Superbonus e Bonus edilizi: crediti irregolari, cessione e truffa

Una nuova sentenza di Cassazione fornisce una lettura ancora più severa delle precedenti: basta creare crediti fiscali irregolari per configurare il reato di truffa, non serve cederli

di Cristian Angeli - 20/12/2024

Il reato di truffa scatta con la prima cessione del credito

Il 30 ottobre 2024, la Cassazione ha emesso una sentenza cruciale (n. 40015/2024), affermando che l’emissione di false fatture per lavori mai eseguiti, anche se finalizzata solo al riconoscimento di un credito d’imposta, configura automaticamente il reato di truffa aggravata. Questo si verifica a prescindere dal fatto che il credito sia stato monetizzato.

Nel caso specifico, due imputati avevano ottenuto indebiti crediti derivanti da Bonus Facciate grazie a fatture false per interventi inesistenti. La difesa sosteneva che, non essendoci stato un danno patrimoniale “immediato”, il reato doveva essere qualificato come indebita percezione di erogazioni pubbliche (meno grave). La Suprema Corte ha respinto questa linea, precisando che:

  • il reato di truffa si perfeziona con la prima cessione del credito: gli elementi della truffa si realizzano nel momento in cui il credito è riconosciuto e ceduto;
  • ogni volta che un credito fiscale viene riconosciuto sulla base di fatture false per lavori inesistenti, il reato da contestare è la truffa aggravata (art. 640-bis c.p.), non l’indebita percezione di erogazioni pubbliche.
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