Superbonus e cessione del credito: chi ha fallito?

Secondo l'on. Santillo il 110% non avrebbe provocato alcun buco di bilancio, ma avrebbe stimolato la crescita dell'economia post pandemia

di Redazione tecnica - 25/09/2024

Il Superbonus non avrebbe provocato alcun buco di bilancio, ma sarebbe servito solo alla costruzione di un alibi, “utilizzato come scudo per i vostri fallimenti, per coprire le vostre politiche di austerità e tutelare chissà quali interessi”.

Superbonus e cessione del credito: stop alle accuse

Sono molto dure le parole che l’on. Agostino Santillo ha affidato a un post, nel quale ribadisce come lo stop a Superbonus e cessione del credito abbia rovinato imprese, famiglie e lavoratori, sebbene sia stata proprio l'agevolazione fiscale "che avete provato a demonizzare, a mantenere ancora in piedi l'economia e probabilmente il vostro governo”.

Una misura nata come stimolo all’economia messa in ginocchio dalla pandemia e che, con l’art. 119 del D.L. n. 34/2020, c.d. "Decreto Rilancio" ha avuto un impatto non indifferente sul sistema Italia, proponendo una detrazione fiscale del 110% per interventi di riqualificazione energetica e strutturale su edifici esistenti, con l'ulteriore supporto dell’art. 121, che ha introdotto il meccanismo delle opzioni alternative alla detrazione diretta (sconto in fattura e cessione del credito).

La storia la conosciamo tutti: ben 38 correttivi normativi, culminati in un crescendo di limitazioni e divieti, che dal D.L. n 11/2023 (c.d. Decreto Cessioni), attraverso il D.L. n. 212/2023 (c.d. Decreto Superbonus), è approdato al  D.L. n. 39/2024 (cd. Decreto taglio Cessioni), che ha definitivamente stoppato l’utilizzo delle opzioni alternative, senza però di fatto trovare una soluzione fattibile per chi si ritrova oggi i cassetti fiscali pieni di crediti incagliati e una filiera messa in ginocchio dall’assenza di liquidità.

Bonus edilizi: un futuro senza prospettive

Che ormai il Superbonus - ridotto al 70% fino a fine 2024 e al 65% per il 2025 - sia quasì un tabù per il comparto lo dimostrano i numeri, tutti i picchiata, dei dati Enea, senza che all’orizzonte si profili qualche novità positiva in Legge di Bilancio 2025, nonostante la riqualificazione del patrimonio edilizio sia uno degli obiettivi posti all’Italia dalla Direttiva Green.

Difficile che il prossimo anno, a queste condizioni, si possano registrare numeri positivi, in contrasto con la crescita confermata invece di recente da ISTAT sul triennio 2021-2023. Ed è proprio Santillo a richiamare i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica che ha rivisto al rialzo il Pil 2021-2023, “con più 90 miliardi trainati proprio dal settore delle costruzioni, e un rapporto debito/pil tornato ai livelli pre pandemia del 2019, pari al 134,6%”.

Il deputato conclude con una previsione non particolarmente rassicurante: “le politiche espansive del nostro governo hanno salvato il Paese e adesso, guardate che paradosso, stanno salvando anche voi. Il problema è che tra poco raccoglieremo ciò che voi avete seminato. A quel punto rischiamo di andare a fondo”.

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