Milleproroghe: nei Regolamenti edilizi l'obbligo delle rinnovabili slitta a gennaio 2011
Nuovo attacco alle rinnovabili: con un'altra mossa a sorpresa il Governo, con l'approvazione in Senato del maxi-emendamento al decreto-legge 30 dicembre 2009...
Nuovo attacco alle rinnovabili: con un'altra mossa a sorpresa il
Governo, con l'approvazione in Senato del maxi-emendamento al
decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini
previsti da disposizioni legislative, introduce una nuova proroga
al DPR 6 giugno 2001, n. 380.
Il disegno di legge, trasmesso alla Camera dei Deputati dal Presidente del Senato della Repubblica il 15 febbraio 2010, inserisce all'art. 8 il comma 4-bis che proroga l'obbligo previsto dall'art. 4, comma 1-bis dall'1 gennaio 2010 all'1 gennaio 2011. Ricordiamo che all'art. 4 (Contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali) il comma 1-bis era stato sostituito dall'articolo 1, comma 289, legge n. 244 del 2007 per poi essere modificato dall'articolo 29, comma 1-octies, legge n. 14 del 2009, e prevedeva:
"1-bis. A decorrere dall'1 gennaio 2010, nel regolamento di cui al comma 1, ai fini del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifici di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW".
Con il "Milleproroghe" viene, dunque, procrastinata all'1 gennaio 2011 la data per cui i regolamenti edilizi comunali dovevano adeguarsi a favore dello sviluppo degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La notizia è stata appresa con stupore dagli operatori del mercato che, dopo le già recenti stangate (leggi news), hanno evidenziato la loro disapprovazione direttamente al Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e agli Onorevoli della Camera dei Deputati con una lettera aperta firmata da: AIEL, ANEST, ANEV, APER, ASSOLTERM, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIPER, GIFI, GREENPEACE ITALIA, GSES, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB, LEGAMBIENTE, WWF.
Come sottolineato nella lettera: "Ritenendo necessaria un’azione coerente per rispettare gli impegni assunti nell’ambito delle vigenti politiche energetiche europee, è nostra convinzione che l’ennesima proroga dell’obbligo per l’impiego delle fonti rinnovabili nella realizzazione dei nuovi edifici, introdotto con l’articolo 1, comma 289 della Finanziaria 2008, determinerà un sicuro e non giustificato elemento di ritardo per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal pacchetto Energia-Clima al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili). Questo comporterà un grave danno al nostro Paese, non solo per le sanzioni a cui dovremo fare fronte, ma in particolare per la battuta d’arresto inflitta a quelle forme di sviluppo economico-sociale sostenibili che il settore delle fonti rinnovabili e della green economy in generale sta perseguendo (al 2020: creazione di almeno 250.000 nuovi posti di lavoro diretti e indiretti nel settore, contributo all’incremento del PIL superiore all’1,5%)".
Per questo, conclude la lettera, si invitano i rappresentanti della Camera dei Deputati ad adoperarsi affinché nell’esame del Dl 194/2009 "Milleproroghe" venga ripristinato il contenuto dell’articolo 1, comma 289 della Finanziaria 2008 a partire dal 1 gennaio 2010.
In realtà, a parte le dichiarazioni del Governo (che giustifica ammettendo il ritardo di molti comuni nell'adeguamento dei regolamenti edilizi), è bene sottolineare come un recente rapporto, elaborato da Legambiente e Cresme in collaborazione con Saie Energia, abbia rilevato che ben 406 comuni su 557 hanno inserito nel proprio regolamento edilizio delle norme che prevedono l’obbligo, la promozione e/o incentivazione per quanto concerne l’uso di energie rinnovabili.
Il disegno di legge, trasmesso alla Camera dei Deputati dal Presidente del Senato della Repubblica il 15 febbraio 2010, inserisce all'art. 8 il comma 4-bis che proroga l'obbligo previsto dall'art. 4, comma 1-bis dall'1 gennaio 2010 all'1 gennaio 2011. Ricordiamo che all'art. 4 (Contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali) il comma 1-bis era stato sostituito dall'articolo 1, comma 289, legge n. 244 del 2007 per poi essere modificato dall'articolo 29, comma 1-octies, legge n. 14 del 2009, e prevedeva:
"1-bis. A decorrere dall'1 gennaio 2010, nel regolamento di cui al comma 1, ai fini del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifici di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW".
Con il "Milleproroghe" viene, dunque, procrastinata all'1 gennaio 2011 la data per cui i regolamenti edilizi comunali dovevano adeguarsi a favore dello sviluppo degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La notizia è stata appresa con stupore dagli operatori del mercato che, dopo le già recenti stangate (leggi news), hanno evidenziato la loro disapprovazione direttamente al Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e agli Onorevoli della Camera dei Deputati con una lettera aperta firmata da: AIEL, ANEST, ANEV, APER, ASSOLTERM, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIPER, GIFI, GREENPEACE ITALIA, GSES, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB, LEGAMBIENTE, WWF.
Come sottolineato nella lettera: "Ritenendo necessaria un’azione coerente per rispettare gli impegni assunti nell’ambito delle vigenti politiche energetiche europee, è nostra convinzione che l’ennesima proroga dell’obbligo per l’impiego delle fonti rinnovabili nella realizzazione dei nuovi edifici, introdotto con l’articolo 1, comma 289 della Finanziaria 2008, determinerà un sicuro e non giustificato elemento di ritardo per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal pacchetto Energia-Clima al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili). Questo comporterà un grave danno al nostro Paese, non solo per le sanzioni a cui dovremo fare fronte, ma in particolare per la battuta d’arresto inflitta a quelle forme di sviluppo economico-sociale sostenibili che il settore delle fonti rinnovabili e della green economy in generale sta perseguendo (al 2020: creazione di almeno 250.000 nuovi posti di lavoro diretti e indiretti nel settore, contributo all’incremento del PIL superiore all’1,5%)".
Per questo, conclude la lettera, si invitano i rappresentanti della Camera dei Deputati ad adoperarsi affinché nell’esame del Dl 194/2009 "Milleproroghe" venga ripristinato il contenuto dell’articolo 1, comma 289 della Finanziaria 2008 a partire dal 1 gennaio 2010.
In realtà, a parte le dichiarazioni del Governo (che giustifica ammettendo il ritardo di molti comuni nell'adeguamento dei regolamenti edilizi), è bene sottolineare come un recente rapporto, elaborato da Legambiente e Cresme in collaborazione con Saie Energia, abbia rilevato che ben 406 comuni su 557 hanno inserito nel proprio regolamento edilizio delle norme che prevedono l’obbligo, la promozione e/o incentivazione per quanto concerne l’uso di energie rinnovabili.
A cura di Ilenia
Cicirello
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Ddl 3210