Superbonus e cessione del credito, le proposte ANCE in Senato
L'audizione dell'Associazione nel corso dei lavori sul DDL di conversione del DL Aiuti Quater. Ecco le modifiche richieste sull'attuale impostazione del provvedimento
Superbonus, detrazioni fiscali e cessione del credito. E ancora: caro materiali, appalti pubblici e qualificazione delle imprese. Sono tanti i temi che ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edilizi, ha toccato nel corso dell’audizione in Senato nell’ambito dei lavori in Commissione Bilancio per il disegno di legge di conversione (DDL 345/S) del Decreto Aiuti Quater.
Conversione in legge DL Aiuti Quater: l'audizione di ANCE
Quello degli incentivi fiscali legati a interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio è stato l’argomento da cui ha preso avvio il discorso della presidente Federica Brancaccio che ha ricordato, in apertura, come negli ultimi due anni il settore delle costruzioni abbia trainato il PIL e l’occupazione. Una crescita che ha garantito importanti entrate fiscali, utilizzate anche per finanziare gli aiuti per imprese e famiglie. Basti pensare che più del 30% dei maggiori introiti fiscali sono legati al settore.
Si tratta di una dinamica positiva da valorizzare piuttosto che da “tagliare”, come purtroppo sta avvenendo con il DL Aiuti Quater, senza prevedere una politica pluriennale per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici. Brancaccio ha colto l’occasione per riscontrare, da questo punto di vista, una contiuità con gli esecutivi precedenti nel cambiare le regole in corsa senza tenere conto delle conseguenze.
Come da altre parti, si auspica quindi un cambio di metodo ed il rapido avvio del tavolo di confronto sul futuro dei bonus edilizi annunciato dal Governo, per definire una politica che dia un orizzonte certo a famiglie ed imprese che intendono investire sulla riqualificazione del patrimonio edilizio del Paese. Senza dimenticare che è necessario trovare subito una soluzione al blocco della cessione dei crediti fiscali e al caro materiali.
La rimodulazione del Superbonus
L’audizione è stata l’occasione per ribadire come il Superbonus, più che un “buco”, rappresenti una vera e propria “rendita” finanziaria: nonostante le 19 modifiche legislative avvenute nel periodo 2020-2022, la misura ha avuto comunque uno straordinario effetto espansivo: nel 2021 l’incentivo ha contributo, infatti, alla forte crescita registrata dalle costruzioni (+20,1% su base annua), e anche per il 2022 si conferma il forte ruolo propulsivo svolto da tale strumento, con un ulteriore aumento degli investimenti in costruzioni del +12,1% rispetto al 2021.
A riprova di questo effetto moltiplicativo, il comunicato del MEF riguardante l’extra gettito di 54 miliardi di euro (+10,4% rispetto all’analogo periodo del 2021) delle entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-settembre 2022: certamente, una parte di questa sopravvenienza è da ricollegare alle attività legate alla riqualificazione energetica e sismica degli edifici.
ANCE ha quindi ribadito come l’Aiuti Quater intervenga in modo significativo sulla disciplina del Superbonus, riducendo l’aliquota dal 110% al 90% sin dal 2023 e fissando, tra l’altro, un periodo transitorio molto limitato. Una modifica che, intervenendo su lavori già programmati, determinerà un rallentamento degli investimenti nella riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, compromettendo gli obiettivi legati alla transizione ecologica.
Non solo: sarebbe essenziale anche prevedere un termine transitorio congruo (es. 15 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione) così da assicurare il Superbonus al 110% agli interventi già programmati.
Il blocco dei crediti fiscali
Sulla questione dei crediti, si è ribadita la necessità di trovare una soluzione efficace per rendere possibile la creazione di nuovo plafond per le banche, in modo da poter acquistare i nuovi crediti che si andranno a generare il prossimo anno e quelli “incagliati”, ossia quei crediti generati da interventi di riqualificazione edilizia effettuati nei mesi scorsi ma che le banche non riescono ad assorbire.
Se il D.L. n. 176/2022 consente di diluire in 10 anni (anziché in 5/4 quote), l’utilizzo in compensazione dei crediti da parte dei cessionari o delle imprese che hanno praticato lo sconto in fattura, tale disposizione, non risolve infatti la questione dell’esaurimento della tax capacity delle banche.
È quindi necessario prevedere un meccanismo “straordinario” e temporaneo di compensazione dei crediti d’imposta ad oggi fermi nei cassetti fiscali degli istituti di credito (derivanti comunque da interventi già eseguiti nel 2021 e 2022 o in corso di ultimazione), con le somme relative agli F24 della clientela, come proposto da Ance insieme ad Abi.
La qualificazione delle imprese
ANCE ha anche ribadito la necessità di mantenere l’obbligo della qualificazione SOA per le imprese esecutrici degli interventi (di importo superiore a 516mila euro) che usufruiscono dei benefici fiscali e quindi di risorse pubbliche. Quest’obbligo, ha sottolineato la presidente Brancaccio, risponde all’obiettivo comune di garantire una virtuosa concorrenza tra gli operatori, rappresentando una prima risposta concreta al bisogno di trasparenza, correttezza, affidabilità delle imprese che eseguono lavori di un certo valore assicurando che gli stessi siano eseguiti non solo con una maggiore affidabilità di esecuzione ma anche nel rispetto delle regole di sicurezza sul lavoro.
Il caro materiali
Infine, ANCE ha richiesto che la conversione in legge sia l’occasione per sciogliere alcune criticità relative al problema del caro-materiali nei lavori pubblici.
Se l’adozione del D.L. n. 50/2022 ha rappresentato sicuramente un passo avanti, bisogna apportare alcuni correttivi essenziali al più presto, considerato che ad oggi, infatti, la stragrande maggioranza delle imprese non ha ancora ricevuto compensazioni.
Secondo un’indagine compiuta dall’Ance presso le imprese associate a ottobre scorso, circa il 70% non ha ancora ricevuto alcun ristoro a copertura dei maggiori costi sostenuti, a causa dei rincari dei materiali.
Si richiede quindi:
- l’erogazione delle compensazioni previste senza attendere il riparto dei Fondi, perché oggi avviene con grande lentezza, mettendo in difficoltà le imprese che in questi mesi hanno sostenuto gli extracosti;
- lo svincolo dell’adozione degli stati di avanzamento dei lavori e dei certificati di pagamento dalla presenza della copertura finanziaria di cui ai predetti Fondi, prevedendo che il pagamento avvenga nel momento della effettiva disponibilità delle risorse trasferite;
- l’applicazione delle misure del decreto “aiuti” e del decreto “Sostegni-ter” anche alle lavorazioni inizialmente ritenute non conformi dal direttore dei lavori, ma successivamente inserite nella contabilità;
- l’estensione del DL “sostegni ter” anche alle procedure avviate tra il 1° gennaio 2022 ed il 26 gennaio 2022;
- la risoluzione di alcune importanti criticità relative agli accordi-quadro, stante la forte diffusione di questo strumento.
In allegato il testo completo dell'audizione ANCE in Commissione Bilancio al Senato.
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