Impiantistica industriale: appello al governo per non perdere competitività

"Le imprese dell'impiantistica industriale stanno lavorando da sole, sostenendo costi altissimi nel tentativo di conquistare nuove quote di mercato e nuove a...

24/05/2012
"Le imprese dell'impiantistica industriale stanno lavorando da sole, sostenendo costi altissimi nel tentativo di conquistare nuove quote di mercato e nuove aree geografiche nel contesto mondiale. Oggi più che mai avvertiamo l'assenza del sostegno del Sistema Paese nel nostro comparto". Con queste parole è intervenuto il Presidente dell'Associazione Nazionale Impiantistica Industriale (Animp), Nello Uccelletti, Presidente, durante il Convegno Nazionale Impiantistica Italiana di Venezia.

"Chiediamo alle istituzioni una maggior attenzione al settore dell'impiantistica industriale, che nel 2011 ha registrato ottimi risultati in termini sia di fatturato (+3%) sia di occupazione (+9%). L'andamento positivo però non si mantiene da solo: per continuare ad essere competitivi è necessario il supporto del governo. Innanzitutto in termini di snellimento burocratico e sostegno nella promozione commerciale nei paesi stranieri, dove si svolge la maggior parte del nostro lavoro. Chiediamo al governo di portare anche l'impiantistica italiana nelle sue missioni all'estero, e non solo i general contractor, ma l'intera filiera. L'impiantistica industriale è una bandiera italiana che orgogliosamente portiamo nel mondo, attraverso le nostre conoscenze tecniche e i nostri prodotti. Credo che l'Italia non si possa permettere di perdere questa eccellenza".

I dati del 2011, elaborati dal Centro Studi dell'ANIMP, mettono in evidenza una situazione positiva: 35 miliardi di euro di fatturato nel 2011, in crescita del 3% rispetto al 2010 e del 7% rispetto al 2009, 95.000 addetti (+9% rispetto al 2010), un portafoglio ordini di 31 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente.

"Le imprese che rappresentiamo - ha commentato Nello Uccelletti, Presidente ANIMP - hanno saputo dimostrare buona capacità di adattamento ai cambiamenti ed anche un'attenta percezione della necessità di modificare l'approccio al mercato. Sono quattro le azioni che il settore deve attuare per mantenere e migliorare la posizione consolidata in questi anni: migliorare la competitività con una continua analisi dei processi produttivi, delle organizzazioni delle nostre aziende e della qualità dei nostri prodotti; utilizzare tutte le sinergie possibili, promuovendo la presenza della filiera nei mercati geografici di maggiore interesse; coinvolgere la filiera sin dalle prime fasi di qualifica e offerta; valorizzare le competenze ma anche la capacità imprenditoriale e la propensione all'innovazione di molte aziende".

L'85% dei ricavi annuali (circa 30 miliardi di euro) è realizzato all'estero. I principali mercati di sbocco sono: il Medio Oriente, passato dal 16% nel 2010 al 20% nel 2011; l'Africa settentrionale che, in piena "primavera araba", ha rappresentato il 16% dei ricavi; la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), che rappresenta l'11% del totale del fatturato del 2011.

I settori merceologici che nel 2011 hanno registrato i migliori risultati sono quelli tradizionalmente trainanti del comparto, e cioè l'oil&gas (dai 14 miliardi di euro nel 2010 ai 16 nel 2011) e il petrolchimico/chimico (da 1,6 miliardi nel 2010 ai 2 nel 2011), mentre un calo si rileva dal settore dell'energia elettrica (passato dai 5,1 miliardi del 2010 ai 3,2 del 2011).

Positivo anche il dato sul portafoglio ordini con 31 miliardi di euro, di cui 26 miliardi dall'estero.

Una lieve flessione si registra nelle acquisizioni di nuovi ordini: il 2011 si chiude infatti con un volume pari a 33,5 miliardi di euro, inferiore di 1,5 miliardi rispetto al 2010. Tuttavia il dato sulla domanda nel mercato nazionale è positivo (+11% rispetto al 2010), mentre è negativo quello sul mercato internazionale (-8,7%). "I segnali che provengono dalle acquisizioni ci dicono che per il futuro occorre fare di più - ha commentato il Presidente Uccelletti. Il volume di quanto acquisito nel 2011 è sufficiente a coprire poco più di  un anno di lavoro. Per questo la cura nella preparazione delle offerte, che è sempre stata massima nei momenti di criticità, deve essere ancora migliorata soprattutto in un quadro internazionale che sarà sempre più competitivo".

Le prospettive per il biennio 2012-2013 delle aziende associate ad ANIMP sono orientate alla stabilità e alla crescita dei settori merceologici e dei mercati. In particolare, per quanto riguarda i mercati di sbocco per il biennio, il 52% verso il Medio Oriente, il 51% verso l'America centrale e meridionale e il 45% delle aziende prevede una crescita verso la Russia e gli stati membri della CSI. Sempre stando alle previsioni, i settori dell'oil&gas e petrolchimico rimangono stabili, mentre buone prospettive di crescita per il settore dell'energia elettrica.

A cura dell'Ufficio Stampa Animp
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