Piano Casa. Per questo inviterei gli Ordini e Collegi professionali ad avviare al più presto dei corsi di formazione, proprio per "alfabetizzare" chi si dovrà occupare a vario titolo dei progetti di ristrutturazione. Abbiamo fatto una legge per aprire il più alto numero possibile di cantieri, mettendo meno vincoli possibili e dando una interpretazione molto estesa del concetto di prima casa e consentire così a tante famiglie di usufruire del bonus prima casa".
Riferendo alcuni dati di Infocamere relativi al settore dell’edilizia e delle costruzioni nel Polesine, Marangon ha ricordato che alla fine del primo semestre 2009 le imprese attive nel comparto erano 3.667, con circa 8000 addetti, contro i quasi 8.800 stimati l’anno prime, quindi con una flessione dell’occupazione pari al 9,3%. Dati, ha sottolineato, che indicano un oggettivo e pericoloso stato di crisi del settore. Marangon ha poi ricordato cosa prevede la legge regionale: ampliamento fino al 20% del volume degli edifici, percentuale che può essere elevata di ulteriore 10% nel caso di utilizzo di tecnologie che prevedono l’uso di fonti di energia rinnovabile; rinnovamento degli edifici realizzati prima del 1989 mediante l’integrale demolizione e ricostruzione con ampliamento fino al 40% del volume. L’edificio da demolire e ricostruire deve essere situato in area propria e per poter beneficiare degli incentivi volumetrici previsti, l’intervento deve avvenire con tecniche costruttive di edilizia sostenibile; non concorrono a formare cubatura le pensiline e le tettoie finalizzate all’installazione di impianti solari e fotovoltaici di tipo integrato o parzialmente integrato. Aspetto veramente innovativo del provvedimento - ha sottolineato l’Assessore - è che tutti gli interventi disciplinati dalla legge richiedono la sola presentazione al Comune della Dichiarazione di Inizio Attività (DIA), avendo quindi tempi certi per l’avvio dell’intervento di ristrutturazione. Marangon ha infine ricordato l’ulteriore opportunità, questa in termini finanziari, offerta dalle Casse di Risparmio del Veneto e dalla Cassa di Risparmio di Venezia, che hanno messo a disposizione delle famiglie e delle imprese venete un plafond di 500 milioni di euro a sostegno del Piano casa.
"Si tratta - ha ricordato - di un provvedimento che si pone l’obiettivo prioritario di promuovere il rilancio dell’attività edilizia attraverso l’ampliamento degli edifici esistenti e il contestuale miglioramento della qualità architettonica". Riferendosi poi all’applicazione del Piano, Marangon si è detto preoccupato dal fatto che molti tecnici comunali e professionisti hanno la tendenza a interpretare la legge con una visione restrittiva, vedendo vincoli ed ostacoli inesistenti. "Capisco la preoccupazione di chi è investito di certe responsabilità - ha precisato - non vorrei però che scrupoli eccessivi frenassero le grandi opportunità date dal Piano Casa. Per questo inviterei gli Ordini e Collegi professionali ad avviare al più presto dei corsi di formazione, proprio per "alfabetizzare" chi si dovrà occupare a vario titolo dei progetti di ristrutturazione. Abbiamo fatto una legge per aprire il più alto numero possibile di cantieri, mettendo meno vincoli possibili e dando una interpretazione molto estesa del concetto di prima casa e consentire così a tante famiglie di usufruire del bonus prima casa".
Riferendo alcuni dati di Infocamere relativi al settore dell’edilizia e delle costruzioni nel Polesine, Marangon ha ricordato che alla fine del primo semestre 2009 le imprese attive nel comparto erano 3.667, con circa 8000 addetti, contro i quasi 8.800 stimati l’anno prime, quindi con una flessione dell’occupazione pari al 9,3%. Dati, ha sottolineato, che indicano un oggettivo e pericoloso stato di crisi del settore. Marangon ha poi ricordato cosa prevede la legge regionale: ampliamento fino al 20% del volume degli edifici, percentuale che può essere elevata di ulteriore 10% nel caso di utilizzo di tecnologie che prevedono l’uso di fonti di energia rinnovabile; rinnovamento degli edifici realizzati prima del 1989 mediante l’integrale demolizione e ricostruzione con ampliamento fino al 40% del volume. L’edificio da demolire e ricostruire deve essere situato in area propria e per poter beneficiare degli incentivi volumetrici previsti, l’intervento deve avvenire con tecniche costruttive di edilizia sostenibile; non concorrono a formare cubatura le pensiline e le tettoie finalizzate all’installazione di impianti solari e fotovoltaici di tipo integrato o parzialmente integrato. Aspetto veramente innovativo del provvedimento - ha sottolineato l’Assessore - è che tutti gli interventi disciplinati dalla legge richiedono la sola presentazione al Comune della Dichiarazione di Inizio Attività (DIA), avendo quindi tempi certi per l’avvio dell’intervento di ristrutturazione. Marangon ha infine ricordato l’ulteriore opportunità, questa in termini finanziari, offerta dalle Casse di Risparmio del Veneto e dalla Cassa di Risparmio di Venezia, che hanno messo a disposizione delle famiglie e delle imprese venete un plafond di 500 milioni di euro a sostegno del Piano casa.
a cura di Regione Veneto
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