Superbonus 110%: proroga diffusa solo a fine anno
Il Ministro dell'Economia Daniele Franco, in risposta al question time alla Camera, ha confermato che la proroga diffusa al superbonus arriverà con la prossima Legge di Bilancio
Una delle certezze che riguarda il superbonus 110% è la sua data di inizio fissata all'1 luglio 2020. L'art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) ha previsto la possibilità di portare in detrazione fiscale al 110% le spese sostenute per alcuni interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico con un orizzonte temporale ben preciso...o quasi.
L'orizzonte temporale del Superbonus 110%
Parlare dell'orizzonte temporale per il superbonus 110% è, infatti, un puzzle di norme, modifiche e intenzioni che si intrecciano tra loro lasciando sempre nel dubbio chi oggi vuole valutare un intervento edilizio.
Sull'orizzonte temporale relativo al bonus 110% ad oggi è possibile registrare 3 interventi normativi:
- chiaramente il Decreto-legge n. 34 /2020 che nella sua formulazione originaria ha previsto una finestra temporale fissata tra l'1 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021;
- successivamente è intervenuta la Legge n. 178/2020 (Legge di Bilancio 2021) che ha previsto alcune proroghe al 30 giugno 2022 con alcune opzioni per dicembre 2022 e giugno 2023 che necessitano, però, di una conferma da parte del Consiglio dell’Unione europea;
- infine, il Decreto-legge n. 59/2021 che ha previsto alcune modifiche immediatamente in vigore.
Per comprendere meglio di che stiamo parlando, abbiamo preparato un quadro sinottico riassuntivo:
Tipologia |
Termine per il 60% dei lavori |
Scadenza finale |
Persone fisiche (edifici unifamiliari) |
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31/12/2021 (*) |
Persone fisiche con edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità |
30/06/2022 |
31/12/2022 |
Condomini |
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31/12/2022 |
IACP |
30/06/2023
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31/12/2023
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Altri beneficiari |
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31/12/2021 (*) |
(*) Così come previsto al comma 66, lettera a1) dell’articolo 1 della legge 30/12/2020, n.178 (legge di Bilancio 2021) tale data, previa approvazione del Consiglio dell’Unione europea, traslerebbe al 30 giugno 2022.
Volendo riassumere, ad oggi:
- per gli edifici unifamiliari e per tutti i beneficiari oltre ai condomini e gli IACP il superbonus scade il 31 dicembre 2021;
- per gli edifici plurifamiliari (da 2 a 4 u.i.) la scadenza è fissata al 30 giugno 2022 con un'opzione al 31 dicembre 2022 per gli interventi che al 30 giugno 2022 sono stati conclusi per il 60% del totale;
- per i condomini la scadenza è al 31 dicembre 2022;
- per gli IACP la scadenza è al 30 giugno 2023, anche in questo caso con una opzione al 31 dicembre 2023 per gli interventi che al 30 giugno 2023 sono stati conclusi per il 60% del totale.
L'incertezza è il peggiore dei mali normativi
Considerato che l'orizzonte temporale rappresenta uno dei punti chiave per la buona riuscita della misura fiscale, da più parti è arrivata la richiesta di uniformare la data di scadenza e posticiparla almeno al 2023.
Tra queste, da segnalare l'interrogazione n. 3 -02301 presentata dal deputato Gianluca Rospi durante il question time del 25 maggio scorso. Un'interrogazione presentata al Ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco in cui sostanzialmente si chiede la volontà del Governo a prorogare oltre la scadenza di giugno 2022 la misura del superbonus 110%.
Proroga solo a fine anno
La risposta del Ministro Franco è stata immediata e ha confermato le indiscrezioni delle ultime settimane.
Il Ministro ha prima parlato della misura e delle risorse stanziate: "Il cosiddetto superbonus - afferma il Ministro Franco - è stato introdotto quale strumento per rilanciare rapidamente le attività dell’intero comparto dell’edilizia e far ripartire i cantieri dopo la brusca frenata dovuta al lockdown; è, inoltre, importante per accelerare la transizione energetica del Paese, in vista degli obiettivi indicati anche in sede europea. Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali. L’ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e Fondo complementare, è di oltre 18 miliardi di euro. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari".
In riferimento alla richiesta di proroga il Ministro ha affermato "Il Governo si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici. Ricordo anche che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è definito l’obiettivo di ristrutturare gli edifici pubblici e privati, migliorandone l’efficienza energetica attraverso l’isolamento termico, gli impianti di riscaldamento e raffreddamento e l’autoproduzione di elettricità, nonché il monitoraggio dei consumi da parte degli utenti. L’obiettivo fissato dall’Unione europea è di raddoppiare il tasso di efficientamento degli edifici entro il 2025".
Superbonus 110%: le problematiche applicative
Alla risposta del Ministro dell'economia è arrivata la replica del deputato Rospi in cui ha chiesto al Ministro uno sforzo in più in termini di semplificazione. Gianluca Rospi, infatti, tocca le principali problematiche applicative del primo anno di superbonus, prendendo come riferimento le oltre 7mila richieste di chiarimento all'Agenzia delle Entrate. Si è parlato:
- della possibilità di eliminare o semplificare la dichiarazione di conformità urbanistica, sulla quale in realtà il Governo sta lavorando già nel prossimo decreto Semplificazioni;
- semplificare le procedure per la cessione del credito;
- estendere la misura a tutti gli edifici, compresi gli alberghi, gli edifici commerciali, il terziario e anche gli edifici industriali (anche su questo sono in discussione alcune modifiche all'interno del Decreto Semplificazioni).
Concludendo, il deputato Rospi ha auspicato la possibilità di rendere strutturale questa misura affinché si riesca a riqualificare il patrimonio pubblico italiano. "Bisognerebbe pensare - conclude il deputato Rospi - a mantenere il 110 per cento solo per le diagnostiche energetiche e sismiche e portare la misura all’80 o al 90 per cento per tutte le ristrutturazioni a valle della diagnostica".
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