Superbonus 110%: fallimento o lezione per il futuro?
Tra costi, benefici e dichiarazioni contrastanti, il comparto delle costruzioni fa il punto sulle detrazioni fiscali del 110% previste dal Decreto Rilancio
"Superbonus: per alcuni un fallimento, per noi una lezione per il futuro". Comincia così la prima giornata del 67° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d'Italia, in cui uno dei temi caldi sono proprio le detrazioni fiscali del 110% messe a punto con il Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e successive modificazioni.
Superbonus: fallimento o esperienza da valorizzare
Negli ultimi mesi sono tante le dichiarazioni e analisi che hanno riguardato il tanto chiacchierato superbonus e che hanno almeno un punto in comune: non hanno messo d'accordo nessuno. Tra costi fuori controllo ed effetti positivi, si è perso di vista l'aspetto principale che sfugge praticamente a tutti: il superbonus è stata una misura straordinaria prevista (malamente) dal legislatore in un particolare momento di crisi.
Sarebbe dovuto durare appena 18 mesi; anche meno se consideriamo che l'attuazione del Decreto Rilancio si è completata solo a ottobre 2020 e che almeno fino a giugno 2021 sono tante le complicazioni che hanno riguardato questa misura. Non si sa per quale arcano motivo, si è pensato di rendere ordinaria una misura piena di imperfezioni ed errori di prospettiva, prorogando ripetutamente la data di scadenza che il 31 dicembre 2023 arriverà alla sua conclusione (almeno per i principali soggetti beneficiari).
Come sta arrivando il Paese a questa scadenza? Basterebbe farsi un giro per l'Italia per verificare in prima persona quanto si è realizzato. Edifici portati dalla classe G alla B ma anche case sventrate e famiglie ridotte sul lastrico a causa delle storture di una legge che ha tanti aspetti positivi quanti negativi.
Tra gli aspetti positivi e negativi
Si è parlato tanto degli effetti positivi del Superbonus e credo sia superfluo citare le analisi condotte da Nomisma, dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti, dal Censis, dal Centro studi del CNI o dall'ANCE (ma potete leggere qualcosa nell'articolo Superbonus: gli effetti di cui nessuno parla). Come si è parlato anche dei costi fuori controllo, che in appena 3 anni e mezzo ammonterebbero a circa 100 miliardi di euro, e delle problematiche inerenti il blocco della cessione.
Ciò di cui non si parla a sufficienza sono gli aspetti di natura tecnica. Cosa ha insegnato al Paese il Superbonus? È possibile trarre esperienza da una misura che ha diviso l'Italia?
Rispondere non è facile perché il rischio è sempre quello di cadere nel tranello di partecipare ad una discussione che vede sempre fazioni schierate pronte a puntare il dito l'una contro l'altra.
Riqualificazione energetica e strutturale
Partiamo, quindi, da un concetto di base: senza un serio sistema di incentivazione non solo l'edilizia non si muove ma non si raggiungeranno mai gli obiettivi che presto arriveranno dalla Direttiva Green di prossima approvazione. Non dimentichiamo che solo per gli edifici residenziali sarà previsto il raggiungimento della classe energetica:
- "E" entro il 2030;
- "D" entro il 2033.
Ma, obiettivi green a parte, occorre non dimenticare le peculiarità di un Paese come l'Italia dove il rischio sismico è decisamente più elevato che altrove. Un Paese "vecchio" per il 70% costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) che necessita di profondi interventi di natura strutturale prima di pensare ai consumi energetici.
Durante il congresso degli Ingegneri, il Consigliere Alberto Romagnoli ha ricordato che gli italiani che vivono in zone a rischio medio sono 6,8 milioni, quelli a rischio alto 2,4 milioni. In totale sono, dunque, 9,2 milioni gli italiani interessati e gli interventi necessari per la prevenzione ammontano a circa 27 miliardi di euro.
Ha senso posare un cappotto termico su un edificio sul quale non si conosce lo stato di salute strutturale?
Credo sia questa la principale domanda che dovrebbe porsi il legislatore nella realizzazione di un ipotetico testo unico delle detrazioni fiscali in edilizia. Ciò che non si dovrebbe fare è, invece, liquidare l'esperienza superbonus tout court con un "è stato un fallimento" oppure "occorre renderlo strutturale". Non è vera né la prima né tanto meno la seconda affermazione.
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