Dl Sviluppo: i progettisti denunciano il rischio di una nuova Tangentopoli
I presidenti di OICE e ANCPL-Legacoop denunciano il pericolo di una sostanziale cancellazione delle regole di evidenza pubblica nel settore della progettaz...
I presidenti di OICE e ANCPL-Legacoop denunciano il pericolo di una
sostanziale cancellazione delle regole di evidenza pubblica nel
settore della progettazione e il rischio che si possa determinare
una nuova Tangentopoli laddove venissero approvati i due
emendamenti (4.170 e 4.171) presentati dalla Lega nord all'articolo
4 decreto legge sviluppo (n. 70/2011), all'esame della commissione
bilancio della Camera.
I due emendamenti che preoccupano sommamente il settore dell'ingegneria e dell'architettura organizzata prevedono: il primo l'innalzamento da 100.000 euro a 193.000 euro della soglia per l'utilizzo della procedura negoziata negli affidamenti di incarichi di progettazione e attività tecnico-amministrative ad essa connesse; il secondo l'aumento da 20.000 a 40.000 euro della soglia per gli affidamenti diretti degli stessi incarichi.
"Sulla base dei dati 2010 - scrivono nel comunicato i due presidenti firmatari della denuncia - se le due proposte fossero approvate, ci sarebbe il rischio di una Tangentopoli che potrebbe investire il settore della progettazione. I due emendamenti infatti se approvati, finirebbero per sottrarre al principio della gara il 90,7% degli affidamenti di incarichi di progettazione e attività tecnico-amministrative ad essa connesse fino alla soglia e, in più, ammetterebbero l'affidamento diretto fino a 40.000 euro, raddoppiando il limite attuale. E' quindi molto grave il vulnus ai principi della concorrenza e della trasparenza che queste proposte determinerebbero, implementando anche un processo di suddivisione degli incarichi di rilievo comunitario e nazionale al fine di farli rientrare nelle più "flessibili" procedure, con nocumento anche della concorrenza nel Mercato interno e con il sostanziale azzeramento delle gare comunitarie."
OICE e ANCPL-Legacoop esprimono quindi "la più netta contrarietà rispetto a queste proposte che, oltre ad una evidente e drastica riduzione della concorrenza, causerebbero un danno certo per le finanze pubbliche: infatti il compenso oggetto di una procedura negoziata è, mediamente, ben più elevato rispetto a quello oggetto di un confronto concorrenziale (procedura aperta o ristretta)".
Va inoltre rilevato come la procedura negoziata consenta alla stazione appaltante di non vagliare un numero adeguato di soluzioni tecnico-progettuali, finendo per danneggiare la stessa amministrazione che, per incarichi che possono essere anche complessi e articolati (come di norma sono quelli di importo superiore a 100.000 euro), potrebbe effettuare scelte non appropriate.
"Si tratta, peraltro - sottolineano i presidenti di OICE e ANCPL-Legacoop - di procedure, che anche a livello comunitario, sono considerate eccezionali; semmai per ripristinare condizioni di maggiore concorrenza e accesso al mercato".
L'auspicio dei progettisti è che "il Governo si esprima negativamente sugli emendamenti e che i parlamentari di maggioranza e opposizione tengano sempre ben presenti le logiche della trasparenza, concorrenza e qualità negli affidamenti di progettazione, senza dare spazio a pericolose scorciatoie che non garantiscono anche l'interesse pubblico al buona andamento dell'azione amministrativa".
A cura dell'Ufficio Stampa OICE
I due emendamenti che preoccupano sommamente il settore dell'ingegneria e dell'architettura organizzata prevedono: il primo l'innalzamento da 100.000 euro a 193.000 euro della soglia per l'utilizzo della procedura negoziata negli affidamenti di incarichi di progettazione e attività tecnico-amministrative ad essa connesse; il secondo l'aumento da 20.000 a 40.000 euro della soglia per gli affidamenti diretti degli stessi incarichi.
"Sulla base dei dati 2010 - scrivono nel comunicato i due presidenti firmatari della denuncia - se le due proposte fossero approvate, ci sarebbe il rischio di una Tangentopoli che potrebbe investire il settore della progettazione. I due emendamenti infatti se approvati, finirebbero per sottrarre al principio della gara il 90,7% degli affidamenti di incarichi di progettazione e attività tecnico-amministrative ad essa connesse fino alla soglia e, in più, ammetterebbero l'affidamento diretto fino a 40.000 euro, raddoppiando il limite attuale. E' quindi molto grave il vulnus ai principi della concorrenza e della trasparenza che queste proposte determinerebbero, implementando anche un processo di suddivisione degli incarichi di rilievo comunitario e nazionale al fine di farli rientrare nelle più "flessibili" procedure, con nocumento anche della concorrenza nel Mercato interno e con il sostanziale azzeramento delle gare comunitarie."
OICE e ANCPL-Legacoop esprimono quindi "la più netta contrarietà rispetto a queste proposte che, oltre ad una evidente e drastica riduzione della concorrenza, causerebbero un danno certo per le finanze pubbliche: infatti il compenso oggetto di una procedura negoziata è, mediamente, ben più elevato rispetto a quello oggetto di un confronto concorrenziale (procedura aperta o ristretta)".
Va inoltre rilevato come la procedura negoziata consenta alla stazione appaltante di non vagliare un numero adeguato di soluzioni tecnico-progettuali, finendo per danneggiare la stessa amministrazione che, per incarichi che possono essere anche complessi e articolati (come di norma sono quelli di importo superiore a 100.000 euro), potrebbe effettuare scelte non appropriate.
"Si tratta, peraltro - sottolineano i presidenti di OICE e ANCPL-Legacoop - di procedure, che anche a livello comunitario, sono considerate eccezionali; semmai per ripristinare condizioni di maggiore concorrenza e accesso al mercato".
L'auspicio dei progettisti è che "il Governo si esprima negativamente sugli emendamenti e che i parlamentari di maggioranza e opposizione tengano sempre ben presenti le logiche della trasparenza, concorrenza e qualità negli affidamenti di progettazione, senza dare spazio a pericolose scorciatoie che non garantiscono anche l'interesse pubblico al buona andamento dell'azione amministrativa".
A cura dell'Ufficio Stampa OICE
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