Superbonus 110%: ipotesi rimodulazione e riapertura per le unifamiliari
Allo studio la Legge di Bilancio 2023, ci sono diverse misure per una modifica del superbonus che potrebbe avere ridotta l’aliquota e modificato i beneficiari
Complice il cambio di Governo, la Legge di Bilancio 2023 comincia il suo percorso con qualche settimana di ritardo ma, considerata l’approvazione entro la fine dell’anno, procederà spedita. Benché la prima bozza sarà disponibile solo a metà/fine novembre, tra gli argomenti principali su cui il nuovo esecutivo dovrà necessariamente intervenire vi sono le detrazioni fiscali del 110% (superbonus) messe a punto da Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Superbonus 110%: i nodi da sciogliere
Sono tanti e grandi i nodi da sciogliere, come sono tante le ipotesi al vaglio degli esperti. Si parte necessariamente dai problemi da risolvere:
- i cantieri bloccati a causa del blocco della cessione dei crediti edilizi;
- i ritardi accumulati che hanno lasciato a metà i cantieri per le unifamiliari che, com’è noto, se non hanno completato il 30% dell’intervento entro il 30 settembre 2022 non hanno più avuto alcuna speranza di portare in detrazione le spese sostenute dopo il 30 giugno 2022;
- l’aumento dei costi dei materiali;
- la responsabilità solidale sulla quale si è trovato un rimedio solo nelle ultime settimane;
- le 5 sentenze del Corte di Cassazione che hanno messo in luce diverse criticità tra le quali l’assenza di una deroga al sequestro preventivo nel caso di frodi fiscali e, quindi, l’assenza di garanzie da parte dello Stato.
Tutte problematiche che il comparto dell’edilizia si porta dall’inizio del 2022 quando il Governo Draghi decise di stravolgere il meccanismo di cessione dei crediti edilizi senza mai trovare una soluzione definitiva che consentisse la libera circolazione dei crediti e la prevenzione di eventuali frodi fiscali.
Superbonus 110%: lo stato di fatto
Dopo aver superato l’ultima scadenza del 30 settembre 2022 che ha fatto da spartiacque tra chi ha un cantiere che ha già completato il 30% dell’intervento complessivo e le unifamiliari (le c.d. villette) che non possono più accedere al superbonus 110%.
Ad oggi gli unici soggetti che possono accedere al bonus 110% sono:
- fino al 30 dicembre 2022, per le unifamiliari che al 30 settembre 2022 hanno completato il 30% dell’intervento complessivo;
- fino al 31 dicembre 2023, per i condomini, gli edifici plurifamiliari fino a 4 u.i. autonomamente accatastate e possedute da unico proprietario persona fisica, Onlus, AdS e AdV;
- fino al 30 giugno 2023, per gli IACP e cooperative a proprietà indivisa;
- fino al 31 dicembre 2025 per gli interventi su edifici nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
A partire dall’1 gennaio 2024 si avrà un decalage di aliquota fiscale per condomini, edifici plurifamiliari, Onlus, AdS e AdV:
- 70% nel 2024;
- 65% nel 2025.
Superbonus 110%: le ipotesi
Al momento le uniche ipotesi su cui si discute è una riapertura dei termini per gli edifici unifamiliari con un’aliquota ridotta (sono uscite fuori diverse aliquote tra le quali l'80% e il 100%) ma con alcuni paletti:
- prima casa;
- soggetti beneficiari sotto una certa soglia di reddito.
La soluzione non sarà semplice perché se da una parte l’intento è di proteggere chi ha investito nel bonus 110% salvo poi trovarsi invischiato tra mille problematiche, dall’altra il Ministro dell’Economia e delle Finanze dovrà fare i conti con una detrazione fiscale che al 30 settembre 2022 ha già prodotto oltre 56 miliardi di euro di detrazioni previste a fine lavori per i soli interventi di riqualificazione energetica.
Proprio per questo oggi è difficile parlare di nuove aliquote e nuovi paletti come il reddito. Preventivamente il Governo dovrà valutare le risorse a disposizione considerato che la maggior parte di queste sarà dedicata a contrastare gli effetti della guerra e quindi il caro energia e l’inflazione galoppante.
La cessione del credito
Chiaro è qualsiasi intervento dovrà contemplare preventivamente la riapertura delle cessioni senza le quali né il superbonus né gli altri bonus importanti riuscirebbero a produrre interventi di riqualificazione energetica e strutturale.
Se l’obiettivo è incentivare la transizione ecologica mediante i bonus edilizi, è chiaro che si dovranno risolvere le problematiche connesse al blocco delle cessioni che, nonostante le ultime modifiche apportate dal Decreto Aiuti-bis e l’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate che è ritornata sul tema della responsabilità solidale, ha trovato nuovi ostacoli nel concetto di sequestro preventivo messo in luce dalle 5 sentenze della Corte di Cassazione emesse contro Poste Italiane, Cassa Depositi e Prestiti, Banco Desio e della Brianza, Illimity Bank e Groupama.
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