Professioni Il Cnappc contro la proposta del Senatore Lauro
Il problema dell'abolizione degli Ordini professionali che sembrava superato con la nuova formulazione dell'articolo 29 del decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98...
Il problema dell'abolizione degli Ordini professionali che
sembrava superato con la nuova formulazione dell'articolo 29 del
decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98 convertito in legge 16 luglio
2011, n. 111, ritorna d'attualità con la proposta di un
disegno di legge costituzionale, presentata il 28 luglio scorso in
Aula, al Senato, dal Senatore Raffaele Lauro, membro della
Commissione Affari Costituzionali.
Nel disegno di legge è prevista, espressamente, la soppressione, dall'art. 33 della Costituzione, dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Il senatore del Pdl Raffaele Lauro affronta il problema dell'abolizione di tutti gli ordini professionali dal nostro ordinamento giuridico precisando che "Questa è la prima e la più importante delle riforme liberali da realizzare, al più presto, nel nostro Paese, se vogliamo liberare energie per un nuovo sviluppo economico. Gli ordini professionali si sono trasformati in corporazioni, che hanno il solo scopo di difendere ed amministrare privilegi acquisiti, cioè costi aggiuntivi per i cittadini e mediocre qualità dei servizi. La Banca d'Italia ha stimato l'entità della rendita monopolistica degli ordini, che ostacola una vera concorrenza, nella misura di unici punti di PIL in pochi anni, di cui ben cinque nei primi tre anni".
Non si è fatta attendere la risposta del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che con un Comunicato stampa ha così replicato: "Respingiamo nel modo più fermo il metodo e il merito con cui un esponente della maggioranza parlamentare - il senatore Raffaele Lauro - crede di poter affrontare il tema della riforma delle professioni: mai nessuno aveva anche solo osato pensare di abolire l'articolo 33 della Costituzione cancellando con un sol tratto di penna Ordini professionali ed Esame di Stato per l'abilitazione professionale".
"Chiediamo ai Ministri Sacconi e Nitto Palma di prendere apertamente e pubblicamente le distanze da questa iniziativa: se non lo facessero il sospetto che il senatore Lauro sia un mero esecutore di volontà altrui prenderebbe corpo e forma. Fa riflettere - infatti - che, mentre meno di 48 ore fa il Ministro del Lavoro tentava di ricucire un rapporto con i rappresentanti dei professionisti italiani, un parlamentare di maggioranza, peraltro privo di specifiche competenze nella materia, intervenga in modo totalmente sconclusionato su di un argomento così delicato e importante come la riforma delle professioni".
Il senatore Lauro ha così risposto: "Non mi stupisce la reazione scomposta (e vagamente intimidatoria!), che respingo, da parlamentare, con assoluta fermezza al mittente, del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, in relazione al mio disegno di legge costituzionale, di iniziativa personale, per l'abolizione degli ordini professionali, né mi sorprendono le fragili argomentazioni addotte a tutela di interessi corporativi consolidati, che non smentiscono le valutazioni economiche della Banca d'Italia. Ciò significa che ho colpito nel segno.
Ora mi aspetto le reazioni, altrettanto virulente, delle altre corporazioni. Il nostro Paese ha bisogno di liberarsi da tutte queste rendite monopolistiche, che lo soffocano."
Nel disegno di legge è prevista, espressamente, la soppressione, dall'art. 33 della Costituzione, dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Il senatore del Pdl Raffaele Lauro affronta il problema dell'abolizione di tutti gli ordini professionali dal nostro ordinamento giuridico precisando che "Questa è la prima e la più importante delle riforme liberali da realizzare, al più presto, nel nostro Paese, se vogliamo liberare energie per un nuovo sviluppo economico. Gli ordini professionali si sono trasformati in corporazioni, che hanno il solo scopo di difendere ed amministrare privilegi acquisiti, cioè costi aggiuntivi per i cittadini e mediocre qualità dei servizi. La Banca d'Italia ha stimato l'entità della rendita monopolistica degli ordini, che ostacola una vera concorrenza, nella misura di unici punti di PIL in pochi anni, di cui ben cinque nei primi tre anni".
Non si è fatta attendere la risposta del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che con un Comunicato stampa ha così replicato: "Respingiamo nel modo più fermo il metodo e il merito con cui un esponente della maggioranza parlamentare - il senatore Raffaele Lauro - crede di poter affrontare il tema della riforma delle professioni: mai nessuno aveva anche solo osato pensare di abolire l'articolo 33 della Costituzione cancellando con un sol tratto di penna Ordini professionali ed Esame di Stato per l'abilitazione professionale".
"Chiediamo ai Ministri Sacconi e Nitto Palma di prendere apertamente e pubblicamente le distanze da questa iniziativa: se non lo facessero il sospetto che il senatore Lauro sia un mero esecutore di volontà altrui prenderebbe corpo e forma. Fa riflettere - infatti - che, mentre meno di 48 ore fa il Ministro del Lavoro tentava di ricucire un rapporto con i rappresentanti dei professionisti italiani, un parlamentare di maggioranza, peraltro privo di specifiche competenze nella materia, intervenga in modo totalmente sconclusionato su di un argomento così delicato e importante come la riforma delle professioni".
Il senatore Lauro ha così risposto: "Non mi stupisce la reazione scomposta (e vagamente intimidatoria!), che respingo, da parlamentare, con assoluta fermezza al mittente, del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, in relazione al mio disegno di legge costituzionale, di iniziativa personale, per l'abolizione degli ordini professionali, né mi sorprendono le fragili argomentazioni addotte a tutela di interessi corporativi consolidati, che non smentiscono le valutazioni economiche della Banca d'Italia. Ciò significa che ho colpito nel segno.
Ora mi aspetto le reazioni, altrettanto virulente, delle altre corporazioni. Il nostro Paese ha bisogno di liberarsi da tutte queste rendite monopolistiche, che lo soffocano."
A cura di Ilenia
Cicirello
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