Riforma professioni, dagli Architetti la richiesta di approvare al più presto i decreti attuativi
"Il processo di Riforma delle professioni iniziato a giugno del 2011 ha esaurito da tempo il suo iter parlamentare ed ora attende solo i DPR che devono esser...
"Il processo di Riforma delle professioni iniziato a giugno del
2011 ha esaurito da tempo il suo iter parlamentare ed ora attende
solo i DPR che devono essere predisposti dal Governo, sia per le
Società Tra Professionisti che per concludere il quadro delle
regole generali sulle attività professionali. Nel primo caso, la
scadenza prevista dalla legge 183/2011 è il 14 maggio prossimo e
nonostante le nostre proposte e interlocuzioni, ad oggi non abbiamo
contezza né dei contenuti del Decreto, né se esso sarà approvato
nei tempi previsti, né cosa accadrebbe se così non fosse. Lo stesso
problema, più grave dati i contenuti, vale per il DPR di
conclusione della Riforma, che ha un termine di pubblicazione
previsto dalla medesima Legge per il 13 agosto prossimo: tenuto
conto dell'iter di approvazione, siamo al limite della possibilità
di rispettare questo termine".
Con queste parole il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è intervenuto in merito alla Riforma delle professioni intellettuali cominciata ad Agosto dello scorso anno e ancora in attesa dei decreti attuativi, ed ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro della Giustizia, Paola Severino e a quello dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, chiedendo spiegazioni in merito.
"Come sapete - si legge nella lettera del CNAPPC - noi abbiamo offerto la massima disponibilità, con proposte presentate nel corso di numerosi incontri presso il Ministero di Giustizia, per un riforma chiara, rapida ed efficace: i 150 mila architetti italiani - e con loro altri 2 milioni di professionisti - da quasi un anno lavorano in una condizione inaccettabile di incertezza normativa su aspetti fondamentali come le norme deontologiche, la pubblicità, l'assicurazione professionale, la formazione permanente. Tutto ciò nelle difficoltà gravi della recessione che sta creando disoccupazione, chiusura di Studi professionali, diminuzione drammatica del lavoro e dei fatturati".
"Gli architetti italiani - continua il CNAPPC - con senso di responsabilità e di impegno per il Paese, oltre ad aver formulato precise proposte per lo sviluppo mettendo a disposizione il loro sapere, hanno anche inciso, senza corporativismi, sul processo di Riforma perché fosse equilibrato e innovativo: non crediamo, infatti, che l'obiettivo comune sia quello di rispondere ai desiderata dell'OCSE o del FMI, bensì quello di creare le condizioni perché i professionisti italiani siano motore di sviluppo e garanzia per la comunità nazionale".
"Questo Consiglio perciò - conclude il CNAPPC - chiede con forza al Governo, di cui conosciamo l'impegno e l'attenzione verso la crescita e lo sviluppo, di mettere al più presto all'ordine del giorno l'approvazione dei Decreti, ultima definizione della Riforma delle professioni, per permetterci di porre mano rapidamente alle nostre nuove regolamentazioni e mettere così i nostri iscritti in grado di affrontare il difficile lavoro quotidiano almeno con la certezza delle regole del gioco".
Con queste parole il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è intervenuto in merito alla Riforma delle professioni intellettuali cominciata ad Agosto dello scorso anno e ancora in attesa dei decreti attuativi, ed ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro della Giustizia, Paola Severino e a quello dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, chiedendo spiegazioni in merito.
"Come sapete - si legge nella lettera del CNAPPC - noi abbiamo offerto la massima disponibilità, con proposte presentate nel corso di numerosi incontri presso il Ministero di Giustizia, per un riforma chiara, rapida ed efficace: i 150 mila architetti italiani - e con loro altri 2 milioni di professionisti - da quasi un anno lavorano in una condizione inaccettabile di incertezza normativa su aspetti fondamentali come le norme deontologiche, la pubblicità, l'assicurazione professionale, la formazione permanente. Tutto ciò nelle difficoltà gravi della recessione che sta creando disoccupazione, chiusura di Studi professionali, diminuzione drammatica del lavoro e dei fatturati".
"Gli architetti italiani - continua il CNAPPC - con senso di responsabilità e di impegno per il Paese, oltre ad aver formulato precise proposte per lo sviluppo mettendo a disposizione il loro sapere, hanno anche inciso, senza corporativismi, sul processo di Riforma perché fosse equilibrato e innovativo: non crediamo, infatti, che l'obiettivo comune sia quello di rispondere ai desiderata dell'OCSE o del FMI, bensì quello di creare le condizioni perché i professionisti italiani siano motore di sviluppo e garanzia per la comunità nazionale".
"Questo Consiglio perciò - conclude il CNAPPC - chiede con forza al Governo, di cui conosciamo l'impegno e l'attenzione verso la crescita e lo sviluppo, di mettere al più presto all'ordine del giorno l'approvazione dei Decreti, ultima definizione della Riforma delle professioni, per permetterci di porre mano rapidamente alle nostre nuove regolamentazioni e mettere così i nostri iscritti in grado di affrontare il difficile lavoro quotidiano almeno con la certezza delle regole del gioco".
A cura di Gabriele
Bivona
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