Superbonus 2023: riclassificazione entro il 30 giugno
Eurostat scrive a ISTAT sulla classificazione del Superbonus e degli altri crediti edilizi alla luce della recente pubblicazione del Decreto Legge n. 11/2023
Chi avesse pensato che la querelle sulla classificazione del Superbonus e degli altri bonus edilizi si fosse conclusa con l'aggiornamento del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD) operato da Eurostat e la recente riclassificazione di ISTAT, si è sbagliato di grosso.
La classificazione dei crediti edilizi
Ricordiamo che a seguito di una lettera inviata da Eurostat ad ISTAT a giugno 2021, era emersa la necessità di rivedere la parte del MGDD relativa alla classificazione dei crediti edilizi alla luce del meccanismo di cessione messo in piedi con l'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio). Alla lettere è seguita una fase di studio in ambito europeo che ha portato Eurostat a considerare "pagabili" i crediti con elevata probabilità di non essere "sprecati". Probabilità che dipenderebbe da tre caratteristiche:
- la trasferibilità a terzi;
- l'utilizzo differito nel tempo;
- l'utilizzo in compensazione con altri debiti fiscali e contributivi.
Alla luce dell'aggiornamento del MGDD, l'1 marzo 2023 ISTAT ha deciso un nuovo trattamento contabile del “Superbonus 110%” e del “Bonus facciate” che, già a partire dall’anno 2020, sono stati classificati come crediti di imposta di tipo “pagabili” e in quanto tali registrati nel conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche come spese per l’intero ammontare, coerentemente con il momento di registrazione previsto dal MGDD 2022, ossia nel momento di sostenimento della spesa di investimento agevolata.
Nel frattempo, il 28 febbraio 2023 Eurostat ha inviato ad ISTAT una nuova lettera in cui fa il punto della situazione alla luce della pubblicazione del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto blocca cessioni) che ha bloccato l'utilizzo di qualsiasi meccanismo di cessione del credito a partire dagli interventi successivi al 16 febbraio 2023.
Superbonus: le frodi esistono oppure no?
All'interno della lettera, Eurostat rileva che negli ultimi mesi, i beneficiari di il Superbonus 110% "sembra" abbiano incontrato delle difficoltà nel trasferire ad altri il credito d'imposta, comprese le istituzioni finanziarie, che hanno temporaneamente smesso di accettare ulteriori crediti. Una situazione che implicherebbe la possibilità che di crediti d'imposta esistenti possano essere "sprecati" (non utilizzati) per importi considerevoli.
A questa considerazione aggiunge che ISTAT ha rassicurato l'autorità europea che il mercato è stato "temporaneamente" interrotto perché gli istituti finanziari sembra abbiano raggiunto temporaneamente la loro capacità fiscale di assorbire tali crediti d'imposta e/o per alcune incertezze connesse alcune recenti sentenze giudiziarie, alle quali il governo italiano sta "attivamente" cercando una soluzione.
Sembrerebbe anche che ISTAT abbiano fatto presente che:
- gli istituti finanziari potrebbero ricominciare ad acquistare i crediti dopo averli venduti ai loro clienti non consumatori (la quinta cessione prevista dalla normativa);
- i casi di frode sono di entità molto limitata.
Considerazioni da cui (secondo ISTAT) ne verrebbe fuori uno scenario in cui le "perturbazioni" del mercato dovrebbero essere considerate solo "temporanee" e che per questo motivo i crediti avrebbero dovuto essere considerati come pagabili in quanto la probabilità di spreco resterebbe bassa.
La sprecabilità del Superbonus e gli effetti del Decreto blocca cessioni
Preso atto delle considerazioni di ISTAT, Eurostat ha però ammesso che alcuni importi del Superbonus 110% potrebbero ancora andare perduti a causa di vari motivi.
Eurostat ha anche preso atto della pubblicazione del Decreto Legge n. 11/2023 che elimina la possibilità per i contribuenti di cedere i nuovi crediti d'imposta. In attesa della conversione in legge del Decreto da parte del Parlamento, le recenti modifiche implicano che il Superbonus 110% potrà essere utilizzato, d'ora in poi, solo direttamente dal beneficiario originario.
Preso atto del D.L. n. 11/2023, l'utilizzo diretto dei crediti d'imposta attualmente prevale sull'opzione di cessione. Per questo motivo il Superbonus 110%:
- per gli anni dal 2020 al 2022 sarà registrato come credito "pagabile";
- per il 2023 dovrà essere presa entro il 30 giugno una decisione sulla base dei dati comunicati da ISTAT.
Le dichiarazioni di Emiliano Fenu (M5S)
Alla nota di Eurostat ha risposto Emiliano Fenu, capogruppo M5S in commissione Finanze della Camera, che ha affermato. "Stiamo assistendo alla peggiore politica, fatta di spregiudicate manipolazioni e di pezzi delle istituzioni piegate ai propri interessi. Da informazioni riferite da Eurostat durante un evento dedicato al Superbonus, e dal relativo carteggio intercorso tra l'Autorità statistica europea e quella italiana, emerge che a telecamere accese il Governo soffia su un presunto incendio Superbonus, evocando concetti ridicoli come 'la più grande truffa del secolo' o inesistenti buchi di bilancio; mentre a telecamere spente usa l'Istat per dire all'Ue di non preoccuparsi, che va tutto bene, che il Governo sta per sbloccare la cessione dei crediti e che le truffe sul Superbonus sono pressoché inesistenti. Il tutto per spingere la classificazione come 'pagabili' che l'Istat ha voluto dare ai crediti d'imposta da Superbonus con conseguente revisione in aumento dei deficit degli anni 2020, 2021 e 2022 e nuovi spazi fiscali futuri che il Governo, probabilmente, ha intenzione di utilizzare per finanziare la riforma fiscale".
Prendendo in considerazione la lettera di Eurosta, secondo il deputato Fenu "emerge che questa riclassificazione non è pacifica, visto che il Dl che blocca la cessione dei crediti, l'ammontare dei crediti incagliati e le frodi enfatizzate dal Governo comporterebbero un'elevata probabilità di perdita dei crediti d'imposta stessi, e quindi una loro classificazione come 'non pagabili'. A questo Istat, per difendere la sua classificazione, ha appunto risposto che sul Superbonus va tutto bene, contraddicendo clamorosamente gli allarmi lanciati dal ministro dell'economia, Giorgetti, e macchinalmente ripetuti dalla premier Meloni. Da questi elementi si evince che Istat, e di fatto il Governo, hanno forzato la mano sulla riclassificazione dei crediti d'imposta per finalità sicuramente estranee all'interesse del Paese, delle imprese e dei cittadini. Un artificio contabile, di dubbia correttezza. Contrasteremo con ogni mezzo istituzionale la vigliaccheria di chi pubblicamente dice che il Superbonus ha generato frodi, ma di nascosto usa il fatto che le frodi sono pochissime per salvare la riclassificazione di bilancio decisa formalmente da Istat".
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