Subappalto, qualificazione, revisione prezzi: FINCO sulle modifiche al Codice Appalti

In previsione dell'incontro con il MIT, le osservazioni della Federazione sui possibili correttivi da apportare al d.Lgs. n. 36/2023

di Redazione tecnica - 23/07/2024

“Da tempo sosteniamo la necessità di alcuni correttivi al nuovo Codice degli Appalti - - ed abbiamo cercato di condensare al massimo le diverse criticità che andrebbero urgentemente riviste”. 

Esordisce così Carla Tomasi, Presidente della Federazione FINCO, in relazione alle modifiche al d.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei Contratti Pubblici) sul quale si attende la consultazione preannunciata dal Ministro Salvini lo scorso 1° luglio, in occasione dell'incontro con le principali categorie interessate.

Correttivi al Codice Appalti 2023: le osservazioni di FINCO

Spiega la presidente che il primo nodo da sciogliere riguarda la qualificazione delle imprese, risolvendo il “palese contrasto tra la doverosa attenzione alla qualità delle opere ed all'ottimale allocazione delle risorse pubbliche da un lato nonché alla tutela della sicurezza in cantiere dall'altro con la illogica, controproducente e, inaccettabile e incivile previsione normativa che tuttora consente la possibilità di qualificarsi per l'esecuzione di opere pubbliche con i lavori svolti da altri”.

Per Tomasi, se non si pone rimedio alla questione, risulta inutile insistere sull'applicazione forzosa di determinati contratti, parlare di formazione, predisporre patenti a punti o a crediti, “e piangere lacrime di coccodrillo in caso di incidenti”.

Altro aspetto che va assolutamente affrontato, l'articolo 119 sul subappalto: per FINCO è necessario assimilare le SIOS (opere superspecialistiche) alla categoria prevalente e predisporre un contratto di subappalto tipo volto a tutelare i subappaltatori e i subcontraenti anche sotto il profilo dei pagamenti, “onde l'inadempimento della soddisfazione dei medesimi decorra chiaramente, e senza incertezze, dal non rispetto della data di pagamento concordata”.

Altra preoccupazione deriva dalla mancanza di trasparenza dal limitato controllo sui costi derivanti dall'applicazione dell'istituto dell'appalto integrato, così come la solidarietà in termini di rischio per gli assuntori di lavori scorporabili nei raggruppamenti temporanei di impresa "verticali", nell'ambito dei quali non vi è rapporto fra l'impresa in raggruppamento ed i diversi fornitori.

Vi è poi il tema dell'avvalimento che, “secondo una logica non condivisibile e frontalmente in contrasto con l'attitudine alla qualità delle opere” renderebbe ora possibile oggetto di avvalimento anche le lavorazioni cosiddette superspecialistiche, le citate SIOS. Sul punto Tomasi ribadisce l’assoluta necessità che le stazioni appaltanti identifichino quali sono i compiti essenziali che l'aggiudicatario deve eseguire in proprio, per scongiurare la creazione di un sistema di soli appaltatori - intermediari, talvolta vere e proprie scatole vuote.

E ancora: per i cosiddetti "subappalti a catena" occorre maggiore prudenza, limitandone l'applicabilità alle sole categorie per le quali essa era già prevista nel previgente Regolamento, senza coinvolgere in questa possibilità ulteriori specializzazioni.

Infine, viene nuovamente precisato che:

  • non può essere la stazione appaltante a decidere quale CCNL l'appaltatore deve applicare, ledendo gravemente una delle poche libertà tuttora residue in capo all'iniziativa imprenditoriale. Per la Federazione, si tratta di scegliere i contratti adeguati per le lavorazioni da svolgere;
  • la revisione prezzi è un meccanismo che va garantito a tutta la filiera, quindi anche a subappaltatori e subfornitori, salvo non vi siano accordi migliorativi ad hoc con gli appaltatori.

“Il tempo è poco e le criticità non sono davvero indifferenti tenuto anche conto di alcuni correttivi che occorrerà prevedere per determinati settori specifici”, conclude la presidente Finco.

 

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