Strategia energetica nazionale: la proposta di Ascomac Cogena
Serve una nuova Strategia Energetica del Paese, traducendo le problematiche in cui versa oggi il sistema elettrico nazionale in una grande opportunità di svi...
Serve una nuova Strategia Energetica del Paese, traducendo le
problematiche in cui versa oggi il sistema elettrico nazionale in
una grande opportunità di sviluppo infrastrutturale passando
dall'approccio "in rete" a quello "a rete". L'Efficienza energetica
unitamente al Risparmio energetico, coniugati con l'utilizzo delle
Fonti rinnovabili per la generazione di energia e l'utilizzo ed il
Consumo di energia generata da fonti rinnovabili, rappresentano da
subito un'importante occasione di sviluppo economico, sociale e
responsabile, di creazione di un nuovo mercato sostenibile, di
nuove professioni. Una Rivoluzione nella strategia energetica del
Paese. Una Vision ed una Governace fondate su Obiettivi, Programmi,
Misure, Strumenti orizzontali "a rete", verticali "di filiera",
trasversali "intersettoriali", per il migliore raggiungimento degli
obiettivi europei tenuto conto dei fattori di sviluppo e delle
attuali criticità. E' quanto ha chiesto Ascomac Cogena nel corso
dell'Audizione alla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori
Pubblici della Camera dei Deputati in merito all'Indagine
conoscitiva sulle politiche energetiche da fonti rinnovabili.
Fonti rinnovabili ed Efficienza energetica - Generazione Distribuita e Reti energetiche, Regimi di Aiuto all'investimento e Sostegno all'esercizio, Fiscalità energetica. Sono alcuni dei Pilastri su cui poggia la Proposta della Federazione: "Il sistema energetico nazionale è caratterizzato ancora da forti elementi di criticità e vulnerabilità - ha dichiarato il presidente di Ascomac Cogena Giorgio Bergamini - e questo fattore penalizza la crescita produttiva a causa del permanente gap in termini di prezzo ma anche per un deficit infrastrutturale rispetto ad altri paesi europei". Per questo motivo, secondo Bergamini "l'Italia deve puntare sul connubio "Efficienza/Risparmio energetico e Fonti rinnovabili" quale importante occasione di sviluppo economico, sociale oltre che opportunità per un nuovo mercato sostenibile e per nuove professionalità".
Una strategia di sviluppo, dunque, che il nostro Paese dovrebbe necessariamente attuare programmandone le priorità. Un quadro legislativo coerente ed organico che promuova e sviluppi:
"A tutto questo - ha sottolineato il Segretario generale Carlo Belvedere - si devono aggiungere azioni mirate per gli edifici. Questi ultimi sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nell'Unione europea. Pertanto riteniamo indispensabile avviare la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare attraverso seri audit energetici, la attuazione di un meccanismo di certificazione energetica per tutti gli edifici, fino a raggiungere l'obiettivo di costruzioni/infrastrutture a impatto quasi zero".
Altro Pilastro portante della Proposta Ascomac Cogena è la Generazione distribuita di energia elettrica e termica sul territorio, finalizzata soprattutto all'autoproduzione e all'autoconsumo di energia "verde ed efficiente". "Su questo particolare capitolo - ha ripreso Bergamini - il nostro Paese necessita di una normativa specifica affinché si sviluppino reti intelligenti private a supporto della generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento".
"Attraverso le reti intelligenti private - ha spiegato Belvedere - si valorizza l'autoapprovvigionamento energetico a favore di pluralità di clienti finali e cioè la possibilità di autoproduzione di energia da parte di aree artigianali, industriali e commerciali, centri servizi direzionali, centri commerciali, P.A, centri residenziali, condomini. Tutte realtà che, a causa della legge vigente, sono penalizzate se non escluse dalle potenzialità di questo strumento energetico". Infatti, allo stato attuale, tutti questi soggetti economici che non siano "stabilimento industriale", anche se hanno una produzione di energia alimentata da fonti rinnovabili e/o da cogenerazione ad alto rendimento, possono trasferire alle utenze collegate (negozianti,affittuari,condomini) solo energia termica ma non quella elettrica. Un esempio è proprio quello dei "negozianti o condomini": generalmente acquistano l'energia elettrica dal sistema elettrico con aggravio economico di oneri, corrispettivi, mentre sarebbe molto più economico utilizzare l'energia prodotta/autoprodotta in sito. "A questa grave inefficienza del tutto ingiustificabile - ha proseguito Bergamini - si aggiunge un'altra contraddizione in termini: da un lato si sostiene l'autoconsumo in sito di energia da parte di un cliente finale, dall'altro si penalizza "l'autoconsumo" di una pluralità di clienti finali aggregati (negozianti o condomini) connessi nello stesso sito di produzione di energia, con danno dell'efficienza diffusa".
"Su questo punto - prosegue Belvedere - abbiamo segnalato la tematica del trattamento discriminatorio tra reti elettriche private alla Autorità Garante della Concorrenza e del mercato che, con Provvedimento S 898 del dicembre 2011 ha confermato le tesi sostenute da ASCOMAC Cogena già dal 2008 ( anno a partire dal quale il Governo ed il Parlamento hanno proposto e approvato leggi e/o recepito direttive comunitarie - D.Lgs. n. 115/2008, Legge n. 99/2009, D.Lgs. n. 28/2011, D.Lgs. n. 93/2011 il cui unico obiettivo, come nel caso di reti elettriche e sistemi di autoapprovvigionamento energetico, è la salvaguardia di diritti acquisiti e con essa la limitazione del mercato, anziché, come è doveroso che sia, la tutela del consumatore/cliente finale e la competitività del Sistema Italia)". L'AGCM ha segnalato al Governo ed al Parlamento la necessità di una revisione della intera materia.
La promozione della generazione di energia da fonti rinnovabili ed il relativo utilizzo significano contemperare le diverse esigenze di sviluppo del mercato e di tutela del consumatore il quale deve essere messo in condizione di scegliere l'energia "verde ed efficiente" senza pagare più volte lo stesso beneficio ambientale. "Il regime di sostegno economico alla generazione elettrica e termica - prosegue Belvedere - deve distinguere le due fasi di investimento in tecnologia ed di esercizio della stessa, la prima a carico della fiscalità generale e la seconda a carico della bolletta energetica termica ed elettrica. Oggi la bolletta elettrica ha raggiunto importi rilevanti per la composizione di alcune voci come la A3 dove si concentrano investimento ed esercizio. E' qui il punto: spostare l'investimento sulla fiscalità generale e mantenere l'esercizio a carico della bolletta energetica. Oggi il cliente finale contribuisce allo sviluppo senza averne beneficio alcuno".
Infine, altro elemento che può decidere lo sviluppo della efficienza energetica è la recente modifica del trattamento fiscale a carico del combustibile utilizzato da impianti di cogenerazione. "Su questo tema - sottolinea Belvedere - abbiamo proposto al Governo ed al Parlamento un regime fiscale specifico riferito al combustibile utilizzato da unità di cogenerazione ad alto rendimento. La nostra proposta si fonda sul principio tecnico che la cogenerazione utilizza il combustibile solo per generare elettricità e non per generare calore, che, con processo virtuoso, ma senza bruciare combustibile come nel caso di una caldaia, è recuperato dal raffreddamento del motore e dai fumi di scarico".
"Non riteniamo corretto - conclude Belvedere - applicare al calore recuperato, un'accisa in funzione dell'uso civile o industriale, proprio perché il combustibile non è utilizzato a fini di produzione di calore, come è per esempio nel caso di una caldaia, ma oggetto di recupero quale cascame termico derivante da produzione di energia elettrica".
A cura dell'Ufficio Stampa Ascomac Cogena
Fonti rinnovabili ed Efficienza energetica - Generazione Distribuita e Reti energetiche, Regimi di Aiuto all'investimento e Sostegno all'esercizio, Fiscalità energetica. Sono alcuni dei Pilastri su cui poggia la Proposta della Federazione: "Il sistema energetico nazionale è caratterizzato ancora da forti elementi di criticità e vulnerabilità - ha dichiarato il presidente di Ascomac Cogena Giorgio Bergamini - e questo fattore penalizza la crescita produttiva a causa del permanente gap in termini di prezzo ma anche per un deficit infrastrutturale rispetto ad altri paesi europei". Per questo motivo, secondo Bergamini "l'Italia deve puntare sul connubio "Efficienza/Risparmio energetico e Fonti rinnovabili" quale importante occasione di sviluppo economico, sociale oltre che opportunità per un nuovo mercato sostenibile e per nuove professionalità".
Una strategia di sviluppo, dunque, che il nostro Paese dovrebbe necessariamente attuare programmandone le priorità. Un quadro legislativo coerente ed organico che promuova e sviluppi:
- la generazione distribuita di energia unitamente alle reti energetiche private, migliorando altresì la generazione centralizzata unitamente alle infrastrutture di rete;
- azioni che contengano i consumi finali e garantiscano ricadute occupazionali;
- la promozione di strumenti di sostegno non speculativi per i cittadini e le aziende che intendano investire nell'efficienza energetica ed in fonti rinnovabili.
"A tutto questo - ha sottolineato il Segretario generale Carlo Belvedere - si devono aggiungere azioni mirate per gli edifici. Questi ultimi sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nell'Unione europea. Pertanto riteniamo indispensabile avviare la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare attraverso seri audit energetici, la attuazione di un meccanismo di certificazione energetica per tutti gli edifici, fino a raggiungere l'obiettivo di costruzioni/infrastrutture a impatto quasi zero".
Altro Pilastro portante della Proposta Ascomac Cogena è la Generazione distribuita di energia elettrica e termica sul territorio, finalizzata soprattutto all'autoproduzione e all'autoconsumo di energia "verde ed efficiente". "Su questo particolare capitolo - ha ripreso Bergamini - il nostro Paese necessita di una normativa specifica affinché si sviluppino reti intelligenti private a supporto della generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento".
"Attraverso le reti intelligenti private - ha spiegato Belvedere - si valorizza l'autoapprovvigionamento energetico a favore di pluralità di clienti finali e cioè la possibilità di autoproduzione di energia da parte di aree artigianali, industriali e commerciali, centri servizi direzionali, centri commerciali, P.A, centri residenziali, condomini. Tutte realtà che, a causa della legge vigente, sono penalizzate se non escluse dalle potenzialità di questo strumento energetico". Infatti, allo stato attuale, tutti questi soggetti economici che non siano "stabilimento industriale", anche se hanno una produzione di energia alimentata da fonti rinnovabili e/o da cogenerazione ad alto rendimento, possono trasferire alle utenze collegate (negozianti,affittuari,condomini) solo energia termica ma non quella elettrica. Un esempio è proprio quello dei "negozianti o condomini": generalmente acquistano l'energia elettrica dal sistema elettrico con aggravio economico di oneri, corrispettivi, mentre sarebbe molto più economico utilizzare l'energia prodotta/autoprodotta in sito. "A questa grave inefficienza del tutto ingiustificabile - ha proseguito Bergamini - si aggiunge un'altra contraddizione in termini: da un lato si sostiene l'autoconsumo in sito di energia da parte di un cliente finale, dall'altro si penalizza "l'autoconsumo" di una pluralità di clienti finali aggregati (negozianti o condomini) connessi nello stesso sito di produzione di energia, con danno dell'efficienza diffusa".
"Su questo punto - prosegue Belvedere - abbiamo segnalato la tematica del trattamento discriminatorio tra reti elettriche private alla Autorità Garante della Concorrenza e del mercato che, con Provvedimento S 898 del dicembre 2011 ha confermato le tesi sostenute da ASCOMAC Cogena già dal 2008 ( anno a partire dal quale il Governo ed il Parlamento hanno proposto e approvato leggi e/o recepito direttive comunitarie - D.Lgs. n. 115/2008, Legge n. 99/2009, D.Lgs. n. 28/2011, D.Lgs. n. 93/2011 il cui unico obiettivo, come nel caso di reti elettriche e sistemi di autoapprovvigionamento energetico, è la salvaguardia di diritti acquisiti e con essa la limitazione del mercato, anziché, come è doveroso che sia, la tutela del consumatore/cliente finale e la competitività del Sistema Italia)". L'AGCM ha segnalato al Governo ed al Parlamento la necessità di una revisione della intera materia.
La promozione della generazione di energia da fonti rinnovabili ed il relativo utilizzo significano contemperare le diverse esigenze di sviluppo del mercato e di tutela del consumatore il quale deve essere messo in condizione di scegliere l'energia "verde ed efficiente" senza pagare più volte lo stesso beneficio ambientale. "Il regime di sostegno economico alla generazione elettrica e termica - prosegue Belvedere - deve distinguere le due fasi di investimento in tecnologia ed di esercizio della stessa, la prima a carico della fiscalità generale e la seconda a carico della bolletta energetica termica ed elettrica. Oggi la bolletta elettrica ha raggiunto importi rilevanti per la composizione di alcune voci come la A3 dove si concentrano investimento ed esercizio. E' qui il punto: spostare l'investimento sulla fiscalità generale e mantenere l'esercizio a carico della bolletta energetica. Oggi il cliente finale contribuisce allo sviluppo senza averne beneficio alcuno".
Infine, altro elemento che può decidere lo sviluppo della efficienza energetica è la recente modifica del trattamento fiscale a carico del combustibile utilizzato da impianti di cogenerazione. "Su questo tema - sottolinea Belvedere - abbiamo proposto al Governo ed al Parlamento un regime fiscale specifico riferito al combustibile utilizzato da unità di cogenerazione ad alto rendimento. La nostra proposta si fonda sul principio tecnico che la cogenerazione utilizza il combustibile solo per generare elettricità e non per generare calore, che, con processo virtuoso, ma senza bruciare combustibile come nel caso di una caldaia, è recuperato dal raffreddamento del motore e dai fumi di scarico".
"Non riteniamo corretto - conclude Belvedere - applicare al calore recuperato, un'accisa in funzione dell'uso civile o industriale, proprio perché il combustibile non è utilizzato a fini di produzione di calore, come è per esempio nel caso di una caldaia, ma oggetto di recupero quale cascame termico derivante da produzione di energia elettrica".
A cura dell'Ufficio Stampa Ascomac Cogena
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Proposte Ascomac Cogena