Maxiemendamento al disegno di legge di stabilità, nessuna misura shock
Con un economia in piena crisi e in rischio default, ma soprattutto dopo le diverse indiscrezioni venute fuori negli ultimi giorni, tutti si sarebbero aspett...
Con un economia in piena crisi e in rischio default, ma soprattutto
dopo le diverse indiscrezioni venute fuori negli ultimi giorni,
tutti si sarebbero aspettati delle misure shock nel maxiemendamento
al disegno di legge di stabilità che il Governo ha approvato, tra
tensioni e interruzioni, nel Consiglio dei Ministri del 2 novembre
2011. Niente voci difficili o impopolari nelle misure anticrisi
varate e inserite in un maxiemendamento dopo che il Quirinale aveva
espresso il suo dissenso ad un decreto legge.
Come si legge nel comunicato di fine seduta, il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via straordinaria, ha esaminato un complesso di misure urgenti a sostegno dell'economia italiana nello scenario di una sfavorevole congiuntura che sta investendo l'Europa. A seguito degli indirizzi da parte della Banca Centrale europea e delle intese raggiunte nell'ultimo Vertice dell'Unione, il Consiglio ha in particolare approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità, che recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all'Unione europea del 26 ottobre scorso.
Niente pensioni, né licenziamenti facili o patrimoniali e prelievi forzosi. Solo dismissione di caserme e altre strutture pubbliche, misure sul trasporto locale, liberalizzazione delle professioni. Un po' poco per un economia al tracollo, anche se è in previsione entro 15 giorni una legge che dovrebbe recepire quanto richiesto dall'Unione Europea e promesso dal Governo nella lettera inviata ai vertici dell'UE qualche giorno fa (leggi la lettera). Intanto forti sono le tensioni e gli scontenti all'interno della maggioranza che oggi più di prima risulta essere spaccata al suo interno a causa del malcontento di chi si sarebbe aspettato qualcosa di più, come il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli che, dopo il CdM, ha espresso il suo "totale disappunto" per la mancata approvazione delle misure anticrisi per decreto. "Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli...", questo è il commento di Calderoli, evidentemente tra gli sconfitti di una riunione che ha visto una contrapposizione tra i ministri.
Intanto, il Ddl di Stabilità si è già arenato in Commissione Bilancio di Palazzo Madama dopo le relazioni di Massimo Garavaglia (Lega), relatore al ddl stabilità, e Raffaele Fantetti (Pdl), relatore al ddl bilancio. L'opposizione ha chiesto che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, partecipi ai lavori per spiegare come il governo intende procedere sull'ipotesi di inserire nel ddl almeno una parte delle misure anti-crisi. "Mentre il ministro La Russa si affretta a smentire ogni possibile dissapore tra Berlusconi e Tremonti - ha attaccato Alfonso Mascitelli, capogruppo dell'Italia dei valori - l'Idv ha chiesto al ministro dell'Economia di venire immediatamente a riferire in Senato sulle pesanti e inique scelte economiche che il governo intende prendere per contrastare la gravissima crisi. Tremonti ci metta la faccia o esca dal Governo. Vogliamo capire se abbiamo un ministro dell'economia a tempo pieno o se invece è stato già da tempo commissariato da un'improbabile cabina di regia".
Come si legge nel comunicato di fine seduta, il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via straordinaria, ha esaminato un complesso di misure urgenti a sostegno dell'economia italiana nello scenario di una sfavorevole congiuntura che sta investendo l'Europa. A seguito degli indirizzi da parte della Banca Centrale europea e delle intese raggiunte nell'ultimo Vertice dell'Unione, il Consiglio ha in particolare approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità, che recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all'Unione europea del 26 ottobre scorso.
Niente pensioni, né licenziamenti facili o patrimoniali e prelievi forzosi. Solo dismissione di caserme e altre strutture pubbliche, misure sul trasporto locale, liberalizzazione delle professioni. Un po' poco per un economia al tracollo, anche se è in previsione entro 15 giorni una legge che dovrebbe recepire quanto richiesto dall'Unione Europea e promesso dal Governo nella lettera inviata ai vertici dell'UE qualche giorno fa (leggi la lettera). Intanto forti sono le tensioni e gli scontenti all'interno della maggioranza che oggi più di prima risulta essere spaccata al suo interno a causa del malcontento di chi si sarebbe aspettato qualcosa di più, come il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli che, dopo il CdM, ha espresso il suo "totale disappunto" per la mancata approvazione delle misure anticrisi per decreto. "Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli...", questo è il commento di Calderoli, evidentemente tra gli sconfitti di una riunione che ha visto una contrapposizione tra i ministri.
Intanto, il Ddl di Stabilità si è già arenato in Commissione Bilancio di Palazzo Madama dopo le relazioni di Massimo Garavaglia (Lega), relatore al ddl stabilità, e Raffaele Fantetti (Pdl), relatore al ddl bilancio. L'opposizione ha chiesto che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, partecipi ai lavori per spiegare come il governo intende procedere sull'ipotesi di inserire nel ddl almeno una parte delle misure anti-crisi. "Mentre il ministro La Russa si affretta a smentire ogni possibile dissapore tra Berlusconi e Tremonti - ha attaccato Alfonso Mascitelli, capogruppo dell'Italia dei valori - l'Idv ha chiesto al ministro dell'Economia di venire immediatamente a riferire in Senato sulle pesanti e inique scelte economiche che il governo intende prendere per contrastare la gravissima crisi. Tremonti ci metta la faccia o esca dal Governo. Vogliamo capire se abbiamo un ministro dell'economia a tempo pieno o se invece è stato già da tempo commissariato da un'improbabile cabina di regia".
A cura di Gabriele
Bivona
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