Superbonus e General Contractor: la Cassazione fa chiarezza sui costi ammissibili

La sentenza della Corte di Cassazione conferma l’operato dei General Contractor nell’ambito degli interventi di riqualificazione agevolati con il Superbonus 110%

di Gianluca Oreto - 05/03/2025

La corretta gestione del Superbonus

La sentenza ha, dunque, confermato un aspetto fondamentale: il Superbonus non può essere utilizzato per coprire costi estranei ai lavori incentivati. Il principio guida è che i beneficiari devono dimostrare con chiarezza la correlazione tra spese sostenute e interventi realizzati, evitando forzature che potrebbero sfociare in illeciti fiscali.

La pronuncia rappresenta quindi un monito per tutti gli operatori del settore, in particolare per i General Contractor e i Consorzi, affinché adottino criteri di assoluta trasparenza nella gestione degli appalti e nella determinazione dei costi. In un contesto di controlli sempre più serrati sugli incentivi edilizi, il rischio di incorrere in contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate o della magistratura è tutt’altro che remoto.

Concludo ricordando che il Superbonus 110% ha rappresentato un’opportunità importante per il settore edilizio, ma la sua applicazione unita alle difficoltà di una norma scritta male e corretta peggio, ha dato creato una pericolosissima zona grigia all’interno della quale il margine di errore interpretativo è stato enorme. Il caso dei General Contractor ne è la testimonianza immediata, con la Cassazione che ha confermato che non è sufficiente stipulare contratti di appalto e rispettare i prezzari regionali: i costi devono essere documentati e direttamente riferibili agli interventi realizzati, senza margini di opacità.

Nessun ricarico è consentito sui costi direttamente ascrivibili agli interventi agevolati. Pena, come dimostra questa vicenda, l’invalidazione del credito d’imposta e il rischio di contestazioni penali.

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