Professioni intellettuali, SOS minimi tariffari
Dal 2006, quando Bersani ha avuto la bella idea di eliminare i minimi tariffari, i professionisti non smettono di lamentarsi della mortificazione della loro ...
Dal 2006, quando Bersani ha avuto la bella idea di eliminare i
minimi tariffari, i professionisti non smettono di lamentarsi della
mortificazione della loro professione dovuta ad una crescente
diminuzione della parcella a fronte di un aumento notevole del
carico di lavoro (aggiornamenti normativi, nuove tecnologie,
licenze software, etc.).
Per ultimo, la bozza in circolazione del nuovo decreto Sviluppo (sviluppo?) elimina ogni riferimento alle tariffe professionali. Ma in tutto questo, i professionisti cosa fanno?
In un mondo ideale si potrebbe pensare che i professionisti abbiano fatto quadrato, in modo da non vanificare decenni di primati in Europa in quanto a qualità. Si potrebbe pensare che gli Ordini ed i Consigli Nazionali professionali abbiano realmente fatto qualcosa di concreto per aiutare una categoria professionale a rischio estinzione. Niente di tutto ciò.
A parte l'inerzia di dei rappresentanti nazionali, desideriamo segnalare quanto accaduto in Piemonte dopo che uno studio di Ingegneria (probabilmente disperato per la crisi) ha presentato la propria attività su un noto circuito di vendite on line, proponendo l'Attestazione di Certificazione Energetica (ACE) al prezzo stracciato di 59 euro cadauno.
Volendo tralasciare qualsiasi argomento di ordine deontologico, questa è una casistica sintomatica di quanto il sistema dei minimi tariffari era utile per non mortificare una prestazione professionale. L'Ordine degli Architetti di Torino ha evidenziato la concorrenza sleale subita ad opera dello studio in questione ricordando l'art. 2233 del codice civile che stabilisce:
"la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione". Una volta abolita nel 2006 l'inderogabilità dei minimi tariffari, il "decoro della professione" rimane infatti come principio imprescindibile per la determinazione del giusto compenso dei professionisti.
L'Ordine di Torino ha anche affermato che "pur in assenza di minimi tariffari, una analisi dell'onorario di una prestazione è pur sempre possibile, in particolare per la parte che riguarda l'attività materiale della prestazione: il tempo, i trasferimenti, le attrezzature, i software, le spese generali di gestione dello studio, i collaboratori e/o dipendenti".
Gli Architetti di Torino hanno ricordato, infine, che il codice deontologico ammette la pubblicità a condizione che sia informativa, e "svolta secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio". Nel caso in questione, offrire la redazione dell'ACE al prezzo di 59 euro è solo una triste dimostrazione di come possa venire svilita l'attività professionale.
Lasciamo a voi lettori ogni commento.
Per ultimo, la bozza in circolazione del nuovo decreto Sviluppo (sviluppo?) elimina ogni riferimento alle tariffe professionali. Ma in tutto questo, i professionisti cosa fanno?
In un mondo ideale si potrebbe pensare che i professionisti abbiano fatto quadrato, in modo da non vanificare decenni di primati in Europa in quanto a qualità. Si potrebbe pensare che gli Ordini ed i Consigli Nazionali professionali abbiano realmente fatto qualcosa di concreto per aiutare una categoria professionale a rischio estinzione. Niente di tutto ciò.
A parte l'inerzia di dei rappresentanti nazionali, desideriamo segnalare quanto accaduto in Piemonte dopo che uno studio di Ingegneria (probabilmente disperato per la crisi) ha presentato la propria attività su un noto circuito di vendite on line, proponendo l'Attestazione di Certificazione Energetica (ACE) al prezzo stracciato di 59 euro cadauno.
Volendo tralasciare qualsiasi argomento di ordine deontologico, questa è una casistica sintomatica di quanto il sistema dei minimi tariffari era utile per non mortificare una prestazione professionale. L'Ordine degli Architetti di Torino ha evidenziato la concorrenza sleale subita ad opera dello studio in questione ricordando l'art. 2233 del codice civile che stabilisce:
"la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione". Una volta abolita nel 2006 l'inderogabilità dei minimi tariffari, il "decoro della professione" rimane infatti come principio imprescindibile per la determinazione del giusto compenso dei professionisti.
L'Ordine di Torino ha anche affermato che "pur in assenza di minimi tariffari, una analisi dell'onorario di una prestazione è pur sempre possibile, in particolare per la parte che riguarda l'attività materiale della prestazione: il tempo, i trasferimenti, le attrezzature, i software, le spese generali di gestione dello studio, i collaboratori e/o dipendenti".
Gli Architetti di Torino hanno ricordato, infine, che il codice deontologico ammette la pubblicità a condizione che sia informativa, e "svolta secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio". Nel caso in questione, offrire la redazione dell'ACE al prezzo di 59 euro è solo una triste dimostrazione di come possa venire svilita l'attività professionale.
Lasciamo a voi lettori ogni commento.
A cura di Ilenia
Cicirello
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