Superbonus e Condomini: cosa fare se il General Contractor non paga i professionisti?
Il tecnico non può chiedere il corrispettivo per la sua prestazione al committente se tra questo e il General Contractor sussiste un mandato senza rappresentanza
Il rapporto tra GC e condominio
Solitamente, tra committente dei lavori e General Contractor intercorre un mandato senza rappresentanza (art. 1705 c.c.), nel senso che il GC opera negli interessi del committente, ma in nome proprio.
Dal punto di vista civilistico, a tale configurazione consegue che gli obblighi derivanti dai contratti di appalto e di opera professionale stipulati dal General Contractor con imprese e professionisti impegnano solo quest’ultimo. Se questo è il caso, il gentile lettore non potrà rivalersi nei confronti del condominio, ma solo nei confronti del GC, e avrà dunque la possibilità di rivolgersi a un Tribunale per far emanare un decreto ingiuntivo, qualora quest’ultimo risulti latitante.
Il primo passo, dunque, è verificare la reale natura del mandato caso per caso, poiché solo se dovesse risultare sussistente un mandato con rappresentanza si aprirebbe, per il professionista, la strada della richiesta del corrispettivo alla compagine condominiale da egli prefigurata.
È chiaro che di tutto ciò dovrebbe essere data evidenza nei contratti, e la correttezza dovrebbe reggere l’intero intreccio di rapporti. Ad esempio, è buona norma (ma non sempre messa in pratica) che il GC fornisca ai condòmini un’informativa che esplicita i dettagli del loro rapporto, in modo tale che anch’essi sappiano compiutamente a cosa vanno incontro, e se, ad esempio, sarebbero tenuti a pagare i tecnici in caso di insolvenza dell’impresa che gestisce la pratica Superbonus.
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