Superbonus e frazionamenti: chi corre il rischio di contestazioni?
La possibilità per le Entrate di ricorrere a presunzioni per contestare illeciti tributari mette a rischio anche quelle operazioni di frazionamento realmente realizzate, che potrebbero essere considerate “abuso del diritto”
Potrebbe non essere abuso
Sono poche le sentenze emanate in materia, ma quelle di “condanna” per simili casi hanno riguardato operazioni molto più articolate di quella descritta dal lettore, e soprattutto che hanno permesso a soggetti a cui il Superbonus non spettava per legge di ottenerlo lo stesso realizzando frazionamenti e costituendo condomini fittizi. È il caso, ad esempio, della nota sentenza n. 81/2023 emanata dalla Corte tributaria di Trieste, che ha individuato nel frazionamento operato da una società su suoi immobili, seguito dalla vendita degli stessi a parenti e dalla costituzione di un condominio, una “escamotage per fruire di bonus non spettanti all'impresa appaltatrice”, apparendo infatti “evidente che quest'ultima in luogo di acquisire direttamente l'immobile e procedere alla sua ristrutturazione e risanamento conservativo per la successiva rivendita (circostanza che non consentiva la fruizione di Superbonus)”, avrebbe fatto acquistare l'immobile ai familiari del titolare della medesima ditta, i quali avrebbero “costituito il condominio e affidato i lavori per gli interventi alla stessa società potendo così beneficiare del Superbonus”.
Dunque potrebbero esserci buoni margini per “giustificarsi”, perché nel caso in esame lo schema giuridico non sembra essere stato distorto.
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