MARCIA SU ROMA CONTRO BERSANI E LA FINANZIARIA

A luglio, subito dopo l’approvazione del Decreto “Bersani”, i professionisti riunitisi a Roma erano poco più di un migliaio mentre ieri 12 ottobre, la prima ...

13/10/2006
A luglio, subito dopo l’approvazione del Decreto “Bersani”, i professionisti riunitisi a Roma erano poco più di un migliaio mentre ieri 12 ottobre, la prima manifestazione unitaria contro il decreto legge sulle liberalizzazioni e la Finanziaria 2007 ha riunito esponenti di vari ordini professionali, dagli avvocati ai commercialisti, dai farmacisti ai geologi, dagli architetti, ai medici ed agli ingegneri che sono scesi in piazza arrivando da tutte le parti della penisola con aerei, auto ed anche 300 pullman.

Il grande corteo, organizzato dal Comitato unitario delle professioni (Cup) per protestare contro il decreto Bersani, parte dal Colosseo con almeno quarantamila partecipanti, secondo gli organizzatori: una stima confermata dal colpo d'occhio da Colle Oppio, che presenta una vera distesa di manifestanti, chi come i farmacisti con il cappellino bianco, chi con i fischietti o a reggere i numerosi striscioni. Ad aprire il corteo, che termina a piazza Venezia con i comizi finali, il grande striscione del Cup dietro al quale si schierano leader di tutte le categorie presenti, dagli avvocati ai commercialisti, dai farmacisti ai geologi.

In testa al corteo ai Fori Imperiali ha fatto la sua apparizione il presidente di An Gianfranco Fini. “E' una manifestazione civile, di cui mi auguro che a Palazzo Chigi tengano conto e siano meno presuntuosi”. "Credo - ha aggiunto Fini - partecipando alla manifestazione cui sono presenti alcune migliaia di persone - che quando scendono in piazza migliaia e migliaia di professionisti per esprimere indignazione verso una finanziaria che impone soltanto nuove tasse e un disegno non di liberalizzazione, ma di delegittimazione delle professioni, l'opposizione ha il dovere di esprimere la sua solidarietà".
Tra le misure della Finanziaria contestate dai professionisti vi è l'aumento delle imposte sulle rendite finanziarie, che colpirebbe le loro casse previdenziali.

Tra gli striscioni che campeggiano per Via dei Fori Imperiali si legge anche "Non vendetta ma giustizia, non uccidete la libertà”.
In corteo molti gli esponenti di Alleanza nazionale venuti a portare la loro solidarietà alla battaglia dei professionisti.
Oltre ai cartelli che segnalano la provenienza di diversi comitati provinciali di avvocati, consulenti del lavoro e commercialisti anche un grande striscione di molisani: "Il Molise con furore - è scritto a caratteri cubitali - avevamo appoggiato l'Unione convinti di andare al dialogo e alla concertazione, ci siamo ritrovato con il marchio di evasori". Apre il lungo corteo un grande striscione del Cup (Comitato unitario delle professioni) sotto cui ci sono anche le sigle di Adepp e Consilp, a reggere lo striscione i tre presidenti delle organizzazioni che hanno promosso la marcia: Raffaele Sirica (presidente Cup), Maurizio Detilla (presidente Adepp), e Gaetano Stella (presidente Consilp).
"La manifestazione di oggi - spiega il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - è la risposta al tentativo evidente di voler cancellare, con il pretesto delle riforme, la figura del libero professionista". Stella, parlando a nome dei tre organizzatori della manifestazione, auspica dal governo "un confronto serio con il mondo delle libere professioni per arrivare a riforme reali, utili al paese e che non assomiglino ad una 'vendetta' verso i liberi professionisti e un'ampia fetta di cittadini".

Lunghi momenti di tensione si sono verificati a piazza Venezia: cordoni di polizia e carabinieri hanno bloccato la piazza per impedire che i manifestanti potessero alla spicciolata raggiungere palazzo Chigi.
Vibranti le proteste: “Siete peggio dei comunisti”, “È un sequestro di persona”. Alla “Marcia del ceto medio” e alle parole di Fini (“È una manifestazione civile, di cui mi auguro che a Palazzo Chigi tengano conto”) ha risposto il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani: “Le manifestazioni vanno tutte rispettate, anche quando sono critiche. Se vogliamo ribadire la centralità delle professioni nel futuro, bisogna avere il coraggio delle riforme. Su questo c'è la disponibilità a discutere. Penso che nelle prossime settimane possa esserci un confronto al ministero della Giustizia, anche con la nostra presenza”. Se non si arriverà al dialogo con il governo, saranno confermate le due settimane di astensione dalle udienze per le avvocature nel periodo 13 - 18 novembre e 11 -16 dicembre, oltre alla richiesta di adesione di tutte le professioni ad una manifestazione prevista per il prossimo 16 dicembre.

A cura di Paolo Oreto
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