Stop cessione dei crediti, interrogazione al Senato
Dopo la pubblicazione del report del Centro Studi CNA, chiesti chiarimenti a MEF e MISE sui bonus edilizi
Approda in Parlamento l’indagine del Centro Studi CNA sulla cessione dei crediti legati ai bonus per l’edilizia. Come sottolinea la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, i numeri e le criticità emersi con l’analisi sono infatti la premessa di un’interrogazione rivolta da un numeroso gruppo di senatori del Pd, primo firmatario Daniele Manca, capogruppo Pd in Commissione bilancio al Senato, ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico.
Stop cessione dei crediti: interrogazione al Senato
Con l’interrogazione, i senatori chiedono “Quali iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo per facilitare lo sblocco della cessione dei crediti fiscali anticipati o maturati dalle imprese edili nell’ambito dei bonus edilizi, per prevenire il fallimento di un elevato numero di imprese ed evitare l’interruzione di lavori in corso, agevolando lo smaltimento delle procedure in essere da parte di tutti gli attori in gioco senza creare ulteriori incertezze normative, facendo salvo l’obiettivo di prevenire e contrastare quanto più possibile le frodi”.
E ancora, i firmatari chiedono se “non ritengano opportuno prevedere, con urgenza, l’emanazione di disposizioni mirate a favorire l’accettazione da parte degli istituti di credito delle domande di cessione dei crediti fiscali maturati dalle imprese edili e se, a tal fine, intendano proporre una ulteriore estensione del limite massimo al numero di cessioni dei crediti fiscali”.
Il report di CNA
L’interrogazione nasce appunto a seguito della pubblicazione del report del Centro studi di CNA, con il quale è stato analizzato lo stop del mercato dei crediti. I numeri sono impressionanti: ad oggi sono 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento, con la perdita di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni, a causa della mancata conversione in denaro di quasi 2,6 miliardi di crediti. In pratica, uno sconto in fattura ogni sei è rimasto bloccato al successivo passaggio.
Come indicato nel report, circa il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti, mentre il 34,4% lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7%), a seguire Poste (22,6%), poi società di intermediazione finanziaria (5,1%).
La conseguenza è appunto l’enorme crisi di liquidità e la difficoltà ad onorare i pagamenti: tra il campione delle imprese intervistate, è emerso che il 45,9% non ha pagato i propri fornitori, il 30,6% non sta pagando tasse e imposte, il 21,1% non riesce a pagare salari e stipendi. Guardando al futuro, c’è pessimismo: il 68,4% delle imprese vede concretizzarsi la possibilità della sospensione dei cantieri già avviati, il 90,3% addirittura del mancato avvio di nuovi cantieri, mentre il 48,6% parla addirittura di rischio fallimento.
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