Superbonus, chiesto l’intervento dell’Europa
Durante un incontro promosso al Parlamento Europeo chiesto l’intervento del Parlamento Europeo per fare luce sulle modifiche in corso d’opera sul superbonus e sul meccanismo di cessione del credito
Il Superbonus, introdotto dal Decreto Rilancio (Decreto-Legge n. 34/2020), continua a essere al centro del dibattito economico e politico in Italia. Con le sue 37 modifiche normative apportate dalla sua pubblicazione, questo incentivo ha lasciato un segno profondo sull'economia italiana e sul settore edilizio.
Cos'è il Superbonus e come funziona?
Il Superbonus è una detrazione fiscale pensata per incentivare interventi di miglioramento energetico e riduzione del rischio sismico degli edifici. A supporto della misura, il Decreto Rilancio ha introdotto due opzioni alternative al tradizionale utilizzo delle detrazioni:
- Sconto in fattura
- Cessione del credito
Questi strumenti (superbonus e opzioni alternative) insieme, disciplinati dagli articoli 119 e 121 del Decreto Rilancio, hanno permesso di accedere ai benefici senza l'ostacolo della liquidità immediata o della capienza fiscale. Tuttavia, il sistema ha subito numerosi interventi normativi da parte dei tre Governi che si sono succeduti (Conte II, Draghi e Meloni), con l'obiettivo di:
- correggere le imperfezioni iniziali;
- ridurne l'impatto sui conti pubblici;
- bloccare definitivamente le opzioni alternative, che rappresentavano il vero motore della misura.
Le problematiche del Superbonus
L'assenza di una chiara pianificazione e di limiti sull'applicazione del Superbonus ha portato a diverse criticità. Al 31 ottobre 2024, le detrazioni maturate per lavori conclusi ammontano a oltre 123 miliardi di euro, evidenziando l'impatto economico considerevole della misura.
Tra i principali problemi si segnalano:
- Mancanza di vincoli stringenti:
- Nessuna limitazione all'uso per la prima casa o per specifiche tipologie di immobili.
- Assenza di criteri per individuare le reali necessità del patrimonio edilizio.
- Effetti distorsivi sul mercato:
- La corsa agli incentivi ha favorito l'ingresso di imprese poco qualificate e operatori privi di solidità economica.
- Gli abusi e le speculazioni hanno alimentato il malcontento e le critiche alla misura.
- Continui cambi normativi:
- Con 37 modifiche in tre anni, il Superbonus è stato ostacolato da una regolamentazione instabile, rendendo difficile la programmazione degli interventi.
Il blocco della cessione del credito e le conseguenze
Il Decreto-Legge 39/2024 ha introdotto restrizioni definitive alla cessione del credito, rendendo inutilizzabili molti crediti già maturati. Questa decisione ha avuto conseguenze drammatiche per il comparto edile, tra cui:
- il crollo dell'attività edilizia: secondo il CRESME, il settore edile registrerà un calo del 16,9% nel 2024 e del 21,1% nel 2025;
- danni economici e occupazionali: molte imprese hanno rallentato o cessato la propria attività, con gravi ripercussioni sull'occupazione.
La richiesta di intervento europeo
La situazione critica ha spinto CANDE (Class Action Nazionale dell'Edilizia) a presentare un ricorso alla Commissione Europea contro il Governo italiano, denunciando la violazione dei diritti di imprese, professionisti e privati. CANDE ha inoltre sollecitato un'interrogazione al Parlamento Europeo per chiarire le responsabilità legislative.
Secondo Roberto Cervellini, presidente di CANDE, "Quanto accaduto per il Superbonus è gravissimo ed la causa principale del crollo del comparto edile in Italia che il CRESME stima del 16,9% nel 2024 e del 21,1% nel 2025, secondo i dati del XXXVII Rapporto Congiunturale appena presentato. Le norme nazionali italiane hanno infatti prima incentivato e poi di fatto soppresso, in corso d'opera, un progetto mirato alla riqualificazione energetica e sismica dei fabbricati italiani, mettendo in moto un processo di interventi in edilizia, che poi è stato bloccato dalla mannaia di ben 37 modifiche normative in 3 anni, praticamente la media di una al mese, che hanno impedito l'acquisizione dei crediti maturati, con danni incalcolabili per le imprese, professionisti e cittadini e gravi conseguenze sull'occupazione".
Il dibattito politico
Il tema del Superbonus continua a dividere la politica. Gaetano Pedullà, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Il governo Meloni col Superbonus ha fatto solo pasticci e ha mandato al lastrico migliaia di imprese edili: al Parlamento europeo abbiamo organizzato un tavolo tecnico con l’associazione CANDE. Noi siamo pronti a difendere questa misura a livello europeo dove, per altro, è stata presa come esempio di buona pratica per l’efficientamento energetico delle nostre case. Ringraziamo il deputato del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo per la sua presenza al tavolo e il Presidente di Cande Roberto Cervellini per la sua iniziativa. Approfondiremo la proposta emersa al tavolo, di interrogare la commissione europea sul Superbonus. Il Movimento 5 Stelle non lascerà le imprese da sole”.
Conclusione
Nonostante le critiche, il Superbonus ha avuto un impatto significativo sull'economia italiana. Nel 2023, il comparto edile ha generato un fatturato record di 311 miliardi di euro, pari al 17% del PIL nazionale. Tuttavia, per evitare che questa misura si trasformi in un boomerang, è essenziale adottare una strategia di lungo periodo che garantisca stabilità normativa e sostegno alle imprese.
La sfida è ora quella di imparare dagli errori del passato, trasformando il Superbonus in uno strumento efficace per il rilancio del settore edilizio e per la transizione ecologica.
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