Riforma professioni, Agrotecnici: no all'Albo unico dei tecnici laureati per l'ingegneria
Rottura definitiva tra gli Agrotecnici e il tavolo di lavoro promosso dal CUP3 (Coordinamento Universitari e Professionisti triennali) in merito alla possibi...
Rottura definitiva tra gli Agrotecnici e il tavolo di lavoro
promosso dal CUP3 (Coordinamento Universitari e Professionisti
triennali) in merito alla possibilità, mai condivisa dal Collegio
Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, di
costituire un Albo unico dei tecnici laureati per
l'ingegneria, portata avanti negli anni scorsi con la sigla
CO.GE.PA.PI. (cioè dagli Albi dei Periti industriali ed Agrari e
dei Geometri).
Gli Agrotecnici hanno manifestato il loro disappunto in merito alla strumentalizzazione che negli ultimi tempi ha visto divulgare la loro adesione al Tavolo tecnico del CUP3 come adesione al progetto CO.GE.PA.PI. Da qui è partita la puntualizzazione del Collegio degli Agrotecnici, i quali hanno precisato che la loro partecipazione all'iniziativa del "CUP3" era finalizzata ad esaminare proposte comuni che nulla avevano ed hanno a che vedere con la proposta di costituzione dell'Albo unico dei tecnici laureati per l'ingegneria, portata avanti negli anni scorsi con la sigla CO.GE.PA.PI. (cioè dagli Albi dei Periti industriali ed Agrari e dei Geometri), mai condivisa dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (per le modalità di realizzazione, che vedevano un Albo composto pressoché interamente da soggetti diplomati assumere una denominazione professionale tipicamente riservata ai laureati).
La rottura, definitiva, si è consumata a Roma quando, ad inizio della riunione del Tavolo di lavoro promosso dal CUP3 (con gli Albi degli Agrotecnici, dei Geometri, dei Periti industriali ed Agrari), il rappresentante del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha dovuto prendere atto che non cessava la strumentalizzazione nei confronti della categoria, trovandosi perciò obbligato a lasciare l'incontro.
Come si legge in una nota del Collegio degli Agrotecnici, il punto di rottura è arrivato il 4 gennaio 2012, quando "il Presidente del Collegio Nazionale dei Periti industriali ha predisposto un documento relativo alla riforma delle professioni nel quale si è arrogato la pretesa di parlare a nome della categoria degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e spacciando alcuni degli argomenti oggetto della discussione al Tavolo tecnico come fossero parte di un accordo già raggiunto".
Gli Agrotecnici hanno, dunque, voluto precisare che nessun accordo è stato mai sottoscritto con le categorie facenti parti del CO.GE.PA.PI. (Periti industriali ed Agrari e Geometri) relativamente all'ipotesi di creare l'Albo unico degli ingegneri tecnici, con questa o con qualunque altra delle denominazioni nel tempo variamente utilizzate. Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha ribadito di ritenere errato ed ingannevole nei confronti degli utenti attribuire il titolo professionale di "ingegnere tecnico" od altro similare (che ricordi lo specifico titolo di laurea) a soggetti che laureati non sono, ricordando, infine, che il loro Collegio è l'unico Albo interdisciplinare nei percorsi di accesso e che negli esami abilitanti 2011, da poco conclusi, il 43% dei propri candidati è risultato in possesso di un titolo di laurea, mentre negli Albi dei Periti industriali ed Agrari e dei Geometri questa percentuale non supera l'1%.
Gli Agrotecnici hanno manifestato il loro disappunto in merito alla strumentalizzazione che negli ultimi tempi ha visto divulgare la loro adesione al Tavolo tecnico del CUP3 come adesione al progetto CO.GE.PA.PI. Da qui è partita la puntualizzazione del Collegio degli Agrotecnici, i quali hanno precisato che la loro partecipazione all'iniziativa del "CUP3" era finalizzata ad esaminare proposte comuni che nulla avevano ed hanno a che vedere con la proposta di costituzione dell'Albo unico dei tecnici laureati per l'ingegneria, portata avanti negli anni scorsi con la sigla CO.GE.PA.PI. (cioè dagli Albi dei Periti industriali ed Agrari e dei Geometri), mai condivisa dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (per le modalità di realizzazione, che vedevano un Albo composto pressoché interamente da soggetti diplomati assumere una denominazione professionale tipicamente riservata ai laureati).
La rottura, definitiva, si è consumata a Roma quando, ad inizio della riunione del Tavolo di lavoro promosso dal CUP3 (con gli Albi degli Agrotecnici, dei Geometri, dei Periti industriali ed Agrari), il rappresentante del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha dovuto prendere atto che non cessava la strumentalizzazione nei confronti della categoria, trovandosi perciò obbligato a lasciare l'incontro.
Come si legge in una nota del Collegio degli Agrotecnici, il punto di rottura è arrivato il 4 gennaio 2012, quando "il Presidente del Collegio Nazionale dei Periti industriali ha predisposto un documento relativo alla riforma delle professioni nel quale si è arrogato la pretesa di parlare a nome della categoria degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e spacciando alcuni degli argomenti oggetto della discussione al Tavolo tecnico come fossero parte di un accordo già raggiunto".
Gli Agrotecnici hanno, dunque, voluto precisare che nessun accordo è stato mai sottoscritto con le categorie facenti parti del CO.GE.PA.PI. (Periti industriali ed Agrari e Geometri) relativamente all'ipotesi di creare l'Albo unico degli ingegneri tecnici, con questa o con qualunque altra delle denominazioni nel tempo variamente utilizzate. Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha ribadito di ritenere errato ed ingannevole nei confronti degli utenti attribuire il titolo professionale di "ingegnere tecnico" od altro similare (che ricordi lo specifico titolo di laurea) a soggetti che laureati non sono, ricordando, infine, che il loro Collegio è l'unico Albo interdisciplinare nei percorsi di accesso e che negli esami abilitanti 2011, da poco conclusi, il 43% dei propri candidati è risultato in possesso di un titolo di laurea, mentre negli Albi dei Periti industriali ed Agrari e dei Geometri questa percentuale non supera l'1%.
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A cura di Ilenia
Cicirello
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