Geologi ed Architetti Italiani: Dopo il sisma basta emergenza e obbligo fascicolo del fabbricato
Il 23 aprile scorso abbiamo pubblicato un articolo del Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Gianvito Graziano che, in tempi non sospetti, precisava...
Il 23 aprile scorso abbiamo pubblicato un articolo del
Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Gianvito
Graziano che, in tempi non sospetti, precisava che "In Italia è
sempre attuale il dibattito sulla prevenzione dei rischi naturali,
dal sismico al vulcanico, sino a quello non meno grave di natura
idrogeologica. Nella filiera delle azioni virtuose che dovrebbero
condurre ad una seria politica di prevenzione, di sicuro la
microzonazione sismica costituisce uno degli snodi
fondamentali." aggiungendo, anche che "Conoscere e affrontare il
problema significa aumentare la sicurezza e poiché in Italia si
registrano mediamente circa 2000 terremoti all'anno, il
concetto di pericolosità sismica locale, che modifica radicalmente
la pericolosità di base con la quale siamo da tempo abituati a
confrontarci, ci riporta a quella vecchia proposta di legge, invano
attesa da anni, di istituzione del cosiddetto fascicolo del
fabbricato o di libretto casa secondo un'altra accezione
lessicale. " che permetterebbe di valutare le reali condizioni
statiche e sismiche del nostro immenso patrimonio immobiliare, che
racchiude edifici di grandissimo pregio storico ed
architettonico
Gianvito Graziano ha, poi, recentemente esplicitato ancor più il suo pensiero aggiungendo che "Per mettere in sicurezza il nostro Paese, la strada da perseguire non è soltanto quella, ancorché importantissima, degli interventi strutturali e dell'inserimento dei dissipatori ma è ancor prima quella degli studi della risposta sismica dei terreni. Occorre inibire l'edificazione in quelle aree dove questi studi dimostrano un effetto di amplificazione dell'intensità sismica".
Oggi, dopo il terremoto che ha colpito l'Emilia quell'articolo sembra attualissimo e con lo stesso spirito interviene sull'argomento il Consiglio nazionale degli Architetti PPC che occorre dire "Basta con la politica dell'emergenza, ora occorre mettere in sicurezza il territorio italiano".
Il CNAPPC aggiunge, anche, che "Il primo obiettivo deve essere la salvaguardia della vita dei cittadini e dei lavoratori che deve essere perseguito rendendo obbligatorio, a partire dalle scuole, l'addestramento sul comportamento da tenere in caso di terremoto. Dobbiamo renderci conto, poi, del pessimo stato in cui si trova il nostro patrimonio edilizio: l'Italia è stata per lo più urbanizzata dal dopoguerra agli anni 80 con tecniche costruttive che rendono le abitazioni avviate al fine vita, non in grado di reggere un terremoto e che consumano energia quanto otto centrali nucleari. "
Anche gli architetti, poi, come i geologi ritengono che occorre "rendere subito obbligatorio il libretto dell'edificio, connesso a un database nazionale, in modo che ogni cittadino italiano conosca il livello di sicurezza delle abitazioni in cui vive e quello dei luoghi in cui lavora. Al censimento dello stato di sicurezza deve seguire un programma, almeno ventennale, di rigenerazione degli abitati, con incentivi e contributi per renderli sicuri e, allo stesso tempo, capaci di risparmiare energia. "
Non occorre, per ultimo, dimenticare che, purtroppo, le verifiche tecniche degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile che dovevano essere effettuate entro il 31 dicembre 2010 sono state prorogate per ultimo dall’articolo 3 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 convertito dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, al 31 dicembre 2012.
Ricordiamo che le verifiche tecniche erano state previste all'articolo 2, comma 3 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003, erano necessarie per tutti gli edifici e le opere progettate in base alle norme sismiche vigenti dal 1984, dovevano essere effettuate a cura dei proprietari e dovevano riguardare in via prioritaria edifici ed opere ubicati nell zone sismiche 1 e 2.
Gianvito Graziano ha, poi, recentemente esplicitato ancor più il suo pensiero aggiungendo che "Per mettere in sicurezza il nostro Paese, la strada da perseguire non è soltanto quella, ancorché importantissima, degli interventi strutturali e dell'inserimento dei dissipatori ma è ancor prima quella degli studi della risposta sismica dei terreni. Occorre inibire l'edificazione in quelle aree dove questi studi dimostrano un effetto di amplificazione dell'intensità sismica".
Oggi, dopo il terremoto che ha colpito l'Emilia quell'articolo sembra attualissimo e con lo stesso spirito interviene sull'argomento il Consiglio nazionale degli Architetti PPC che occorre dire "Basta con la politica dell'emergenza, ora occorre mettere in sicurezza il territorio italiano".
Il CNAPPC aggiunge, anche, che "Il primo obiettivo deve essere la salvaguardia della vita dei cittadini e dei lavoratori che deve essere perseguito rendendo obbligatorio, a partire dalle scuole, l'addestramento sul comportamento da tenere in caso di terremoto. Dobbiamo renderci conto, poi, del pessimo stato in cui si trova il nostro patrimonio edilizio: l'Italia è stata per lo più urbanizzata dal dopoguerra agli anni 80 con tecniche costruttive che rendono le abitazioni avviate al fine vita, non in grado di reggere un terremoto e che consumano energia quanto otto centrali nucleari. "
Anche gli architetti, poi, come i geologi ritengono che occorre "rendere subito obbligatorio il libretto dell'edificio, connesso a un database nazionale, in modo che ogni cittadino italiano conosca il livello di sicurezza delle abitazioni in cui vive e quello dei luoghi in cui lavora. Al censimento dello stato di sicurezza deve seguire un programma, almeno ventennale, di rigenerazione degli abitati, con incentivi e contributi per renderli sicuri e, allo stesso tempo, capaci di risparmiare energia. "
Non occorre, per ultimo, dimenticare che, purtroppo, le verifiche tecniche degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile che dovevano essere effettuate entro il 31 dicembre 2010 sono state prorogate per ultimo dall’articolo 3 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 convertito dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, al 31 dicembre 2012.
Ricordiamo che le verifiche tecniche erano state previste all'articolo 2, comma 3 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003, erano necessarie per tutti gli edifici e le opere progettate in base alle norme sismiche vigenti dal 1984, dovevano essere effettuate a cura dei proprietari e dovevano riguardare in via prioritaria edifici ed opere ubicati nell zone sismiche 1 e 2.
A cura di Gabriele
Bivona
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