Decreto Sviluppo e Statuto delle Imprese: Tiro a bersaglio sulle libere professioni
Non vorremmo trovarci, in questo momento, nei panni di chi regge le sorti dei Consigli nazionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi e dei Geometr...
Non vorremmo trovarci, in questo momento, nei panni di chi regge
le sorti dei Consigli nazionali degli Ingegneri, degli Architetti,
dei Geologi e dei Geometri perché sta per essere cancellato
gran parte del reddito dei professionisti tecnici sia nel campo
delle opere pubbliche che in quello delle opere private.
È durissimo l'attacco del Governo e del Ministro delle Finanze nei riguardi del reddito professionale dei liberi professionisti perché la cancellazione delle tariffe professionali unita alle modifiche riguardanti l'affidamento dei servizi d'ingegneria e alla realizzazione delle opere pubbliche che stanno per essere approvate porterà, inevitabilmente, a un mercato di entità notevolmente ridotto rispetto a quello degli ultimi anni che, per altro, non sono stati dei migliori.
Cercheremo di chiarire per punti i motivi della nostra grande preoccupazione.
Cancellazione delle tariffe professionali
Nel decreto sviluppo in corso di emanazione, tra le "modifiche alla disciplina delle professioni e delle attività economiche" è prevista una modifica alla lettera d) del comma 5 dell'articolo 3 del decreto-legge n.138/2011 convertito dalla legge n. 148/2011 attraverso il quale viene cancellato, per i lavori privati,ogni riferimento alla tariffa professionale ed il compenso spettante al professionista deve essere pattuito per iscritto all'atto del conferimento dell'incarico.
Di fatto, quindi, assisteremo, vista anche la carenza di possibilità di lavoro sia nel pubblico che nel privato, ad una progressiva diminuzione dell'entità dei compensi, sia per quanto concerne i lavori privati sia per quanto riguarda le opere pubbliche, per le quali le amministrazioni possono e non devono utilizzare come base per le gare le tariffe professionali.
Diminuzione del numero di opere pubbliche
Sempre nel decreto sviluppo, nell'ambito della finanza di progetto è prevista l'introduzione dello strumento contrattuale del Contratto di disponibilità finalizzato a favorire ulteriormente il partenariato pubblico-privato.
Nell'articolato è precisato che il "contratto di disponibilità" è il contratto mediante il quale sono affidate, a spesa dell'affidatario, la costruzione e la messa a disposizione a favore dell'amministrazione aggiudicatrice di un'opera di proprietà privata destinata all'esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo.
Le pubbliche amministrazioni, vista per l'altro l'assenza di somme disponibili, procederanno in molti casi a realizzare nuove scuole, nuovi ospedali, nuove carceri, nuovi uffici non direttamente ma con questo nuovo strumento contrattuale e, quindi, gran parte degli affidamenti dei servizi di ingegneria e di architettura saranno effettuati non più dalle amministrazioni pubbliche ma dalle imprese che, ovviamente, pattuiranno con il professionista un onorario che non avrà nulla a che vedere con le tariffe professionali visto che per altro, qualsiasi riferimento alle stesse è stato cancellato.
Ma come si potrà legare questo sistema con la qualità dell'architettura e dell'ingegneria e con la realizzazione di opere che lascino un segno nel tempo?
Minimalizzazione delle gare di progettazione
Il Senato il 20 ottobre scorso ha approvato, il disegno di legge recante lo "Statuto delle imprese" ed all'interno dello stesso, l'aula ha fatto riapparire, approvandolo l'articolo 13 che era stato cancellato in Commissione.
L'articolo 13 reca una modifica all'articolo 91 del codice dei contratti, qui di seguito riportata: "1. Al fine di favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici di lavori e servizi di progettazione, all'articolo 91, comma 1, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, le parole: "di importo pari o superiore a 100.000 euro" sono sostituite dalle seguenti: "di importo pari o superiore alle soglie di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 28".
Con tale modifica, se la legge dovesse essere approvata definitivamente alla camera dei deputati e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, tutte le gare di progettazione al di sotto della soglia comunitaria (oggi 193.000 euro) potrebbero essere affidate con procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara come disposta dall'articolo 57, comma 6 del Codice dei contratti.
Sembra quasi un tiro a bersaglio sulle libere professioni. Assisteremo, forse inermi, al progressivo abbattimento degli onorari, alla progressiva trasformazione di opere da pubbliche a private ed alla minimalizzazione delle gare di progettazione ed, in definitiva, ad una notevole diminuzione del reddito medio pro-capite dei liberi professionisti, probabilmente ad un livello per il quale è in gioco la sopravvivenza di gran parte degli stessi.
Avrei tant'altro da aggiungere, ma per motivi di spazio non vi tedio oltre non tralasciando, però, l'invito agli attuali Consigli nazionali a promuovere, non singolarmente ma congiuntamente, chiare azioni e non solo proposizioni, per non essere ricordati come i notai di un momento estremamente pesante per la vita delle libere professioni.
È durissimo l'attacco del Governo e del Ministro delle Finanze nei riguardi del reddito professionale dei liberi professionisti perché la cancellazione delle tariffe professionali unita alle modifiche riguardanti l'affidamento dei servizi d'ingegneria e alla realizzazione delle opere pubbliche che stanno per essere approvate porterà, inevitabilmente, a un mercato di entità notevolmente ridotto rispetto a quello degli ultimi anni che, per altro, non sono stati dei migliori.
Cercheremo di chiarire per punti i motivi della nostra grande preoccupazione.
Cancellazione delle tariffe professionali
Nel decreto sviluppo in corso di emanazione, tra le "modifiche alla disciplina delle professioni e delle attività economiche" è prevista una modifica alla lettera d) del comma 5 dell'articolo 3 del decreto-legge n.138/2011 convertito dalla legge n. 148/2011 attraverso il quale viene cancellato, per i lavori privati,ogni riferimento alla tariffa professionale ed il compenso spettante al professionista deve essere pattuito per iscritto all'atto del conferimento dell'incarico.
Di fatto, quindi, assisteremo, vista anche la carenza di possibilità di lavoro sia nel pubblico che nel privato, ad una progressiva diminuzione dell'entità dei compensi, sia per quanto concerne i lavori privati sia per quanto riguarda le opere pubbliche, per le quali le amministrazioni possono e non devono utilizzare come base per le gare le tariffe professionali.
Diminuzione del numero di opere pubbliche
Sempre nel decreto sviluppo, nell'ambito della finanza di progetto è prevista l'introduzione dello strumento contrattuale del Contratto di disponibilità finalizzato a favorire ulteriormente il partenariato pubblico-privato.
Nell'articolato è precisato che il "contratto di disponibilità" è il contratto mediante il quale sono affidate, a spesa dell'affidatario, la costruzione e la messa a disposizione a favore dell'amministrazione aggiudicatrice di un'opera di proprietà privata destinata all'esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo.
Le pubbliche amministrazioni, vista per l'altro l'assenza di somme disponibili, procederanno in molti casi a realizzare nuove scuole, nuovi ospedali, nuove carceri, nuovi uffici non direttamente ma con questo nuovo strumento contrattuale e, quindi, gran parte degli affidamenti dei servizi di ingegneria e di architettura saranno effettuati non più dalle amministrazioni pubbliche ma dalle imprese che, ovviamente, pattuiranno con il professionista un onorario che non avrà nulla a che vedere con le tariffe professionali visto che per altro, qualsiasi riferimento alle stesse è stato cancellato.
Ma come si potrà legare questo sistema con la qualità dell'architettura e dell'ingegneria e con la realizzazione di opere che lascino un segno nel tempo?
Minimalizzazione delle gare di progettazione
Il Senato il 20 ottobre scorso ha approvato, il disegno di legge recante lo "Statuto delle imprese" ed all'interno dello stesso, l'aula ha fatto riapparire, approvandolo l'articolo 13 che era stato cancellato in Commissione.
L'articolo 13 reca una modifica all'articolo 91 del codice dei contratti, qui di seguito riportata: "1. Al fine di favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici di lavori e servizi di progettazione, all'articolo 91, comma 1, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, le parole: "di importo pari o superiore a 100.000 euro" sono sostituite dalle seguenti: "di importo pari o superiore alle soglie di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 28".
Con tale modifica, se la legge dovesse essere approvata definitivamente alla camera dei deputati e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, tutte le gare di progettazione al di sotto della soglia comunitaria (oggi 193.000 euro) potrebbero essere affidate con procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara come disposta dall'articolo 57, comma 6 del Codice dei contratti.
Sembra quasi un tiro a bersaglio sulle libere professioni. Assisteremo, forse inermi, al progressivo abbattimento degli onorari, alla progressiva trasformazione di opere da pubbliche a private ed alla minimalizzazione delle gare di progettazione ed, in definitiva, ad una notevole diminuzione del reddito medio pro-capite dei liberi professionisti, probabilmente ad un livello per il quale è in gioco la sopravvivenza di gran parte degli stessi.
Avrei tant'altro da aggiungere, ma per motivi di spazio non vi tedio oltre non tralasciando, però, l'invito agli attuali Consigli nazionali a promuovere, non singolarmente ma congiuntamente, chiare azioni e non solo proposizioni, per non essere ricordati come i notai di un momento estremamente pesante per la vita delle libere professioni.
A cura di Paolo
Oreto
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