APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO

Il Parlamento europeo ha adottato, in sessione plenaria, la direttiva sulla libera circolazione dei servizi, quella che viene di solito chiamata “Direttiva B...

22/11/2006
Il Parlamento europeo ha adottato, in sessione plenaria, la direttiva sulla libera circolazione dei servizi, quella che viene di solito chiamata “Direttiva Bolkestein” e che della proposta dell’ex Commissario Fritz Bolkestein non contiene che il vago intento. Il lavoro di mediazione è stato lungo ed estenuante. Il testo iniziale azzardava troppo per la mentalità europea (comunque diversa da quella statunitense) e, aggiungerei, troppo anche per il buonsenso.
Si è così finalmente concluso un dibattito che è durato più di due anni. Ora la direttiva ritornerà al Consiglio e sarà probabilmente approvata già entro la fine dell’anno.

Il testo adottato combina gli interessi dei lavoratori con quelli dei consumatori e del mondo economico e, anche attraverso la soppressione del principio del paese d’origine, contribuisce a mettere le persone al centro della politica.
La direttiva costituisce una pietra miliare nella procedura legislativa e rappresenta uno sforzo fondamentale per rilanciare l’economia europea attraverso il completamento del mercato interno.
L’obiettivo della direttiva è di facilitare la circolazione di servizi all’interno dell’Unione Europea a fine di far crescere competitività e dinamismo in Europa, assicurando al tempo stesso un “elevato livello di qualità” dei servizi stessi.

Gli oppositori della direttiva sostengono che esistano troppe zone grigie nella legislazione e temono che possa causare del dumping sociale, incoraggiando una corsa al ribasso della tutela sociale, dei diritti dei lavoratori e del livello delle retribuzioni.
Oggetto di grande polemica è stato soprattutto il principio del paese di origine, secondo il quale un prestatore di servizi sarebbe sottostato soltanto alle leggi del proprio paese di origine anche quando si fosse spostato in un altro paese europeo.
In base a tale principio, lo Stato membro in cui il servizio è prestato, deve assicurare il libero accesso a un’attività di servizi e il libero esercizio della medesima sul proprio territorio.

Tra i servizi oggetto della direttiva, rientrano numerose attività, come le prestazioni alle imprese, i servizi di consulenza manageriale e gestionale, quelli di certificazione e di collaudo.
La direttiva abbraccia un ampio ventaglio di settori, compresi quelli relativi ai servizi di manutenzione degli uffici, alla pubblicità. Sono inoltre oggetto della direttiva, i servizi prestati sia alle imprese sia ai consumatori, quali i servizi di consulenza legale o fiscale, i servizi collegati con il settore immobiliare, come le agenzie immobiliari, l’edilizia, compresi i servizi di costruzione e architettura, la distribuzione, l’organizzazione di fiere, il noleggio di auto, le agenzie di viaggi.
Ma, nell’ambito di applicazione della direttiva rientrano anche i servizi ai consumatori, quali i servizi nel settore del turismo, quelli ricreativi, i centri sportivi, i parchi di divertimento e, nella misura in cui non sono esclusi dall’ambito di applicazione della direttiva, i servizi a domicilio, come l’assistenza agli anziani.
Queste attività, è poi precisato, possono riguardare servizi che richiedono la vicinanza del prestatore e del destinatario della prestazione, servizi che comportano lo spostamento del destinatario o del prestatore e servizi che possono essere prestati a distanza, anche via Internet.

A cura di Paolo Oreto
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