Governo Monti su tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità
Con 281 voti a favore e 25 contrari, il Senato ha accordato la fiducia al Governo presieduto dal senatore a vita, professor Mario Monti. Governo Monti imper...
Con 281 voti a favore e 25 contrari, il Senato ha accordato la
fiducia al Governo presieduto dal senatore a vita, professor Mario
Monti.
Governo Monti imperniato su tre pilastri fondamentali: rigore di bilancio, crescita ed equità. Con quasi 50 minuti di discorso, il neo-premier si è presentato al Senato, per illustrare le misure principali che l'esecutivo intende adottare ed incassare la fiducia che è arrivata in serata.
Il discorso di Monti, molto sobrio e volto ridare dignità, credibilità e autorevolezza al Parlamento ed in generale allo Stato Italiano agli occhi dei nostri partner europei, è partito dalla consapevolezza di dover affrontare uno stato di seria emergenza, che potrà essere superata solo con spirito costruttivo e unitario, per poi evidenziare le difficoltà del momento attuali e la strategia che sarà seguita fino alla fine della legislatura.
"Il futuro dell'euro dipende anche da ciò che farà l'Italia nelle prossime settimane, anche e non solo, ma anche. Gli investitori internazionali detengono quasi metà del nostro debito pubblico. Dobbiamo convincerli che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale ma durevole del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo. Quel rapporto è oggi al medesimo livello al quale era vent'anni fa ed è il terzo più elevato tra i Paesi dell'OCSE. Per raggiungere questo obiettivo intendiamo far leva su tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità".
Con queste parole, il neo-premier ha voluto evidenziare sia il ruolo centrale dell'Italia per il futuro della Comunità Europea, che l'intento di rafforzare l'immagine del nostro Paese all'estero affinché lo spread che ci sta soffocando non accresca ulteriormente. L'aspetto più interessante del discorso di Monti risiede nella consapevolezza che, nonostante nell'ultimo ventennio si siano affrontate le diverse problematiche volte a riequilibrare i conti pubblici, si è perso di vista l'aspetto fondamentale che dovrebbe contenere la strategia economico-finanziaria di ogni Paese: la crescita, senza la quale non sarà possibile recuperare terreno.
"Ciò che occorre fare per ricominciare a crescere è noto da tempo. Gli studi dei migliori centri di ricerca italiani avevano individuato le misure necessarie molto prima che esse venissero recepite nei documenti che in questi mesi abbiamo ricevuto dalle istituzioni europee. Non c'è nessuna originalità europea nell'aver individuato ciò che l'Italia deve fare per crescere di più. È un problema del sistema italiano riuscire a decidere e poi ad attuare quelle cose che noi italiani sapevamo bene fosse necessario per la nostra crescita. Non vediamo i vincoli europei come imposizioni. Anzitutto permettetemi di dire, e me lo sentirete dire spesso, che non c'è un loro e un noi, l'Europa siamo noi".
Crescita, dunque, come piattaforma per rilanciare l'economia sia nel breve che nel lungo termine. Da notare, infatti, come Monti abbia chiaramente spiegato come molti provvedimenti volti a rilanciare l'economia nel breve per risolvere la crisi attuale non facciano altro che affossare l'Italia. Provvedimenti volti a rendere meno ingessata l'economia, a facilitare la nascita di nuove imprese e poi indurne la crescita, migliorare l'efficienza dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e delle donne, le due grandi risorse sprecate del nostro Paese, non solo portano benefici nel lungo periodo, ma servono anche per ridare credibilità al Paese agli occhi di chi investe nei titoli di Stato. "Le scelte degli investitori che acquistano i nostri titoli pubblici sono guidate sì da convenienze finanziarie immediate, ma - mettiamocelo in testa - sono guidate anche dalle loro aspettative su come sarà l'Italia fra dieci o vent'anni, quando scadranno i titoli che acquistano oggi". "Riforme che hanno effetti anche graduali sulla crescita, influendo sulle aspettative degli investitori, possono riflettersi in una riduzione immediata dei tassi di interesse, con conseguenze positive sulla crescita stessa. I sacrifici necessari per ridurre il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi. Maggiore sarà l'equità, più accettabili saranno quei provvedimenti e più ampia - mi auguro - sarà la maggioranza che in Parlamento riterrà di poterli sostenere. Equità significa chiedersi quale sia l'effetto delle riforme non solo sulle componenti relativamente forti della società, quelle che hanno la forza di associarsi, ma anche sui giovani e sulle donne. Dobbiamo renderci conto che, se falliremo e se non troveremo la necessaria unità di intenti, la spontanea evoluzione della crisi finanziaria ci sottoporrà tutti, ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione, a condizioni ben più dure".
Per ciò che attiene al programma del nuovo Governo, Monti ha spiegato che questo si compone di due parti:
Oltre a questo, il Governo Monti si propone:
Successivamente ad una discussione cui hanno partecipato molteplici esponenti della maggioranza e dell’opposizione ed alle dichiarazioni di voto sulla fiducia, il presidente del Consiglio Monti nel corso della replica, ha detto di aver ''grandemente apprezzato il clima di collaborazione e di disponibilità da parte di gran parte del Senato'' ed ha assicurato: "Saremo ossequiosi, rispetteremo il primato della politica" e niente poteri forti o "di superpotenze tipo Stati Uniti o Ue, su questo permettetemi di rassicurarvi totalmente. Totalmente".
Auguriamo al neo Governo ed al suo Premier buona fortuna.
Governo Monti imperniato su tre pilastri fondamentali: rigore di bilancio, crescita ed equità. Con quasi 50 minuti di discorso, il neo-premier si è presentato al Senato, per illustrare le misure principali che l'esecutivo intende adottare ed incassare la fiducia che è arrivata in serata.
Il discorso di Monti, molto sobrio e volto ridare dignità, credibilità e autorevolezza al Parlamento ed in generale allo Stato Italiano agli occhi dei nostri partner europei, è partito dalla consapevolezza di dover affrontare uno stato di seria emergenza, che potrà essere superata solo con spirito costruttivo e unitario, per poi evidenziare le difficoltà del momento attuali e la strategia che sarà seguita fino alla fine della legislatura.
"Il futuro dell'euro dipende anche da ciò che farà l'Italia nelle prossime settimane, anche e non solo, ma anche. Gli investitori internazionali detengono quasi metà del nostro debito pubblico. Dobbiamo convincerli che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale ma durevole del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo. Quel rapporto è oggi al medesimo livello al quale era vent'anni fa ed è il terzo più elevato tra i Paesi dell'OCSE. Per raggiungere questo obiettivo intendiamo far leva su tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità".
Con queste parole, il neo-premier ha voluto evidenziare sia il ruolo centrale dell'Italia per il futuro della Comunità Europea, che l'intento di rafforzare l'immagine del nostro Paese all'estero affinché lo spread che ci sta soffocando non accresca ulteriormente. L'aspetto più interessante del discorso di Monti risiede nella consapevolezza che, nonostante nell'ultimo ventennio si siano affrontate le diverse problematiche volte a riequilibrare i conti pubblici, si è perso di vista l'aspetto fondamentale che dovrebbe contenere la strategia economico-finanziaria di ogni Paese: la crescita, senza la quale non sarà possibile recuperare terreno.
"Ciò che occorre fare per ricominciare a crescere è noto da tempo. Gli studi dei migliori centri di ricerca italiani avevano individuato le misure necessarie molto prima che esse venissero recepite nei documenti che in questi mesi abbiamo ricevuto dalle istituzioni europee. Non c'è nessuna originalità europea nell'aver individuato ciò che l'Italia deve fare per crescere di più. È un problema del sistema italiano riuscire a decidere e poi ad attuare quelle cose che noi italiani sapevamo bene fosse necessario per la nostra crescita. Non vediamo i vincoli europei come imposizioni. Anzitutto permettetemi di dire, e me lo sentirete dire spesso, che non c'è un loro e un noi, l'Europa siamo noi".
Crescita, dunque, come piattaforma per rilanciare l'economia sia nel breve che nel lungo termine. Da notare, infatti, come Monti abbia chiaramente spiegato come molti provvedimenti volti a rilanciare l'economia nel breve per risolvere la crisi attuale non facciano altro che affossare l'Italia. Provvedimenti volti a rendere meno ingessata l'economia, a facilitare la nascita di nuove imprese e poi indurne la crescita, migliorare l'efficienza dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e delle donne, le due grandi risorse sprecate del nostro Paese, non solo portano benefici nel lungo periodo, ma servono anche per ridare credibilità al Paese agli occhi di chi investe nei titoli di Stato. "Le scelte degli investitori che acquistano i nostri titoli pubblici sono guidate sì da convenienze finanziarie immediate, ma - mettiamocelo in testa - sono guidate anche dalle loro aspettative su come sarà l'Italia fra dieci o vent'anni, quando scadranno i titoli che acquistano oggi". "Riforme che hanno effetti anche graduali sulla crescita, influendo sulle aspettative degli investitori, possono riflettersi in una riduzione immediata dei tassi di interesse, con conseguenze positive sulla crescita stessa. I sacrifici necessari per ridurre il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi. Maggiore sarà l'equità, più accettabili saranno quei provvedimenti e più ampia - mi auguro - sarà la maggioranza che in Parlamento riterrà di poterli sostenere. Equità significa chiedersi quale sia l'effetto delle riforme non solo sulle componenti relativamente forti della società, quelle che hanno la forza di associarsi, ma anche sui giovani e sulle donne. Dobbiamo renderci conto che, se falliremo e se non troveremo la necessaria unità di intenti, la spontanea evoluzione della crisi finanziaria ci sottoporrà tutti, ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione, a condizioni ben più dure".
Per ciò che attiene al programma del nuovo Governo, Monti ha spiegato che questo si compone di due parti:
- provvedimenti per affrontare l'emergenza, assicurare la sostenibilità della finanza pubblica e restituire fiducia nelle capacità del nostro Paese di reagire e sostenere una crescita duratura ed equilibrata;
- delineare con iniziative concrete un progetto per modernizzare le strutture economiche e sociali, in modo da ampliare le opportunità per le imprese, i giovani, le donne e tutti i cittadini, in un quadro di ritrovata coesione sociale e territoriale.
Oltre a questo, il Governo Monti si propone:
- di intervenire sui costi di funzionamento dei soggetti che ricoprono cariche elettive, dirigenti designati politicamente nelle società di diritto privato, finanziate con risorse pubbliche, più in generale quanti rappresentano le istituzioni ad ogni livello politico ed amministrativo, dovranno agire con sobrietà ed attenzione al contenimento dei costi, dando un segnale concreto ed immediato;
- di combattere l'evasione fiscale anche attraverso la diminuzione della soglia per l'uso del contante;
- di reintrodurre l'ICI delle abitazioni principali la cui esenzione, nel confronto internazionale, rappresenta una peculiarità, se non un'anomalia, dell'ordinamento tributario italiano;
- di ridurre il peso delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e sull'attività produttiva, finanziata da un aumento del prelievo sui consumi e sulla proprietà, che sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico;
- di intervenire sulla regolamentazione del project financing in modo da dare impulso all'attività economica che coinvolga i capitali privati nella realizzazione di infrastrutture;
- di riformare le istituzioni del mercato del lavoro;
- di assicurare maggiore attenzione alle prospettive dei giovani nella convinzione che rappresentano il motore fondamentale per la crescita del Paese.
Successivamente ad una discussione cui hanno partecipato molteplici esponenti della maggioranza e dell’opposizione ed alle dichiarazioni di voto sulla fiducia, il presidente del Consiglio Monti nel corso della replica, ha detto di aver ''grandemente apprezzato il clima di collaborazione e di disponibilità da parte di gran parte del Senato'' ed ha assicurato: "Saremo ossequiosi, rispetteremo il primato della politica" e niente poteri forti o "di superpotenze tipo Stati Uniti o Ue, su questo permettetemi di rassicurarvi totalmente. Totalmente".
Auguriamo al neo Governo ed al suo Premier buona fortuna.
A cura di Ilenia
Cicirello
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