Stop cessione crediti edilizi: il dottore studia ancora
L'incontro tra il Governo e le associazioni del comparto edile anticipano nuovi possibili interventi sui bonus edilizi
Si è svolto ieri pomeriggio l'incontro a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il Ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e le principali sigle e associazioni che riguardano il comparto delle costruzioni.
Tavolo tecnico post Decreto Cessioni
Un incontro servito per fare il punto della situazione alla luce della recente pubblicazione ed entrata in vigore del Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni) che con un blitz a sorpresa ha bloccato ogni possibilità di utilizzare le opzioni alternative alla detrazione diretta, relativamente ai nuovi interventi edilizi che accedono ad uno dei bonus previsti (superbonus, ecobonuns, sismabonus, bonus casa,...).
Un incontro che sarebbe dovuto avvenire prima di questo nuovo provvedimento che, senza alcuna consultazione con il comparto delle costruzioni, ha previsto da una parte delle misure per provare a risolvere i problemi del passato (i crediti incagliati) e dall'altra ha deciso di bloccare le possibilità di acquisto dei crediti da parte degli Enti locali oltre che stoppare il meccanismo di cessione dei crediti edilizi, ovvero la misura che più di tutte era riuscita a risollevare (non senza problemi ed errori) il comparto delle costruzioni.
Rimedi...per chi?
Nel comunicato stampa del Governo leggiamo che c'è "la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Partendo dal decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio, il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme".
Verrebbe da domandarsi come mai il Governo cerchi ancora di trovare le "soluzioni più adeguate" ma contemporaneamente opera come già fatto il 27 gennaio 2022 (pubblicazione del D.L. n. 4/2022 che ha limitato a 1 cessione il meccanismo delle opzioni alternative) con un decreto d'urgenza che non prende minimamente in considerazione gli effetti di questo blocco su chi aveva già investito o addirittura lavorato sulla base delle possibilità offerte dalla cessione del credito (che nonostante sia bloccata non ha eliminato la speranza di chi pensava di avviare un intervento cedendo poi il credito).
I tempi dell'edilizia
Ricordiamo che l'edilizia ha tempi molto dilatati, per avviare un intervento di superbonus su un condominio (ad esempio) servono mesi di discussione in assemblea e tanto lavoro dei professionisti. La presentazione della CILAS arriva solo al culmine di tanta attività di progettazione ed è evidente i condomini che non sono riusciti a presentare la CILAS entro il 16 febbraio non avvieranno nessun intervento, lasciando i professionisti con il cerino in mano.
Appare evidente che le imprese che hanno operato in questi ultimi anni, hanno dovuto riconfigurarsi acquistando capannoni, macchinari, assumendo personale qualificato ed in generale investendo su questa misura almeno a 5 anni. Come scritto da Edoardo Bianchi in un articolo "Chi non ha rispettato le regole non trova menzione in questa analisi perché è fuori gioco in radice", parlare di chi ha frodato e non di chi ha operato nel giusto significa avere una capacità di analisi molto limitata.
Secondo il Governo "Tale situazione, che l’Esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti ‘crediti incagliati’ (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire), verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti. Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma".
Ancora una volta il Governo prima blocca e poi invita il comparto delle costruzioni a fornire indicazioni. E ancora una volta il comparto delle costruzioni (o chi prova a rappresentarlo in questi tavoli) si mostrerà rispettoso e volenteroso per provare a trovare soluzioni utili (F24, transitorio,....) nel processo di conversione in legge del D.L. n. 11/2023. Anche se probabilmente il problema non è il Decreto Cessioni ma l'assenza di qualsiasi progettualità a lungo termine di un Parlamento che accetta, come i precedenti, l'idea del Governo di procedere a colpi di provvedimenti d'urgenza.
Alla fine del comunicato il Governo ribadisce la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi. Alle mie latitudini si direbbe "ci mancasse"...dopo il Decreto Aiuti-quater che aveva previsto una nuova finestra temporale, abrogare completamente i bonus sarebbe stata la classica ciliegina.
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