Superbonus 110%: pochi professionisti, troppe imprese e materiali cari
Il superbonus 110% e il meccanismo di cessione del credito hanno aumentato nel breve termine la domanda creando una sperequazione tra professionisti e imprese
Una delle problematiche nate a seguito dell'idea di incentivare il settore delle costruzioni con una detrazione fiscale (il superbonus 110%) utilizzabile in un periodo di tempo molto limitato (2022 per le unifamiliari e 2023 per le plurifamiliari), riguarda paradossalmente l'eccesso di domanda.
La corsa al Superbonus 110%
Chiariti i primi dubbi applicativi, tante risposte dell'Agenzia delle Entrate, dell'Enea e 9 correttivi dopo, con l'entrata in vigore delle semplificazioni previste dal Decreto Legge n. 77/2021 (il secondo Decreto Semplificazioni) il comparto dell'edilizia connesso alle detrazioni fiscali ha cominciato a viaggiare ad una certa velocità con un'impennata della domanda.
A questo incremento di domanda, come evidenziato recentemente da ANCE, ne è corrisposta la nascita di quasi 12mila nuove società iscritte alle Camere di Commercio con il codice Ateco delle costruzioni. Aumento delle imprese a cui spesso è corrisposto una crescita di anelli della catena commerciale, e quindi nella speculazione di soggetti volti solo ad unire domanda e offerta, oltre che una diminuzione della qualità dovuta ai tanti improvvisati del mestiere.
Di contro, a questo eccesso di domanda non ne è potuto corrispondere un aumento di numero di professionisti abilitati. E' chiaro che per far fronte ad un aumento di richiesta di tecnici abilitati sarebbe stato necessario incentivare i percorsi formativi appositi con una programmazione di almeno 5 anni.
Ed è proprio l'allarme arrivato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri secondo cui ad oggi servirebbero 14.000 ingegneri, metà circa dei quali risultano irreperibili.
Il caro materiali
Altra problematica connessa all'eccesso di domanda unita alla particolare congiuntura geopolitica mondiale, riguarda la disponibilità e l'aumento dei prezzi dei materiali da costruzione. Nella definizione di un quadro economico connesso ad un intervento di superbonus 110%, magari che riguarda un condominio dove il processo di approvazione è più lungo, oggi è necessario calcolare bene i tempi ed i costi connessi all'acquisto di materiali per i quali oggi sono spesso forniti preventivi a 24/48 ore a prezzi ben più elevati rispetto al normale. Basti pensare ai ponteggi, ai materiali isolanti o agli impianti di riscaldamento.
La cessione del credito
In questo contesto si è aggiunta la scelta del Governo di modificare in corsa il meccanismo di cessione del credito ovvero la benzina che ha alimentato il motore della macchina edilizia. Una modifica che agendo anche sui lavori in corso d'esecuzione sta mettendo seriamente a rischio il tessuto economico formato da professionisti e imprese che a seguito degli impegni presi con i committenti hanno reso le loro prestazioni praticando lo sconto in fattura.
Sconto in fattura che ha prodotto tanti crediti fiscali che al momento non riescono ad essere convertiti in quella liquidità necessaria a far sopravvivere il comparto.
Conclusioni
La più ovvia delle conclusioni è che uno Stato che voglia rispondere al potere-dovere conferitogli dai suoi cittadini dovrebbe valutare preventivamente gli effetti di qualsiasi provvedimento normativo. Due anni di applicazione del Decreto Rilancio e ormai 15 correttivi dopo, il legislatore ha ormai adeguata esperienza sulla fruizione delle detrazioni fiscali in edilizia da pensare di renderle strutturali e inserirle all'interno di un testo moderno oltre che unico che entri nel dettaglio di:
- soggetti beneficiari;
- tipologia, requisiti e adempimenti;
- modalità di utilizzo;
- meccanismo di controllo;
- stanziamenti annuali.
Un testo unico che darebbe la possibilità al comparto edile di organizzarsi per tempo, pianificando bene gli investimenti mediante ciò che tutti desiderano: certezza normativa e tempistiche compatibili
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