Superbonus, frazionamento e moltiplicazione dei massimali: occhio al reato
Dividere un immobile in più unità per aumentare il plafond è lecito, ma il frazionamento deve essere reale e dotato di una sua autonoma sostanza economica. Non basta, per dimostrarlo, che la divisione sia avvenuta prima dell’avvento del Superbonus
L’importanza della finalità e i controlli
Alla luce di quanto fino a qui evidenziato, emerge come non si possa escludere a priori che vengano sollevati dubbi sul frazionamento, operazione che potrebbe servire ad un uso distorto dei bonus edilizi e che può dunque essere vista con sospetto. Tuttavia, ciò non significa che il proprietario non abbia scampo. È stato già detto, ma vale la pena ripeterlo: il frazionamento è di per sé lecito.
Ciò su cui dovranno eventualmente concentrarsi le difese, appurato che la data del frazionamento e il soggetto che lo ha eseguito materialmente potrebbero non essere dirimenti, è allora la dimostrazione della sostanza economica sottostante a detto frazionamento. Come detto, cioè, il frazionamento prima dei lavori è consentito e non inficia la spettanza dei bonus, ma purché non rappresenti abuso del diritto, e quindi purché non sia privo di sostanza economica.
Se il frazionamento è reale ed effettivo (e una semplice perizia può dimostrarlo) nessun problema; è se questo fosse stato unicamente “cartolare” e finalizzato solo ad ottenere un maggior beneficio fiscale che sono configurabili ipotesi di reato. Per comprendere se sia questa la fattispecie, il gentile lettore dovrà tentare di “eliminare mentalmente” l’esistenza dei bonus edilizi e verificare se quel frazionamento sarebbe stato realizzato o meno, poiché è proprio questo il ragionamento “investigativo” che seguono gli inquirenti, riscontrato ripetutamente su atti di indagine nella disponibilità dello scrivente. In altre parole, è doveroso domandarsi: se non vi fosse stata la possibilità di accesso ai bonus edilizi, avrebbe avuto senso (sotto il profilo commerciale, gestionale e funzionale) dividere l’edificio in più unità?
La situazione è infatti delicata, considerato che gli inquirenti hanno a disposizione molti strumenti d’indagine, anche presuntivi, il cui impiego non può essere ipotizzato. Nel caso di truffa recentemente scoperto dalla Guardia di Finanza, ad esempio, emerge quanto siano variegati e approfonditi i controlli che gli inquirenti possono mettere in atto per verificare se il frazionamento avesse detta sostanza economica, potendo altresì concentrarsi su annunci presenti sul web. Nel citato comunicato, infatti, si legge che “subito dopo l’avvio dei lavori, veniva riscontrato che, relativamente ad uno dei due fabbricati, su alcuni portali delle più importanti agenzie immobiliari nonché su alcune piattaforme social veniva pubblicizzata la reale natura del frazionamento che non era quello di costituire un condominio e suddividerlo in unità abitative bensì realizzare un Resort Wellness & Spa di lusso”.
A cura di Cristian
Angeli
ingegnere esperto di detrazioni fiscali applicate all’edilizia
www.cristianangeli.it
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