Competenze professionali Architetti, Ingegneri e Geometri: serve chiarezza
Lo scorso 22 aprile, la sentenza n. 1022 del TAR di Catania, sconfessando una precedente sentenza della Corte di Cassazione, ha affermato che la progettazion...
Lo scorso 22 aprile, la sentenza n. 1022 del TAR di Catania,
sconfessando una precedente sentenza della Corte di Cassazione, ha
affermato che la progettazione di un "modesto" edificio civile può
essere eseguita da un geometra anche in zona sismica e nel caso di
impiego di cemento armato. Nel 2009 e nel 2010 un susseguirsi di
sentenza contrastanti ha avuto come unico risultato quello di
aumentare un focolaio di astio e ripicche tra le categorie
professionali di architetti, ingegneri e geometri.
Tra le ultime, segnaliamo l'iniziativa dell'Associazione Amate l'Architettura che ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Geom. Fausto Savoldi, e per conoscenza ai Presidenti del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Arch. Leopoldo Freyrie, e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Ing. Giovanni Rolando. L'iniziativa dell'Associazione è stata presa in risposta ad una lettera del 04/05/2011 mediante la quale il Presidente dei Geometri è intervenuto in merito alla questione delle competenze professionali, inviando il parere di uno studio legale e ammettendo che il conflitto tra le categorie professionali è nato a seguito di una "strumentale e faziosa utilizzazione di pronunzie della Suprema Corte di Cassazione" da parte degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti.
La lettera dell'Associazione Amate l'Architettura è partita dal presupposto che se il Consiglio dei Geometri ha avuto bisogno del parere di un noto parlamentare che ha esaminato in maniera imparziale e distaccata la questione, allora la Corte di Cassazione opera in maniera faziosa a favore di Ingegneri e Architetti. Ciò premesso, l'Associazione ha dichiarato che le affermazioni del Presidente dei Geometri siano talmente gravi da rendere necessario un chiarimento e una presa di posizione da parte dei Presidenti di CNA e CNI.
L'Associazione ha continuato affermando che quello del Geometra Savoldi non sia il modo corretto di procedere in merito alle competenze professionali. "L'Italia è l'unico paese europeo dove esiste un conflitto tra figure professionali che dovrebbero avere un ruolo ben distinto in quanto provengono da un percorso formativo completamente diverso. Ogni manufatto edilizio, dal più semplice al più complesso, dovrebbe essere seguito da architetti, ingegneri e geometri agendo insieme con ruoli ben distinti".
"Vogliamo anche evidenziare - ha continuato la lettera - che il problema della progettazione non è soltanto un problema di conoscenze tecniche, (...), chi pensa che i geometri possano o debbano progettare i piccoli o minori edifici e gli architetti quelli grandi e importanti commette un gravissimo errore. L'architettura è la disciplina che ha come scopo l'organizzazione dello spazio in cui vive l'essere umano. Per progettare bisogna avere una conoscenza di discipline umanistiche e tecniche, bisogna saper ascoltare il luogo, capire il contesto e molto altro, l'Architetto dovrebbe essere l'autore principale di un progetto dove partecipano varie figure tecniche tra cui gli ingegneri e i geometri".
La lettera è terminato con un invito ai massimi esponenti delle professioni a sedersi nuovamente intorno ad un tavolo e, con il massimo spirito di collaborazione, discutere un problema che va avanti da troppo tempo e che ha radici normative troppo vecchie e obsolete (RD n.2537 del 1925 e RD n. 274 del 1929), che non possono più essere rapportate alla società odierna.
Di contro, la sottoscritta, dopo aver letto le sentenze che si sono susseguite negli anni e le dichiarazioni dei massimi esponenti delle categorie professionali interessate, ritiene il problema non potrà mai essere risolto seduti attorno ad un tavolo perché le posizioni, troppo distanti tra di loro, non potranno mai convergere verso un obiettivo comune. Di contro, non serviranno neanche le prese di posizione dei tre gradi di giudizio. Probabilmente, l'unico modo di risolvere il problema è che il Governo, sentite le posizione delle diverse categorie professionali, prenda finalmente posizione con una legge che riordini in modo definitivo e senza possibilità di appello le competenze specifiche di ogni professione. Ma la domanda è: il Governo sarà in grado di affrontare questa sfida?
Tra le ultime, segnaliamo l'iniziativa dell'Associazione Amate l'Architettura che ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Geom. Fausto Savoldi, e per conoscenza ai Presidenti del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Arch. Leopoldo Freyrie, e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Ing. Giovanni Rolando. L'iniziativa dell'Associazione è stata presa in risposta ad una lettera del 04/05/2011 mediante la quale il Presidente dei Geometri è intervenuto in merito alla questione delle competenze professionali, inviando il parere di uno studio legale e ammettendo che il conflitto tra le categorie professionali è nato a seguito di una "strumentale e faziosa utilizzazione di pronunzie della Suprema Corte di Cassazione" da parte degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti.
La lettera dell'Associazione Amate l'Architettura è partita dal presupposto che se il Consiglio dei Geometri ha avuto bisogno del parere di un noto parlamentare che ha esaminato in maniera imparziale e distaccata la questione, allora la Corte di Cassazione opera in maniera faziosa a favore di Ingegneri e Architetti. Ciò premesso, l'Associazione ha dichiarato che le affermazioni del Presidente dei Geometri siano talmente gravi da rendere necessario un chiarimento e una presa di posizione da parte dei Presidenti di CNA e CNI.
L'Associazione ha continuato affermando che quello del Geometra Savoldi non sia il modo corretto di procedere in merito alle competenze professionali. "L'Italia è l'unico paese europeo dove esiste un conflitto tra figure professionali che dovrebbero avere un ruolo ben distinto in quanto provengono da un percorso formativo completamente diverso. Ogni manufatto edilizio, dal più semplice al più complesso, dovrebbe essere seguito da architetti, ingegneri e geometri agendo insieme con ruoli ben distinti".
"Vogliamo anche evidenziare - ha continuato la lettera - che il problema della progettazione non è soltanto un problema di conoscenze tecniche, (...), chi pensa che i geometri possano o debbano progettare i piccoli o minori edifici e gli architetti quelli grandi e importanti commette un gravissimo errore. L'architettura è la disciplina che ha come scopo l'organizzazione dello spazio in cui vive l'essere umano. Per progettare bisogna avere una conoscenza di discipline umanistiche e tecniche, bisogna saper ascoltare il luogo, capire il contesto e molto altro, l'Architetto dovrebbe essere l'autore principale di un progetto dove partecipano varie figure tecniche tra cui gli ingegneri e i geometri".
La lettera è terminato con un invito ai massimi esponenti delle professioni a sedersi nuovamente intorno ad un tavolo e, con il massimo spirito di collaborazione, discutere un problema che va avanti da troppo tempo e che ha radici normative troppo vecchie e obsolete (RD n.2537 del 1925 e RD n. 274 del 1929), che non possono più essere rapportate alla società odierna.
Di contro, la sottoscritta, dopo aver letto le sentenze che si sono susseguite negli anni e le dichiarazioni dei massimi esponenti delle categorie professionali interessate, ritiene il problema non potrà mai essere risolto seduti attorno ad un tavolo perché le posizioni, troppo distanti tra di loro, non potranno mai convergere verso un obiettivo comune. Di contro, non serviranno neanche le prese di posizione dei tre gradi di giudizio. Probabilmente, l'unico modo di risolvere il problema è che il Governo, sentite le posizione delle diverse categorie professionali, prenda finalmente posizione con una legge che riordini in modo definitivo e senza possibilità di appello le competenze specifiche di ogni professione. Ma la domanda è: il Governo sarà in grado di affrontare questa sfida?
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A cura di Ilenia
Cicirello
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