COMUNICATO ANCE
Pubblichiamo un Comunicato Stampa dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) avente per oggetto "La manovra fiscale del governo". L'ANCE, premette...
Pubblichiamo un Comunicato Stampa dell'Associazione Nazionale
Costruttori Edili (ANCE) avente per oggetto "La manovra fiscale
del governo". L'ANCE, premettendo che con la manovra è stato
preso di mira il settore delle costruzioni, richiede un
ripensamento delle norme.
COMUNICATO STAMPA
L'Ance richiede un radicale ripensamento delle norme fiscali sul settore edile adottate con il decreto del 30 giugno.
Le norme sono ingiustificatamente punitive verso un settore cui si deve la tenuta del Pil italiano negli ultimi anni, che svolge un ruolo essenziale per lo sviluppo e che si è concretamente impegnato per combattere il lavoro nero.
A parte le perplessità derivanti dalla scelta del Governo di concentrare il recupero dell’evasione sul solo settore delle costruzioni addirittura con misure di natura specifica e d’urgenza, è d’obbligo denunciare che gli oneri derivanti alle imprese saranno elevatissimi e possono alterarne drammaticamente i già deboli equilibri finanziari fino al punto di mettere a rischio la loro attività.
Le misure più preoccupanti sono in particolare quattro:
COMUNICATO STAMPA
L'Ance richiede un radicale ripensamento delle norme fiscali sul settore edile adottate con il decreto del 30 giugno.
Le norme sono ingiustificatamente punitive verso un settore cui si deve la tenuta del Pil italiano negli ultimi anni, che svolge un ruolo essenziale per lo sviluppo e che si è concretamente impegnato per combattere il lavoro nero.
A parte le perplessità derivanti dalla scelta del Governo di concentrare il recupero dell’evasione sul solo settore delle costruzioni addirittura con misure di natura specifica e d’urgenza, è d’obbligo denunciare che gli oneri derivanti alle imprese saranno elevatissimi e possono alterarne drammaticamente i già deboli equilibri finanziari fino al punto di mettere a rischio la loro attività.
Le misure più preoccupanti sono in particolare quattro:
- la prima prevede l'innalzamento dall'1% all'11%
dell'imposta di registro sui trasferimenti di aree e di
immobili da ristrutturare; ne deriverà un improvviso forte
incremento dei costi di produzione e dei prezzi degli immobili. E
ciò proprio per quegli interventi rivolti a migliorare la
funzionalità urbana.
- La seconda misura prevede che ricada sull'appaltatore l'intera
responsabilità dei versamenti dell'Iva dovuta dai
subappaltatori. L'obiettivo di maggiore trasparenza che tale
misura intende perseguire è condivisibile, ma c'è da chiedersi se
essa sia commisurata all'effetto devastante che provoca sulle
imprese subappaltatrici.
Queste imprese (che sono migliaia) continueranno infatti a pagare l'Iva sugli acquisti, ma non potranno più rivalersi sulle fatture emesse verso l'appaltatore principale.
Le imprese resteranno creditrici verso lo Stato senza alcuna certezza nei tempi di recupero; e ciò causerà il soffocamento finanziario delle imprese.
E' auspicabile che l’Unione Europea - la cui autorizzazione è necessaria per l`attivazione della misura - si esprima in senso contrario.
- Una terza norma rende l'appaltatore responsabile in solido
della regolarità dei versamenti fiscali e contributivi dei suoi
subappaltatori riferiti ai rispettivi dipendenti e
collaboratori.
Non solo, ma si aggiunge anche che qualora l'appaltatore non adempia a detto obbligo il committente ha la facoltà di non dar corso ai pagamenti dovuti e può incorrere in una sanzione da 5.000 a 200.000 euro.
Ne deriverà di fatto un blocco dei pagamenti.
Nel timore di una sanzione del genere, è verosimile che anche il committente più corretto difficilmente si convincerà a pagare.
C’è da aspettarsi, come minimo, un colossale contenzioso.
Per giunta la norma è di adempimento pressoché impossibile.
Infatti mentre, in qualche modo, attraverso il "Durc" voluto dalle imprese di costruzione, si potrà dimostrare la correttezza contributiva, non esiste alcuno strumento che tempestivamente possa dimostrare la correttezza fiscale.
Queste due norme andrebbero quindi immediatamente sospese almeno fino a quando non siano chiari e disponibili strumenti e procedure applicative, facili da reperire e facili da controllare.
- Infine, la norma che assoggetta all'imposta di registro
anziché all'Iva la locazione e le cessioni degli immobili
produrrà ulteriori forti aggravi dei costi di produzione con
conseguente rincaro dei prezzi e degli affitti degli immobili.
- Inoltre, appare improponibile la norma con effetti retroattivi
che obbliga le Società immobiliari a restituire l’Iva
legittimamente detratta negli ultimi anni.
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